Comunicati stampa

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Question Time, chiarimenti sull'amministrazione della giustizia in Emilia Romagna per l’anno 2017

L'assessora delega al Patto per la giustizia Susanna Zaccaria ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda della consigliera Simona Lembi (Partito Democratico) sull'amministrazione della giustizia in Emilia Romagna per l’a...

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L'assessora delega al Patto per la giustizia Susanna Zaccaria ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda della consigliera Simona Lembi (Partito Democratico) sull'amministrazione della giustizia in Emilia Romagna per l’anno 2017.

La domanda della consigliera Lembi
"Invito cortesemente il Sindaco e la Giunta ad esprimere una valutazione politico amministrativa circa i dati emersi dalla relazione sull'amministrazione della Giustizia nel Distretto dell’Emilia Romagna, per l’anno 2017".

La risposta dell'assessora Zaccaria
"Grazie alla consigliera Lembi per la domanda, che mi consente di fare qualche approfondimento. Ero in effetti all'apertura dell'anno giudiziario come titolare della delega al Patto per la giustizia.
Alcuni dei contenuti delle relazioni del Procuratore Generale e del Presidente della Corte d’Appello hanno avuto un notevole risalto sui principali organi di stampa. Le relazione del presidente ha riportato le statistiche prevalentemente giudiziarie, quindi stato delle pendenze dei procedimenti del distretto, alle percentuali di procedimenti smaltiti e definiti; la relazione del Procuratore generale, che è invece il capo degli uffici dell'accusa, ha dato invece una valutazione più generale che non necessariamente è strettamente legata alle statistiche.

I dati riportati sull’aumento dei procedimenti di secondo grado e sulla loro durata media, che porta spesso all’estinzione del reato per intervenuta prescrizione, generano preoccupazione per la mancata risposta dell’ordinamento rispetto al riconoscimento dei diritti e alla punizione effettiva dei reati, mentre l’aumento di talune tipologie di reato, come gli episodi di violenza contro le donne e la criminalità giovanile, producono un giustificato allarme sociale, è normale che leggendo i dati si crei allarme sociale.
Tengo però a precisare, da un lato, che l'attenzione posta dal Procuratore Generale ai reati di violenza contro le donne è un fattore positivo e non scontato: ci sono voluti molti anni perché in queste occasioni così solenni e ufficiali la violenza contro le donne entrasse nell'elenco dei reati percepiti come gravi. Un dato molto recente che al Procuratore generale ci tengo a riconoscere.
Dall'altro lato però, non sono dell'idea che possiamo parlare di ondata di violenza contro le donne o di escalation della violenza contro le donne, quando i dati sono comunque molto alti da anni riguardano prevalentemente la violenza domestica, quando invece rispetto alle denunce abbiamo dei cali anche sensibili.

Il Procuratore ha fatto riferimento a fatti molto gravi che si sono verificati nel corso dell'anno passato, come le aggressioni sessuali a Rimini, l'aggressione a Jessica Notaro e questi fatti, a cui è stata data una vastissima visibilità mediatica, hanno aumentato notevolmente la percezione di insicurezza, che è una conseguenza inevitabile nel dare questo rilievo. La percezione di insicurezza sul territorio, mi permetto di dire che non è sempre strettamente connessa alle statistiche, perché sappiamo che le statistiche più alte in tema di violenza, in assoluto, sono quelle relative alla violenza domestica e noi una grande percezione di insicurezza non la sentiamo ancora così forte, mentre i numeri dell'Istat sono sbalorditivi.
Sono state anche riportate le statistiche relative ai reati connessi da minorenni nel distretto, ne abbiamo già sentito parlare anche oggi, anch'essi attualmente oggetto di particolareattenzione mediatica: mentre il numero delle notizie di reato è in calo, quello che preoccupa è che invece in aumento la gravità dei fatti commessi. Vengono commessi meno reati dai minorenni, ma reati più gravi e questo necessita di riflessioni e valutazioni.
Sono state fatte anche delle dichiarazioni relative alle carceri, io su questo condivido quanto riferito circa la necessità di certezza nell'esecuzione della pena e all'importanza dei rapporti bilaterali tra Stati per i rimpatri di chi delinque, sono state fatte delle considerazioni necessarie; devo però dire una cosa, che è anche facilmente comprensibile che i detenuti scelgano di scontare la pena in Italia rispetto ai loro paesi di origine quando provengano da Stati che non garantiscono il rispetto degli standard minimi in tema di diritti civili dei detenuti, come invece avviene in Italia. Facciamo tante azioni con l'istituzione carceraria e credo che si debba andare fieri di un Paese che rispetta i diritti civili.

Le dichiarazioni del procuratore generale hanno tuttavia finito per togliere l’interesse della stampa sul fatto che nella relazione c'era grande risalto verso azioni positive. Vero che c'è sempre la tendenza a dare risalto ai dati negativi, ma questa valutazione positiva riguarda proprio il Patto per la giustizia. Ricordo che il Patto vede fra i sottoscrittori tutti gli uffici giudiziari, la Regione, la Città metropolitana e il Comune di Bologna, l’Università, gli uffici decentrati di importanti istituzioni pubbliche, come la Banca d’Italia, gli Ordini professionali, le rappresentanze delle categorie economiche e le Fondazioni bancarie.
Leggo solo brevemente come il presidente Colonna questo che è un progetto del Comune di Bologna: questi progetti sono”...molto importanti per migliorare l’organizzazione dell’amministrazione della Giustizia nel territorio e, giustamente, sono condivisi non solamente dagli enti esponenziali di detto territorio, ma anche dalle Università che un contributo decisivo a tale miglioramento possono portare con il fondamentale bagaglio di conoscenze che istituzionalmente posseggono” (pag 39 – Relazione Colonna).
Per il presidente della Corte d’Appello, la gestione più semplice e veloce (grazie alla digitalizzazione e telematizzazione delle procedure) dei flussi documentali fra Comune e Tribunale di Bologna, avviata grazie alla realizzazione di un piattaforma di interoperabilità che utilizza un punto d’accesso per dialogare con l'infrastruttura informatica del Ministero della Giustizia (il Processo Civile Telematico), rappresenta un risultato importante sulla strada della maggiore efficienza del sistema Giustizia che auspica si possa estendere a livello distrettuale.
Progetti come quello degli sportelli di prossimità sono da considerare come esempi di “buona organizzazione” perché “..destinati soprattutto ad agevolare gli utenti del servizio Giustizia con minori mezzi economici”, quelli che risultano più distanti, non solo dal punto di vista logistico, dalle sedi della Giustizia".
Ho richiamato questo passaggio, non solo perché è la prima volta che in quella sede si dà un riconoscimento così forte ad un progetto di collaborazione tra enti, ma anche per evidenziare, nella piena comprensione di quello che è il meccanismo mediatico, l'invito ad andare oltre i titoli degli articoli di stampa sui giornali e a leggere il contenuto pieno di queste relazioni".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:40
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