Question Time, chiarimenti sulle clausole sociali nei bandi Hera
L'assessore alle Partecipazioni societarie, Davide Conte, ha risposto alle domande d'attualità dei consiglieri Francesco Errani (Partito Democratico) e Amelia Frascaroli (Città comune) sull'inserimento delle clausole sociali nei bandi d...
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L'assessore alle Partecipazioni societarie, Davide Conte, ha risposto alle domande d'attualità dei consiglieri Francesco Errani (Partito Democratico) e Amelia Frascaroli (Città comune) sull'inserimento delle clausole sociali nei bandi di Hera.
Domanda d'attualità del consigliere Errani e della consigliera Frascaroli
"Letti gli articoli di stampa che evidenziano la scelta del Gruppo Hera di eliminare le “clausole sociali” dal bando di gara del servizio di raccolta differenziata di abiti usati del Comune di Bologna, domanda al Sindaco e alla Giunta una valutazione politica sulle iniziative che l’Amministrazione comunale intende intraprendere".
Risposta dell'assessore Conte
"E' finito il mese di maggio che tradizionalmente è il mese in cui ragioniamo e si discute in città del tema del lavoro. Iniziamo con una festa importante che è dedicata ai lavoratori che si è chiusa ieri, per Bologna, con un'iniziativa molto importante dedicata ai lavoratori della cosiddetta gig economy, e nello specifico, questo importante accordo si riferisce a questo emergente mondo dei ciclofattorini.
L'elemento importante da sottolineare nella riflessione di oggi, che i consiglieri hanno già posto alcune settimane fa, è un tema molto ampio e riguarda, non soltanto il tema specifico delle clausole sociali, ma riguarda un ragionamento molto importante che tocca aspetti di welfare aziendale e tocca aspetti molto importanti che l'amministrazione comunale insieme con la Curia e le associazioni di categoria hanno avviato nel Patto "Insieme per il lavoro". Questo ragionamento complessivo sta sotto un cappello ancora più importante su cui questa Amministrazione si è impegnata anche con il suo bilancio triennale 2018-2020 che è appunto quello della sostenibilità, e quando parliamo di sostenibilità e sviluppo sostenibile non possiamo a questo punto evitare di fare riferimento all'importante lavoro che Hera ha avviato sul tema della sostenibilità sociale, sostenibilità ambientale, sostenibilità economica. Ma il tema che è stato individuato dai consiglieri effettivamente pone l'attenzione su un punto di grave criticità, che come giustamente diceva la consigliera Frascaroli, non ci limitiamo a guardare il dettaglio, ma guardiamo quello che ci sta indicando la scelta, ovvero il rischio che, rispettando in modo formale e pedissequo le regole, perdiamo per strada le persone più bisognose. Quindi occorre ragionare insieme ed invitare Hera a dirci e a spiegare bene le motivazioni che hanno portato a questa scelta perché, nella sua autonomia e nella sua indipendenza all'interno di una gare che è attualmente aperta, ha tutta la sua capacità di impresa di sviluppare le scelte in modo autonomo ed indipendente, ma l'indicazione di questa Amministrazione, confermata anche negli interventi dei consiglieri, è chiara: non si possono lasciare per strada pezzi di questa città guardando all'ottimizzazione dei costi o guardando a processi anche produttivi perfetti.
Occorre che inseriamo all'interno dei nostri ragionamenti, ed è questa la città che vogliamo costruire insieme, come chiedeva anche il consigliere Errani, una città appunto che riguarda le sue azioni non soltanto nel rispetto delle leggi, che è quello che ci chiedono, ovviamente, i cittadini e che dobbiamo rispettare,cosa che è nella tradizione di questa città, ma occorre fare un salto evolutivo, un passo in avanti, ovvero considerare, quando sviluppiamo le nostre attività, le nostre azioni, e questo vale anche per il Comune di Bologna, sviluppare una capacità di analisi di quello che è l'impatto sociale delle nostre azioni, perché non possiamo pensare che sia uno sviluppo di lungo periodo, che è quello che a noi interessa e che in questo caso riguarda Hera, di lungo periodo con attenzione alla qualità dei servizi, se non consideriamo anche il sistema sociale e territoriale intorno al quale queste aziende vivono, non considerare l'impatto sociale delle nostre azioni vuol dire condizionare fortemente lo sviluppo della nostra comunità, ma condizionare fortemente lo sviluppo dell'azienda stessa e questo non lo dice l'assessore al bilancio Davide Conte del Comune di Bologna con particolare sensibilità al sociale o particolare sensibilità al territorio e alla comunità, lo dicono tutti i manager del mondo: le aziende che lavorano meglio, le aziende che stanno evidenziando i risultati più importanti dal punto di vista della propria crescita in termini strutturali e non temporanei, evidenziano per l'appunto l'importanza di considerare il proprio sviluppo aziendale considerando tanto le variabili economiche, quanto le variabili ambientali, quanto quelle sociali, ma non semplicemente solo in termini di impatto, che è una cosa che ci chiede la legge, ma proprio con un'attenzione straordinaria a quelli che sono gli effetti, quindi a un impatto più integrato sul territorio.
Hera nei suoi documenti di programmazione cita sempre un articolo molto importante, lo cita nei suoi strumenti di programmazione, lo cita nel suo bilancio di sostenibilità, è un articolo che era comparso nell'Harvard Business Review nel 2007, è un articolo che ha scritto un pezzo della storia della cultura aziendale a livello globale ed era l'articolo di Kramer e Porter in cui si evidenziava la necessità di sviluppare meccanismi di responsabilità sociale, non limitatamente ad azioni di filantropia, perché non è che un'azienda è brava se è buona nel fare regalie alla comunità, non è un'azienda socialmente responsabile neanche quella che semplicemente guarda all'impatto ambientale e sociale, un'azienda che vuole essere socialmente responsabile e, nel suo essere socialmente responsabile, riesce anche a garantire il proprio sviluppo, è questa la tesi dell'articolo, è un'azienda che sa intercettare con la propria azione i bisogni di una comunità. Questo è il modello economico su cui l'Harvard Business Review, sancta sanctorum dell'analisi economico-aziendale mondiale, americana nello specifico ma non solo, molta contaminazione degli studiosi ed economisti europei insegna alle aziende e ai manager aziendali di tutto il mondo. "Attenzione non basta essere buoni, non basta non inquinare: ve lo chiede la legge questo" quello che bisogna fare è saper intercettare il proprio business, saper intercettare con la propria attività i bisogni della comunità in un meccanismo di responsabilità sociale strategica e voluto e che permetta di emancipare le nostre aziende da una visione ristretta a una visione più ampia, un elemento è quindi la questione morale e soprattutto la scelta strategica che viene fuori da queste affermazioni e che per una amministrazione comunale come quella di Bologna significa mantenere le sue quote azionarie significative, quali sono le nostre che sono circa il 9% del capitale di Hera, e avere quote così significative non è un obiettivo legato alla ottimizzazione delle entrate, e quindi dei profitti, l'obiettivo di avere quote così importanti all'interno di Hera, l'obiettivo di essere soci di maggioranza di Hera con gli altri comuni è quello di lavorare, di avere un'azienda in grado di garantire una altissima qualità dei servizi ovvero in grado di porre al centro la persona.
Con quanto raccontato dai due consiglieri, sullo specifico di questa gara, sembra per l'appunto che questo focus venga a mancare, che l'attenzione alle persone venga a mancare, non si mette in dubbio la perfezione dell'atto, non si mette in dubbio che il progetto sia, dal punto di vista dell'ottimizzazione dei costi e della produzione perfetto, occorre però evidenziare questo passaggio in più che ho cercato di argomentare citando Kramer e Porter del 2007, che la vera efficienza di una azienda non la si genera semplicemente guardando all'ottimizzazione dei costi, guardando la produttività e ottimizzandola e migliorandola, ma avendo la capacità come azienda di intercettare con la propria attività quelli che sono i bisogni di una comunità. Lo fanno le aziende private, senza presenza di soci pubblici, a maggior ragione questa indicazione strategica dell'amministrazione comunale la devono porre in atto le nostre società partecipate, altrimenti i ragionamenti che condividiamo con questa società, il lavoro che facciamo con "Insieme per il Lavoro", il lavoro che facciamo sulla gig economy, sul welfare aziendale, e i ragionamenti che vedono coinvolti tutti i soggetti del territorio, da Hera a Tper a Unipol, etc, sulla sostenibilità, se non presidiano la centralità delle persone con i loro bisogni come elemento strategico e non filantropico, come elemento da cui dipendono le loro possibilità di sviluppo e di crescita, si rischiano di fare discorsi un po' oziosi, un po' discorsi che si facevano in una Bisanzio assediata, a cui non si faceva caso, oggi non c'è nessuna tipologia di popolazione che ci assedia, quello che ci assedia in verità è un rischio di egoismo, su questo noi dobbiamo porre l'attenzione, non costruire politiche intorno all'io ma intorno a una comunità, ponendo al centro le persone: queste è quello che noi abbiamo fatto con il bilancio 2018-2020 e questo è quello che noi chiediamo alle aziende partecipate che controlliamo, che devono per forza impegnarsi in questa direzione dal punto di vista strategico, all'interno dell'autonomia e dell'indipendenza rispettive che viene sempre rispettata e garantita, ma all'interno di un quadro complessivo che prevede una comunità che cresce e i bisogni dei nostri cittadini che devono essere sempre più soddisfatti in termini non soltanto di qualità ma soprattutto di prospettive di vita e di fiducia nel futuro.
Il ragionamento che hanno aperto i consiglieri è importante, è già stato calendarizzato nell'attività delle commissioni consiliari per un approfondimento ulteriore a cui spero che Hera partecipi e ci illumini, perché, come dicevamo, non dobbiamo guardare il particolare ma un complesso sistema di sviluppo della nostra comunità e di crescita, e allo stesso tempo occorre che Hera argomenti quello che è successo all'interno di questo di questo bando di gara per capire bene quale tassello è venuto a mancare, se è venuto a mancare, all'interno di una strategia complessiva che ho cercato di illustrare in sintesi in questo intervento ma che sarà oggetto di un approfondimento e di condivisione con i colleghi in sede di commissione, in sede di udienza conoscitiva, è chiaro che come amministrazione tutti gli strumenti e i dispositivi posti in essere sono orientati in questa direzione e anche nelle società partecipate devono muovere in questa direzione, forse è arrivato il momento di tirare un po' la riga finale dei bilanci di sostenibilità che sono molto diffusi e molto importanti e vedere qual'è il risultato che ci stanno dando effettivamente, se cresce il valore e l'opportunità di crescita per le nostre famiglie e la comunità".