Comunicati stampa

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Question Time, chiarimenti sulle misure di contrasto alla prostituzione

L'assessora con delega alla Lotta alla violenza e alla tratta sulle donne e sui minori, Susanna Zaccaria, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Gian Marco De Biase (Insieme Bologna) sulle misure di contrasto alla prostituzione.D...

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L'assessora con delega alla Lotta alla violenza e alla tratta sulle donne e sui minori, Susanna Zaccaria, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Gian Marco De Biase (Insieme Bologna) sulle misure di contrasto alla prostituzione.

Domanda d'attualità del consigliere Gian Marco De Biase
"Premesso che, come riportato da notizie stampa per contrastare il fenomeno della tratta delle prostitute alcuni grossi comuni avevano utilizzato tra i vari strumenti per contrastarla anche quello della sanzione ai 'clienti', chiede al Sindaco e alla Giunta se tali provvedimenti possano essere utilizzati anche dal Comune di Bologna nel pacchetto di azioni da intraprendere per contrastare la tratta della prostituzione".

La risposta dell'assessora Zaccaria
"Colgo l’occasione per fare il punto sulle misure che noi poniamo in essere a contrasto, partendo dal presupposto che la gran parte delle ragazze che si prostituiscono è in realtà vittima di tratta.
Quindi inizierei dal progetto “Oltre la strada” che fin dagli Anni 90 il Comune di Bologna ha posto in essere per contrastare il fenomeno. In collaborazione con alcune associazioni del territorio (Casa delle Donne per non subire violenza, Papa Giovanni XXIII, Mondodonna) i progetti posti in essere nell’ambito “Oltre la strada” consentono di togliere dalla strada le ragazze che chiedono aiuto ed intendono sottrarsi alle organizzazioni che le controllano, assisterle durante la procedura di denuncia e testimonianza, nelle procedure per ottenere i documenti e ma soprattutto per conquistare autonomia lavorativa ed abitativa.
Ad integrazione di questo progetto, che è il principale, più recentemente ne sono stati attivati altri due: il progetto “Riduzione del danno” che pone in essere attività di prevenzione, mediazione e riduzione del danno per chi si prostituisce in strada, effettuando azioni di prevenzione dei rischi che minano la salvaguardia e la tutela della salute. E il progetto “Invisibile” che ha come obiettivo una mappatura della prostituzione in appartamento o locali di intrattenimento, con sperimentazione di modalità di contatto con le persone che esercitano la prostituzione in tali ambiti.
Alcune delle associazioni che collaborano ai citati progetti sono dotate di unità di strada, che effettuano uscite (sia notturne che diurne) con attività sia di monitoraggio che di contatto. Tutte le attività svolte vengono periodicamente relazionate all'Amministrazione, sia in termini di rilevazione di dati che di qualità ed entità degli interventi effettuati.
Gli esiti di tali progetti sono da considerarsi molto positivi: in particolare il progetto “Oltre la strada” offre percentuali di successo intorno all'87% dei percorsi attivati. Quando parliamo di completamento del percorso in senso positivo intendiamo persone che hanno ottenuto autonomia lavorativa e abitativa o che hanno chiesto il rimpatrio assistito; comunque persone sottratte alle organizzazioni criminali.
Inoltre il Comune di Bologna provvede a convocare periodicamente un tavolo a cui partecipano sia le Associazioni coinvolte nei progetti che le Forze dell'Ordine al fine di mantenere attivo il confronto sui migliori metodi di contrasto, ovviamente ognuno per le sue competenze.

Venendo alla questione delle ordinanze per contrastare la prostituzione e la tratta – ordinanze adottate in vari Comuni che impongono in alcuni casi il divieto di fermata in alcune zone, in altri multe alle prostitute perché vestite in modo succinto o che multano i clienti - si rileva che vi è stato un confronto con le associazioni del territorio che da anni collaborano col Comune nei programmi di contrasto alla tratta. In tale contesto è emerso chiaramente che le ordinanze non sono efficaci nel contrasto a tali fenomeni. Tutte le associazioni che svolgono attività anche tramite le unità di strada rilevano che le citate ordinanze hanno come unico risultato quello di spostare le zone in cui le ragazze vengono fatte prostituire, senza in alcun modo diminuire il numero delle donne in strada, né l'entità complessiva del fenomeno. Viene semplicemente scelta una diversa zona della città dove l'ordinanza non opera o, per quanto riguarda le ordinanze che multano i clienti, vengono scelti per la prostituzione luoghi più nascosti o spostati verso le periferie per sottrarsi ai controlli.
Come ulteriore risvolto negativo dell’applicazione delle ordinanze rilevano che le unità di strada, che forniscono aiuto concreto alle prostitute effettuando assistenza, accoglienza e accompagnamenti sanitari, che ovviamente guadagnano la loro fiducia con fatica attraverso contatti frequenti e continui, nel momento in cui vengono spostate le zone di prostituzione per effetto dell’applicazione delle ordinanze, non riescono più avere contatti con le donne che fino a quel momento avevano supportato, contatti molto difficili da recuperare anche qualora vengano ritrovate in altre zone della città. L'interruzione dei rapporti con le unità di strada impedisce concretamente le richieste di aiuto e di supporto, lasciando le vittime in balia degli sfruttatori.
Quindi alla luce di queste considerazioni non si ritiene l’imminente applicazione di tale tipo di ordinanza".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:40
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