Question Time, chiarimenti sull'assegnazione delle abitazioni Acer
L'assessore Virginia Gieri ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alle domande d'attualità dei consiglieri Umberto Bosco, Paola Francesca Scarano (Lega Nord) e Francesco Sassone (Forza Italia) sull'assegnazione delle abitazioni ...
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L'assessore Virginia Gieri ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alle domande d'attualità dei consiglieri Umberto Bosco, Paola Francesca Scarano (Lega Nord) e Francesco Sassone (Forza Italia) sull'assegnazione delle abitazioni Acer.
Domanda del consigliere Bosco
"Alla luce degli articoli di stampa sui controlli ACER su case a stranieri, si chiede il parere della Giunta. In particolare si chiede se la Giunta ritenga che ACER disponga degli strumenti sufficienti per individuare beneficiari o richiedenti di alloggi ERP che posseggono un immobile all'estero".
Domanda della consigliera Scarano
"In base agli articoli di stampa sui controlli ACER su case a stranieri, che confermano una situazione già tristemente nota e molto preoccupante che denota una esigenza maggiore di casa per le nuove povertà italiane ed una offerta carente con i parametri ad oggi vigenti, chiedo al Sig. Sindaco e alla Giunta come intendano affrontare questa situazione che sta diventando una vera piaga sociale per gli italiani indigenti; chiedo inoltre come intendano accellerare il controllo dei beni all'estero e come intendano incrementare il canone calmierato convogliandolo agli italiani che sono ormai esclusi dalle graduatorie ERP e neanche più motivati a presentare la domanda".
Domanda del consigliere Sassone
"Facendo seguito a quanto reso noto in questi giorni sugli organi d'informazione relativamente "all'assegnazione abitazioni Acer" ed allo storico "sorpasso" degli stranieri rispetto agli italiani, come da articoli di stampa si chiede al Signor Sindaco il proprio pensiero politico in merito e se l'Amministrazione ritenga di porre in essere azioni atte ad invertire tale trend. In caso affermativo si chiede quali".
Risposta dell'assessore Gieri
"La materia della verifica delle dichiarazioni è oggettivamente complessa, anche per i cittadini italiani, lo dico perché è una materia su cui i tecnicismi non bastano, ma proverò a dare qualche risposta. Ringrazio delle domande, anche se le vostre domande avevano anche delle risposte in realtà, quindi io non faccio altro più che rispondervi, darvi il senso del lavoro e, anche a chi ci ascolta, dare qualche elemento aggiuntivo. Ci tengo intanto a dare conto dei passaggi e di questa novità, che la Regione Emilia-Romagna ci chiede di applicare già la delibera regionale che è stata approvata in giugno. Ha avuto bisogno di vari approfondimenti e leggerò proprio cosa c'è scritto nella norma. Ci tengo anche a dire che abbiamo voluto fortemente anche avere un tavolo di concertazione con l'area metropolitana. Questo è un tavolo che siamo riusciti a convocare, lo ha convocato in realtà in consigliere delegato Lelli, a fine ottobre, proprio perché da alcuni territori ci proveniva in qualche maniera la sollecitazione a coordinarci come città metropolitana per avere gli stessi parametri rispetto all'applicazione della delibera.
Che cosa è questo termine, impossidenza, che a volte non viene compreso completamente. Vi leggo proprio testualmente, perché è importante una frase che non viene mai citata. Limiti alla titolarità dei diritti reali su beni immobili. I componenti il nucleo avente diritto non devono essere titolari, complessivamente, di una quota superiore al 50% di diritto di proprietà, usufrutto o abitazione sul medesimo alloggio, ovunque ubicato e adeguato alle esigenze del nucleo familiare ai sensi del decreto ministeriale del 5 luglio 1975. Per tutti i richiedenti, la titolarità dei diritti sopra indicati è rilevabile dalla documentazione fiscale e dalla dichiarazione ISEE presentata, restando nella facoltà dei Comuni disporre eventuali altre forme di controllo. L'omessa dichiarazione della titolarità di tali diritti è sanzionabile ai sensi dell'art. 76 del D.P.R. n. 445/2000. Il controllo del patrimonio posseduto all'estero da cittadini italiani, comunitari o extracomunitari, questo l'elemento di vera novità, cittadini italiani ed extracomunitari vengono messi sullo stesso piano, viene effettuato verificando le dichiarazioni fiscali dei suddetti soggetti. Poiché vi sono obblighi dichiarativi conseguenti al possesso di immobile estero, quali ad esempio la compilazione dei quadri RL12 e RW, nei casi previsti dalla legge, del Modello Unico Persone Fisiche, la verifica della titolarità di immobile estero o altro diritto reale avviene verificando le dichiarazioni fiscali presentate all'Agenzia delle Entrate; è infatti l'Agenzia delle Entrate preposta alla verifica della regolarità della dichiarazione presentata dal cittadino in virtù di specifici poteri di controllo dei quali è titolare, anche con l'eventuale collaborazione della Guardia di Finanza.
Ve l'ho voluto leggere perché anche se un po' tecnico voi lo conoscete, ma magari chi ci ascolta o altri consiglieri no. Questa è la modifica della delibera regionale che noi applicheremo presto, abbiamo convenuto in sede di discussione regionale pre-delibera, sia in sede di concertazione in tavolo metropolitano, che con la nuova ERP 10 applicheremo questo modello standard. Lo dico perché la discussione politica, voi lo avete detto, è stata accesa all'interno del tavolo di discussione regionale, rispetto ai comuni capoluogo e anche all'interno del tavolo dell'area metropolitana. Sindaci e assessori dei comuni dell'area avevano anche orientamenti di versi. Pochissimi avevano intenzione di procedere più fortemente, come richiamava il consigliere Sassone con più forza, anche con richiesta di documentazione, la grande maggioranza invece aveva una posizione diversa.
Ci siamo orientati nella modalità di applicare per ora questo primo passo importante che mette sullo stesso piano italiani e stranieri, rispetto al principio di impossidenza. Ho voluto leggere precisamente l'articolo perché noi abbiamo un problema rispetto ad altri, anche quando si fanno dei parallelismi con cose diverse, pensate soltanto al tema dell'università che viene citata spesso. Per quanto riguarda l'università il diritto è diverso, e quindi la documentazione che viene richiesta per il diritto allo studio è ben diversa rispetto al diritto alla casa. La casa pubblica è assolutamente una azione di welfare, questo lo dice la normativa nazionale, mentre la verifica dell'impossidenza all'estero per quanto riguarda le certificazioni degli studenti universitari riguardano il diritto allo studio, quindi l'accesso allo studentato e soprattutto la quantificazione della tassa d'iscrizione. Ben diverso invece è accedere o no a un servizio di welfare come quello della casa, con in più la difficoltà di documentare soprattutto per alcuni paesi non solo quanto è la proprietà, quindi superiore al 50%, ma anche una abitazione adeguata alle esigenze del nucleo familiare. Voi capite che questo adeguamento per legge nazionale è su parametri nazionali, quindi come potremmo fare? Al di la dei ragionamenti politici, noi dobbiamo anche ragionare sull'applicazione vera, puntuale, reale di quello che dobbiamo fare. E quindi c'è anche questo tema rispetto a cosa vuole dire un immobile adeguato alle esigenze del nucleo. Qui mi taccio rispetto ai tecnicismi e all'applicazione, sono stata esplicita, applicheremo la modalità base e non chiederemo ulteriori documentazioni.
Voi avete parlato anche di altro. Non ho nessun infingimento e come sapete sono molto legata ai dati di realtà. In questa sede ho sempre cercato di portarle dati, più ancora se volete di alcune considerazioni politiche poi necessarie, perché il mio ruolo è anche e soprattutto politico. Però ci tengo a dirvi che io non ho infingimenti al punto tale che i dati che voi avete letto, che sulla stampa sono stati molto in primo piano, sono dati che sono figli di ricerche che facciamo noi, nel senso che io sono davvero molto orientata ad amministrare l'esistente e a prevedere e cercare di guidare il futuro. Quindi i dati sulla presenza di nazionalità diversa dall'italiana nei nostri alloggi pubblici sono nostri, che ben volentieri i nostri istituti di ricerca, l'Università e il Cattaneo quando ce n'è stato bisogno, elaborano insieme a noi. Quindi sono dati su cui io lavoro, che leggo anche io, però vanno letti tutti; è chiaro che abbiamo idee politiche diverse, abbiamo priorità diverse, una lettura della realtà diversa, perché sennò non avrebbe senso svolgere la nostra attività, soprattutto voi, la vostra attività in questo momento, in partiti politici diversi. Abbiamo letture diverse, ma vi l'invito davvero tutti, senza polemica, mi conoscete bene, a leggerli tutti i dati, nel loro complesso. Ve ne do alcuni di diversi rispetto a quelli che avete dato voi. Non c'è nessun allarme, i dati sono quelli che ci immaginavamo, abbiamo ancora una maggioranza piuttosto consistente, oltre il 68%, di famiglie italiane all'interno dei nostri alloggi pubblici. Noi parliamo di nuove assegnazioni, lo dissi qua un anno fa che immaginavo che ci sarebbe stato questo tipo di proiezione, ma va anche dato un altro dato, che magari non è così noto. A Bologna abbiamo circa il 30% di famiglie che vivono in affitto, poi c'è anche il dato del 42% di quelli che non vivono in piena proprietà perché hanno comunque un mutuo, ma un 30% all'incirca sono le famiglie che vivono in affitto nella nostra città. Quindi circa il 70% vive in alloggi di proprietà, di cui il 95% di questi, vi darò i dati perfetti quando faremo la commissione, sono proprietà ovviamente di cittadini italiani. Se voi andate a vedere l'incidenza delle nazionalità nelle nuove assegnazioni, è proprio la ricerca che ho presentato ieri, vedrete che un dato balza agli occhi: il 5% della totalità della popolazione italiana di Bologna, quindi quella relativa, ha un accesso all'edilizia pubblica, vive in un alloggio pubblico, mentre le altre nazionalità hanno numeri più alti. Quindi, quando noi diciamo che per i bolognesi non c'è casa, non diciamo tutta la verità, perché per fortuna nella nostra città la stragrande maggioranza dei cittadini ha casa, ha casa di proprietà, che con fatica si è acquistata e anche nella percentuale del 30%, la percentuale del 5% di bolognesi non è bassa, anzi, vi assicuro che è la più alta in l'Italia come percentuale. Lo dico perché questo ci deve fare onore, sono d'accordo con Sassone, noi dobbiamo essere orgogliosi dei nostro patrimonio, costruito dagli italiani e dai bolognesi e va restituito agli italiani, ai bolognesi e a coloro che ne hanno diritto e vivono stabilmente nella nostra città. Lo dico anche qui per i cittadini, c'è una norma che è stata approvata qualche anno fa che dice che per avere accesso all'edilizia pubblica bisogna avere tre anni di residenza nella nostra città; è importante perché quando si parla di stranieri che hanno accesso all'edilizia pubblica, parliamo degli stranieri che vanno davvero a lavorare, i cui bambini vanno davvero nelle nostre scuole, parliamo dei famosi stranieri regolari che lavorano e che hanno bambini, quindi non sono i richiedenti asilo, lo dico solo per chiarezza di tutti, perché poi sembra che l'emergenza sia legata all'emergenza che abbiamo avuto sui nuovi richiedenti. Sono più stabili, tanto è vero che le richieste di aumentare gli anni di residenza non cambierebbe assolutamente la realtà che abbiamo di fronte, perché parliamo della immigrazione più consolidata e stanziale che c'è nella nostra città, e i tre anni di residenza vi posso assicurare che hanno impattato più sugli italiani che provengono dal sud piuttosto che sugli stranieri, perché la mobilitata dal sud Italia è molto più veloce e continua di quello che possiamo pensare.
Vi potrei dare anche altri dati, che non stanno a dimostrare qualcosa di diverso rispetto a quello che voi avete detto, è un dato che ci aiuta a inquadrare la questione complessiva. Noi come ci dobbiamo muovere? Lo diceva benissimo la consigliera Scarano. Sul calmierato lei consigliera ha ragione, dobbiamo accelerare e mettere più abitazioni nel pacchetto del calmierato, su questo sono perfettamente d'accordo con lei. Sono riuscita a fare arrivare il tema casa e politiche abitative al primo piano delle nostre attività e del nostro lavoro. Io sono davvero convinta che prima ancora di ragionare sulla normativa che ci consente di fare come un bilancino, abbiamo bisogno di aumentare, perché i dati ci dicono che c'è sempre più bisogno, c'è una polarizzazione della povertà, non un aumento, i poveri sono sempre più poveri e quindi noi abbiamo un abbassamento di ISEE delle persone a cui diamo case. Abbiamo bisogno di aumentare l'edilizia pubblica e abbiamo bisogno anche di aumentare l'edilizia a canone calmierato, che poi vuole dire canone concordato di proprietà pubblica, non è altro in realtà, le cifre sono quelle. Ne abbiamo pochi, stamattina parlavamo della riconversione del Beretta proprio su quella finalità, sono una trentina di appartamenti, non risolveranno tutti i nostri problemi, ma è un inizio e dobbiamo ragionare per aumentare il nostro patrimonio perché abbiamo necessità di dare risposta a tutti, perché le richieste sono tante.
L'ultima cosa a cui tengo molto. Vi prego andate a guardare con attenzione i criteri per avere l'accesso all'edilizia pubblica, non c'è nessuna differenziazione tra italiani e non italiani, i cittadini vengono messi tutti sullo stesso piano. Fare la lista per gli italiani e la lista per i non italiani è una cosa che io non farò mai, su questo ci dividiamo politicamente. Lo considero sbagliato, lo considero assolutamente in controtendenza a quello che oltre tutto non si può fare, lo sapevo già, ma dico che non lo farei neanche se fosse possibile.
Si può lavorare sui criteri per riequilibrare il sistema, ma vi assicuro che i criteri sono già molto precisi. Gli anziani ultrasessantacinquenni hanno 12 punti, non è che non sia contemplato questo. Il famoso tema dei bambini, non fa la differenza avere tanti bambini, perché ogni bambino è un punto in più. Lo dico perché sono cose che si sentono. La realtà vera e vi prego su questo consiglieri fate una riflessione perché è positivo, è che gli italiani economicamente stano meglio e quindi a parità di situazione quello che fa la differenza è il reddito ISEE, non tanto lo stato. Abbiamo aumentato il punteggio per l'invalidità, per la disabilità motoria, per l'anzianità, se si è più anziani si ha un punteggio in più. Abbiamo lavorato per consentire anche un riequilibrio, ma quello che fa la differenza è il reddito. Gli italiani hanno redditi più alti e qui ha ragione la consigliera Scarano, è utile il calmierato perché c'è un bisogno estremo che viene rappresentato. Noi diamo casa a chi ha un reddito ISEE medio di 4.000 euro, vuole dire avere pochissimo, capite?
Chiaro che rimane fuori avendo una dotazione non sufficiente chi ha redditi più alti. Bisogna aumentare le risorse pubbliche su altre graduatorie, quindi il calmierato, sono d'accordo, ci deve aiutare, insieme all'ERP. Sul calmierato possiamo anche avere redditi maggiori, nella ricerca che abbiamo fatto il calmierato c'è da dati diversi, anche dal punto di vista generazionale, perché al calmierato fanno richieste famiglie giovani. Il problema oggi è anche quello delle famiglie giovani.
Sulla lettura dei dati invito voi tutti e anche me, a vederli nel loro complesso. Chiedetemi interventi per aumentare le case a disposizione, questo è legittimo. Benissimo la stimolazione sul canone calmierato, ci lavoriamo e speriamo di fare anche di più. Questa società insieme deve cresce, la nostra città deve fare dei passi seri e veloci sulla integrazione, fra tutti i gruppi che vivono nella nostra città e in territori diversi, che hanno difficoltà diverse. L'edilizia pubblica oggi va a poverissimi che non hanno solo un problema della casa, su cui dobbiamo fare un lavoro grande e importante. Vi ringrazio, avremmo modo sicuramente di parlarne ancora".
Domanda del consigliere Bosco
"Alla luce degli articoli di stampa sui controlli ACER su case a stranieri, si chiede il parere della Giunta. In particolare si chiede se la Giunta ritenga che ACER disponga degli strumenti sufficienti per individuare beneficiari o richiedenti di alloggi ERP che posseggono un immobile all'estero".
Domanda della consigliera Scarano
"In base agli articoli di stampa sui controlli ACER su case a stranieri, che confermano una situazione già tristemente nota e molto preoccupante che denota una esigenza maggiore di casa per le nuove povertà italiane ed una offerta carente con i parametri ad oggi vigenti, chiedo al Sig. Sindaco e alla Giunta come intendano affrontare questa situazione che sta diventando una vera piaga sociale per gli italiani indigenti; chiedo inoltre come intendano accellerare il controllo dei beni all'estero e come intendano incrementare il canone calmierato convogliandolo agli italiani che sono ormai esclusi dalle graduatorie ERP e neanche più motivati a presentare la domanda".
Domanda del consigliere Sassone
"Facendo seguito a quanto reso noto in questi giorni sugli organi d'informazione relativamente "all'assegnazione abitazioni Acer" ed allo storico "sorpasso" degli stranieri rispetto agli italiani, come da articoli di stampa si chiede al Signor Sindaco il proprio pensiero politico in merito e se l'Amministrazione ritenga di porre in essere azioni atte ad invertire tale trend. In caso affermativo si chiede quali".
Risposta dell'assessore Gieri
"La materia della verifica delle dichiarazioni è oggettivamente complessa, anche per i cittadini italiani, lo dico perché è una materia su cui i tecnicismi non bastano, ma proverò a dare qualche risposta. Ringrazio delle domande, anche se le vostre domande avevano anche delle risposte in realtà, quindi io non faccio altro più che rispondervi, darvi il senso del lavoro e, anche a chi ci ascolta, dare qualche elemento aggiuntivo. Ci tengo intanto a dare conto dei passaggi e di questa novità, che la Regione Emilia-Romagna ci chiede di applicare già la delibera regionale che è stata approvata in giugno. Ha avuto bisogno di vari approfondimenti e leggerò proprio cosa c'è scritto nella norma. Ci tengo anche a dire che abbiamo voluto fortemente anche avere un tavolo di concertazione con l'area metropolitana. Questo è un tavolo che siamo riusciti a convocare, lo ha convocato in realtà in consigliere delegato Lelli, a fine ottobre, proprio perché da alcuni territori ci proveniva in qualche maniera la sollecitazione a coordinarci come città metropolitana per avere gli stessi parametri rispetto all'applicazione della delibera.
Che cosa è questo termine, impossidenza, che a volte non viene compreso completamente. Vi leggo proprio testualmente, perché è importante una frase che non viene mai citata. Limiti alla titolarità dei diritti reali su beni immobili. I componenti il nucleo avente diritto non devono essere titolari, complessivamente, di una quota superiore al 50% di diritto di proprietà, usufrutto o abitazione sul medesimo alloggio, ovunque ubicato e adeguato alle esigenze del nucleo familiare ai sensi del decreto ministeriale del 5 luglio 1975. Per tutti i richiedenti, la titolarità dei diritti sopra indicati è rilevabile dalla documentazione fiscale e dalla dichiarazione ISEE presentata, restando nella facoltà dei Comuni disporre eventuali altre forme di controllo. L'omessa dichiarazione della titolarità di tali diritti è sanzionabile ai sensi dell'art. 76 del D.P.R. n. 445/2000. Il controllo del patrimonio posseduto all'estero da cittadini italiani, comunitari o extracomunitari, questo l'elemento di vera novità, cittadini italiani ed extracomunitari vengono messi sullo stesso piano, viene effettuato verificando le dichiarazioni fiscali dei suddetti soggetti. Poiché vi sono obblighi dichiarativi conseguenti al possesso di immobile estero, quali ad esempio la compilazione dei quadri RL12 e RW, nei casi previsti dalla legge, del Modello Unico Persone Fisiche, la verifica della titolarità di immobile estero o altro diritto reale avviene verificando le dichiarazioni fiscali presentate all'Agenzia delle Entrate; è infatti l'Agenzia delle Entrate preposta alla verifica della regolarità della dichiarazione presentata dal cittadino in virtù di specifici poteri di controllo dei quali è titolare, anche con l'eventuale collaborazione della Guardia di Finanza.
Ve l'ho voluto leggere perché anche se un po' tecnico voi lo conoscete, ma magari chi ci ascolta o altri consiglieri no. Questa è la modifica della delibera regionale che noi applicheremo presto, abbiamo convenuto in sede di discussione regionale pre-delibera, sia in sede di concertazione in tavolo metropolitano, che con la nuova ERP 10 applicheremo questo modello standard. Lo dico perché la discussione politica, voi lo avete detto, è stata accesa all'interno del tavolo di discussione regionale, rispetto ai comuni capoluogo e anche all'interno del tavolo dell'area metropolitana. Sindaci e assessori dei comuni dell'area avevano anche orientamenti di versi. Pochissimi avevano intenzione di procedere più fortemente, come richiamava il consigliere Sassone con più forza, anche con richiesta di documentazione, la grande maggioranza invece aveva una posizione diversa.
Ci siamo orientati nella modalità di applicare per ora questo primo passo importante che mette sullo stesso piano italiani e stranieri, rispetto al principio di impossidenza. Ho voluto leggere precisamente l'articolo perché noi abbiamo un problema rispetto ad altri, anche quando si fanno dei parallelismi con cose diverse, pensate soltanto al tema dell'università che viene citata spesso. Per quanto riguarda l'università il diritto è diverso, e quindi la documentazione che viene richiesta per il diritto allo studio è ben diversa rispetto al diritto alla casa. La casa pubblica è assolutamente una azione di welfare, questo lo dice la normativa nazionale, mentre la verifica dell'impossidenza all'estero per quanto riguarda le certificazioni degli studenti universitari riguardano il diritto allo studio, quindi l'accesso allo studentato e soprattutto la quantificazione della tassa d'iscrizione. Ben diverso invece è accedere o no a un servizio di welfare come quello della casa, con in più la difficoltà di documentare soprattutto per alcuni paesi non solo quanto è la proprietà, quindi superiore al 50%, ma anche una abitazione adeguata alle esigenze del nucleo familiare. Voi capite che questo adeguamento per legge nazionale è su parametri nazionali, quindi come potremmo fare? Al di la dei ragionamenti politici, noi dobbiamo anche ragionare sull'applicazione vera, puntuale, reale di quello che dobbiamo fare. E quindi c'è anche questo tema rispetto a cosa vuole dire un immobile adeguato alle esigenze del nucleo. Qui mi taccio rispetto ai tecnicismi e all'applicazione, sono stata esplicita, applicheremo la modalità base e non chiederemo ulteriori documentazioni.
Voi avete parlato anche di altro. Non ho nessun infingimento e come sapete sono molto legata ai dati di realtà. In questa sede ho sempre cercato di portarle dati, più ancora se volete di alcune considerazioni politiche poi necessarie, perché il mio ruolo è anche e soprattutto politico. Però ci tengo a dirvi che io non ho infingimenti al punto tale che i dati che voi avete letto, che sulla stampa sono stati molto in primo piano, sono dati che sono figli di ricerche che facciamo noi, nel senso che io sono davvero molto orientata ad amministrare l'esistente e a prevedere e cercare di guidare il futuro. Quindi i dati sulla presenza di nazionalità diversa dall'italiana nei nostri alloggi pubblici sono nostri, che ben volentieri i nostri istituti di ricerca, l'Università e il Cattaneo quando ce n'è stato bisogno, elaborano insieme a noi. Quindi sono dati su cui io lavoro, che leggo anche io, però vanno letti tutti; è chiaro che abbiamo idee politiche diverse, abbiamo priorità diverse, una lettura della realtà diversa, perché sennò non avrebbe senso svolgere la nostra attività, soprattutto voi, la vostra attività in questo momento, in partiti politici diversi. Abbiamo letture diverse, ma vi l'invito davvero tutti, senza polemica, mi conoscete bene, a leggerli tutti i dati, nel loro complesso. Ve ne do alcuni di diversi rispetto a quelli che avete dato voi. Non c'è nessun allarme, i dati sono quelli che ci immaginavamo, abbiamo ancora una maggioranza piuttosto consistente, oltre il 68%, di famiglie italiane all'interno dei nostri alloggi pubblici. Noi parliamo di nuove assegnazioni, lo dissi qua un anno fa che immaginavo che ci sarebbe stato questo tipo di proiezione, ma va anche dato un altro dato, che magari non è così noto. A Bologna abbiamo circa il 30% di famiglie che vivono in affitto, poi c'è anche il dato del 42% di quelli che non vivono in piena proprietà perché hanno comunque un mutuo, ma un 30% all'incirca sono le famiglie che vivono in affitto nella nostra città. Quindi circa il 70% vive in alloggi di proprietà, di cui il 95% di questi, vi darò i dati perfetti quando faremo la commissione, sono proprietà ovviamente di cittadini italiani. Se voi andate a vedere l'incidenza delle nazionalità nelle nuove assegnazioni, è proprio la ricerca che ho presentato ieri, vedrete che un dato balza agli occhi: il 5% della totalità della popolazione italiana di Bologna, quindi quella relativa, ha un accesso all'edilizia pubblica, vive in un alloggio pubblico, mentre le altre nazionalità hanno numeri più alti. Quindi, quando noi diciamo che per i bolognesi non c'è casa, non diciamo tutta la verità, perché per fortuna nella nostra città la stragrande maggioranza dei cittadini ha casa, ha casa di proprietà, che con fatica si è acquistata e anche nella percentuale del 30%, la percentuale del 5% di bolognesi non è bassa, anzi, vi assicuro che è la più alta in l'Italia come percentuale. Lo dico perché questo ci deve fare onore, sono d'accordo con Sassone, noi dobbiamo essere orgogliosi dei nostro patrimonio, costruito dagli italiani e dai bolognesi e va restituito agli italiani, ai bolognesi e a coloro che ne hanno diritto e vivono stabilmente nella nostra città. Lo dico anche qui per i cittadini, c'è una norma che è stata approvata qualche anno fa che dice che per avere accesso all'edilizia pubblica bisogna avere tre anni di residenza nella nostra città; è importante perché quando si parla di stranieri che hanno accesso all'edilizia pubblica, parliamo degli stranieri che vanno davvero a lavorare, i cui bambini vanno davvero nelle nostre scuole, parliamo dei famosi stranieri regolari che lavorano e che hanno bambini, quindi non sono i richiedenti asilo, lo dico solo per chiarezza di tutti, perché poi sembra che l'emergenza sia legata all'emergenza che abbiamo avuto sui nuovi richiedenti. Sono più stabili, tanto è vero che le richieste di aumentare gli anni di residenza non cambierebbe assolutamente la realtà che abbiamo di fronte, perché parliamo della immigrazione più consolidata e stanziale che c'è nella nostra città, e i tre anni di residenza vi posso assicurare che hanno impattato più sugli italiani che provengono dal sud piuttosto che sugli stranieri, perché la mobilitata dal sud Italia è molto più veloce e continua di quello che possiamo pensare.
Vi potrei dare anche altri dati, che non stanno a dimostrare qualcosa di diverso rispetto a quello che voi avete detto, è un dato che ci aiuta a inquadrare la questione complessiva. Noi come ci dobbiamo muovere? Lo diceva benissimo la consigliera Scarano. Sul calmierato lei consigliera ha ragione, dobbiamo accelerare e mettere più abitazioni nel pacchetto del calmierato, su questo sono perfettamente d'accordo con lei. Sono riuscita a fare arrivare il tema casa e politiche abitative al primo piano delle nostre attività e del nostro lavoro. Io sono davvero convinta che prima ancora di ragionare sulla normativa che ci consente di fare come un bilancino, abbiamo bisogno di aumentare, perché i dati ci dicono che c'è sempre più bisogno, c'è una polarizzazione della povertà, non un aumento, i poveri sono sempre più poveri e quindi noi abbiamo un abbassamento di ISEE delle persone a cui diamo case. Abbiamo bisogno di aumentare l'edilizia pubblica e abbiamo bisogno anche di aumentare l'edilizia a canone calmierato, che poi vuole dire canone concordato di proprietà pubblica, non è altro in realtà, le cifre sono quelle. Ne abbiamo pochi, stamattina parlavamo della riconversione del Beretta proprio su quella finalità, sono una trentina di appartamenti, non risolveranno tutti i nostri problemi, ma è un inizio e dobbiamo ragionare per aumentare il nostro patrimonio perché abbiamo necessità di dare risposta a tutti, perché le richieste sono tante.
L'ultima cosa a cui tengo molto. Vi prego andate a guardare con attenzione i criteri per avere l'accesso all'edilizia pubblica, non c'è nessuna differenziazione tra italiani e non italiani, i cittadini vengono messi tutti sullo stesso piano. Fare la lista per gli italiani e la lista per i non italiani è una cosa che io non farò mai, su questo ci dividiamo politicamente. Lo considero sbagliato, lo considero assolutamente in controtendenza a quello che oltre tutto non si può fare, lo sapevo già, ma dico che non lo farei neanche se fosse possibile.
Si può lavorare sui criteri per riequilibrare il sistema, ma vi assicuro che i criteri sono già molto precisi. Gli anziani ultrasessantacinquenni hanno 12 punti, non è che non sia contemplato questo. Il famoso tema dei bambini, non fa la differenza avere tanti bambini, perché ogni bambino è un punto in più. Lo dico perché sono cose che si sentono. La realtà vera e vi prego su questo consiglieri fate una riflessione perché è positivo, è che gli italiani economicamente stano meglio e quindi a parità di situazione quello che fa la differenza è il reddito ISEE, non tanto lo stato. Abbiamo aumentato il punteggio per l'invalidità, per la disabilità motoria, per l'anzianità, se si è più anziani si ha un punteggio in più. Abbiamo lavorato per consentire anche un riequilibrio, ma quello che fa la differenza è il reddito. Gli italiani hanno redditi più alti e qui ha ragione la consigliera Scarano, è utile il calmierato perché c'è un bisogno estremo che viene rappresentato. Noi diamo casa a chi ha un reddito ISEE medio di 4.000 euro, vuole dire avere pochissimo, capite?
Chiaro che rimane fuori avendo una dotazione non sufficiente chi ha redditi più alti. Bisogna aumentare le risorse pubbliche su altre graduatorie, quindi il calmierato, sono d'accordo, ci deve aiutare, insieme all'ERP. Sul calmierato possiamo anche avere redditi maggiori, nella ricerca che abbiamo fatto il calmierato c'è da dati diversi, anche dal punto di vista generazionale, perché al calmierato fanno richieste famiglie giovani. Il problema oggi è anche quello delle famiglie giovani.
Sulla lettura dei dati invito voi tutti e anche me, a vederli nel loro complesso. Chiedetemi interventi per aumentare le case a disposizione, questo è legittimo. Benissimo la stimolazione sul canone calmierato, ci lavoriamo e speriamo di fare anche di più. Questa società insieme deve cresce, la nostra città deve fare dei passi seri e veloci sulla integrazione, fra tutti i gruppi che vivono nella nostra città e in territori diversi, che hanno difficoltà diverse. L'edilizia pubblica oggi va a poverissimi che non hanno solo un problema della casa, su cui dobbiamo fare un lavoro grande e importante. Vi ringrazio, avremmo modo sicuramente di parlarne ancora".