Comunicati stampa

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Question Time, chiarimenti sulle misure per contrastare il lavoro irregolare

L'assessore alle Attività produttive e al Lavoro Marco Lombardo ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica) sugli strumenti di contrasto del lavoro irregolare nel settore ricettività e ...

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L'assessore alle Attività produttive e al Lavoro Marco Lombardo ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica) sugli strumenti di contrasto del lavoro irregolare nel settore ricettività e ristorazione.

Domanda d'attualità della consigliera Clancy
"Viste le notizie relative alla chiusura di due locali per irregolarità nell'impiego del personale; visti i dati contenuti nel "Rapporto annuale dell'attività di vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale" dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro, che indicano come a Bologna sul totale di irregolarità riscontrate più del 72% abbia luogo nei settori dell'alloggio e della ristorazione; chiede al Sindaco e alla Giunta:
una valutazione in merito;
quali strumenti possa mettere in campo l'Amministrazione per arginare tali fenomeni;
se si possano utilizzare i poteri regolamentari del Comune in materia di suolo pubblico e orari per sanzionare anche questo tipo di violazioni, come già in via di sperimentazione in altri comuni".

Risposta dell'assessore Lombardo
"Grazie alla consigliera per la domanda che riguarda un tema che ci sta molto a cuore, quello della regolarità del lavoro, della sicurezza del lavoro e del rispetto dei diritti e dei doveri. Mi preme, per rispondere alla sua domanda e poi arriverò anche a una valutazione sulla proposta, mi sembra utile fare due doverose premesse, una sulla parte della competenza, in materia di lavoro, per capire cosa può fare un comune, un'altra sulla lettura dei dati che lei riportava nell'articolo citato. Sulla base della competenza, è importante in premessa spiegare la non intuitiva ripartizione delle competenze in materia di lavoro e, nella fattispecie particolare in materia di vigilanza, perché, com'è noto, queste sono disciplinate nella loro cornice fondamentale dall'art. 117 della Costituzione che attribuisce alla competenza esclusiva dello Stato "l'ordinamento civile", "la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale", nonché la "previdenza sociale", mentre attribuisce alla competenza concorrente la "tutela e la sicurezza del lavoro" e la "previdenza complementare e integrativa". Per quanto attiene all'attribuzione delle funzioni amministrative relative alla vigilanza in materia di lavoro, come chiarito dalla sentenza della Corte costituzionale 384 del 2005, queste sono totalmente attribuite allo Stato.
Attualmente, dopo il decreto legislativo 149/2015, la struttura dedicata alla vigilanza in materia di lavoro è l'Ispettorato Nazionale del Lavoro. La struttura, istituita dal citato decreto, dipende funzionalmente dal Ministero del Lavoro e ha unificato i poteri ispettivi di Direzione Territoriale del Lavoro (che è una struttura del Ministero), INPS e INAIL. In definitiva l’attività ispettiva in materia di tutela del lavoro, contribuzione e legislazione sociale è ripartita tra l’Ispettorato Nazionale del Lavoro e, fino all’esaurimento dei ruoli, INPS e INAIL.
Non a caso il "Rapporto annuale dell'attività di vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale" è pubblicato dall'Ispettorato Nazionale del Lavoro. E allora che cosa può fare il Comune da questo punto di vista? Nel quadro delle ripartizioni delle competenze, innanzitutto può avere un dialogo costante e diretto con l'Ispettorato Nazionale del Lavoro, con chi si occupa in materia di vigilanza del lavoro, perché possano essere fatte, adottate delle misure che cercano di regolarizzare il lavoro nero, a questo proposito ci sono delle interlocuzioni in corso con i consulenti del lavoro e speriamo proprio a inizio 2019 di concentrarci specificatamente sul tema dell'emersione del lavoro nero.
Sul tema dell'indagine che lei cita, le dico che è un'indagine molto interessante, però "Attenzione!", è un'indagine che va letta alla luce delle ispezioni che vengono effettuate, non è un'indagine che misura quale regione fa più delle altre lavoro nero. Quando si vede Regione Emilia-Romagna terza, non significa che a livello assoluto l'Emilia Romagna è la terza dell'Italia, significa che rispetto alle attività di vigilanza fatte le risposte date sono quelle. A me preoccupa semmai la parte dell'Italia dove non vengono fatte ispezioni. Ciò non toglie che comunque gli accertamenti che sono stati fatti meritano una risposta. Soprattutto in quei settori a cui lei faceva riferimento, alloggi e ristorazione. Dal mio punto di vista c'è assolutamente la convinzione del principio che la regolarità del lavoro debba essere una condizione che va sempre verificata, anche negli atti di concessione. A questo proposito so che l'assessore Aitini, che si occupa anche della parte relativa alla modifica del Regolamento Dehors, sta valutando, insieme a noi, la possibilità di introdurre misure che possano in qualche modo certificare che ci sia una situazione di regolarità del lavoro, anche nell'ottenimento delle concessioni. Si stanno facendo le verifiche tecniche del caso, proprio anche ai fini della ripartizione delle competenze di cui vi dicevo prima, un problema rispetto alla vigilanza su queste situazioni, quindi è normale che nel momento in cui si metta una condizione premiante o una condizione necessaria, le attività di controllo di regolarità e di ispezione possano essere fatte. So che l'Amministrazione, e glielo posso confermare, è assolutamente interessata su questo punto, e sta valutando quali sono le misure più idonee per contrastare questo fenomeno".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:43
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