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Question Time, chiarimenti sulla veglia antiabortista

L'assessora alle Pari opportunità, Susanna Zaccaria, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Federica Mazzoni (Partito Democratico) sulla veglia antiabortista in programma sabato. Domanda d'attualità della consigli...

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L'assessora alle Pari opportunità, Susanna Zaccaria, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Federica Mazzoni (Partito Democratico) sulla veglia antiabortista in programma sabato.

Domanda d'attualità della consigliera Mazzoni
"Visti gli articoli di stampa, invita cortesemente il Sindaco e la Giunta ad esprimere una valutazione politico-amministrativa circa l'annunciata veglia di preghiera del Comitato nazionale No 194, prevista per sabato 9 giugno 2018 a Bologna, anche a fronte della notizia che il neo Ministro per la Famiglia e le Disabilità, Lorenzo Fontana, è componente di tale Associazione".

Risposta dell'assessora Zaccaria
"Grazie consigliera Mazzoni per la domanda, solleviamo una questione che è ormai un simbolo, quando si parla di diritti conquistati che non sono mai al sicuro il primo esempio che si fa è la legge 194, è una delle leggi più contestate. Appena cambia l'aria e si ha un peggioramento di sensibilità sociale in merito alla tutela dei diritti civili, torna fuori la questione della legge 194 che è la legge che ha subìto più passaggi davanti alla Corte costituzionale, per le richieste più svariate di legittimità, mai accolte peraltro, ma è in assoluto la più contestata, e per questi motivi è diventata un simbolo della libertà di autodeterminazione delle donne e sappiamo quanto sul corpo delle donne si giochino le questioni relative alla tutela dei diritti.
E' anche la legge che viene più di tutte ripetutamente disapplicata, non solo dai medici obiettori, che fanno sì che in alcune regioni d'Italia non sia possibile esercitare un diritto riconosciuto dallo Stato, ma anche per la parte che tutela l'articolo due della legge e che dovrebbe essere di sostegno ad una donna che si rivolge ad un consultorio, se voi leggete l'articolo parla di dovere d'informazione, di valutazione con lei, di soluzione alternative formulata proprio con i toni del sostegno e dell'aiuto in un momento difficile, sappiamo come, in concreto, questi percorsi diventino un vero e proprio calvario, quando non un pesantissimo giudizio morale su una scelta indipendentemente da quello che accade. Abbiamo testimonianze molto, molto, molto frequenti su passaggi di questo tipo, nella nostra regione fortunatamente ci sono metodi di un certo tipo, sappiamo che però in Italia, da questo punto di vista, è molto varia. Nell'articolo di stampa oggetto della domanda si riferisce appunto come spesso le donne che vogliono abortire vengono definite "assassine", quindi qui non ci si limita a pensare diversamente, cosa assolutamente legittima, io non sono d'accordo, non voglio accedere a questo diritto, non abortirei per nulla al mondo, non lo faccio e basta. Si vuole impedire a tutte le donne di abortire, perché quello che si chiede è di eliminare la legge che invece è una legge di civiltà. Io trovo molto grave ogni azione di stigmatizzazione delle donne che vogliono abortire che, perché esercitano un diritto riconosciuto dalla legge e soprattutto che sappiamo che scongiura il ritorno all'aborto clandestino per il quale tante donne hanno perso la vita nel tempo, lo sappiamo, sono cose che sappiamo e non possiamo far finta di non sapere. Per quello che riguarda le veglie, qua dico una mia convinzione personale, nel massimo rispetto di tutte le religioni, la preghiera è una questione intima e personale che io rispetto molto e quindi non contesto il fatto che ci siano delle veglia di preghiera, contesto il fatto che si utilizzino questi momenti e si strumentalizzino, e fa bene la preoccupazione citata che questi concetti vengano strumentalizzati, soprattutto quando queste manifestazioni avvengono in luoghi pubblici, proprio davanti agli ospedali dove donne che accedono e hanno momenti già sufficientemente difficili, si sentono, in alcune occasioni, lo sappiamo e l'abbiamo visto, addirittura aggredite verbalmente.
Quindi questo io trovo molto grave: il fatto che si cerchi di vincolare il loro pensiero, che le si butti addosso un giudizio morale pesantissimo in momenti molto difficili, questo penso in coerenza con quello che il sindaco Merola aveva già manifestato in passato, quindi non è la questione di una veglia di preghiera, che ribadisco rispetto molto, ma l'utilizzo di questi momenti per lanciare messaggi che sono contro la legge, ma soprattutto sono giudizi morali che assolutamente non vogliamo.
Non mi volevo sottrarre prima alla richiesta alla delegata sulle Pari opportunità, l'avevo semplicemente in questa domanda, quindi mi prende un secondo, se posso rispondere sinceramente, visto il profilo del Ministro Fontana, quindi con delega alla Famiglia e alla disabilità, probabilmente è meglio che non ci sia anche un Ministero delle Pari opportunità, cioè non credo che il conferimento di un titolo dia automaticamente capacità nella tutela dei diritti, quindi io mi permetto di dire che questa è una di quelle situazioni in cui, forse, se non ce ne occupiamo andiamo meglio, se l'alternativa è mettere lì qualcuno con un profilo tale che non riconosce, per esempio, l'esistenza della violenza sulle donne, come sappiamo che alcuni ritengono che sia tutta una invenzione, ecco, francamente, è uno di quei casi in cui preferisco magari che ci sia una delega che consenta al Dipartimento di funzionare sulle questioni che sono state impostate dal Governo precedente, ma ecco non sono ansiosa di nuovo dicastero, visti i profili scelti fino ad oggi".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:41
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