Comunicati stampa

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Question Time, chiarimenti sulla situazione all'ex ostello San Sisto

L'assessore Giuliano Barigazzi, ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alle domande d'attualità delle consigliere Addolorata Palumbo (Gruppo misto) e Emily Clancy (Coalizione civica) sulla situazione all'ex ostello San Sisto.Dom...

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L'assessore Giuliano Barigazzi, ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alle domande d'attualità delle consigliere Addolorata Palumbo (Gruppo misto) e Emily Clancy (Coalizione civica) sulla situazione all'ex ostello San Sisto.

Domanda della consigliera Palumbo
"Visti gli articoli di stampa apparsi in merito all’ex Ostello San Sisto che è attivo dal 2017 per l’emergenza abitativa ed ospita anche alcune famiglie sgomberate dall’ex Galaxy. Premesso che l’Amministrazione spende circa 30.000 euro al mese per le 80 famiglie ospitate e stipate in 25 minuscole stanze dell’ex Ostello San Sisto, a fronte di notevoli disagi riscontrati quali la cucina non funzionante e pochi servizi igienici, ed una sola lavatrice a disposizione. Si pone la seguente domanda di attualità: per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta sul tema. Per sapere se l’Amministrazione sia a conoscenza dei disagi elencati in premessa e se non ritenga che che con la cifra finanziata per l’ex San Sisto si possano trovare soluzioni migliori per chi è soggetto a problematiche abitative".

Domanda della consigliera Clancy
"Viste le notizie riguardanti le condizioni in cui versa la struttura dell'ex Ostello San Sisto e le condizioni in cui sono costrette a vivere le persone lì ospitate, si chiede al Sindaco e alla Giunta: se siano a conoscenza di questa situazione; una valutazione politico amministrativa in merito; come intenda l'amministrazione far fronte a questa problematica".

Risposta dell'assessore Barigazzi
"Se vi fermate al tema delle condizioni abitative è chiaro che questi soldi sono troppi, ma vi ricordo che San Sisto, assieme a Gandhi, è una delle due strutture che noi abbiamo per l’accoglienza immediata, quindi per l’emergenza. Abbiamo iniziato nel 2015 quando sono stati sgomberati 9 immobili cittadini di grandi dimensioni e dove c’era una crisi molto forte, attraverso le strutture di questo tipo abbiamo ridotto quei numeri, la lista di attesa per la transizione abitativa si sta progressivamente riducendo ed è nostra intenzione una progressiva e continua riduzione del numero dei nuclei in emergenza e transizione.
Quei soldi servono non solo all’accoglienza, noi non facciamo solo accoglienza, la gestione complessiva di quella struttura è caratterizzata per il servizio che partendo dall’accoglienza cerca di portare i nuclei all’autonomia e alla possibilità di convivenza nel contesto sociale, passando dal mondo del lavoro, dalla scuola, dalla frequentazione della comunità. Noi accompagniamo quelle persone, è un progetto educativo, in quello si spendono i soldi, non solo sull’abitativo. E’ presidiato 24 ore, ci sono operatori che accompagnano quelle persone, che spesso sono in quella condizione perché non solo sono sfrattati ma spesso hanno ridotto fortemente le loro capacità di trovare un lavoro e addirittura altri assetti abitativi. Senza quei soldi quelle persone dovremmo metterle in albergo, spendo il quadruplo. Stiamo riducendo i numeri e una prima risposta che poi si affianca alla transizione abitativa, agli alloggi Erp e a un’idea che io vorrei percorrere di maggiore capacità di avere appartamenti in affitto da dedicare anche alle persone che escono dagli sfratti o da problematiche di varia natura che gli portano a perdere la casa.
Se quei soldi fossero solo per l’accoglienza, come se quel posto fosse un parcheggio che non è, allora è chiaro che sono sempre troppi, ma siccome non è un parcheggio e c’è un progetto di accompagnamento e recupero dell’autonomia di quelle persone, allora diventa un’altra cosa. Entrando nello specifico: sono i 14 servizi igienici, per 85 persone, oltre alle 3 stanze per persone con fragilità e vulnerabilità che hanno 3 bagni. Poi ci sono le piastre per la possibilità di cucinare, 7 frigoriferi, una lavatrice e ci sono gli operatori che stanno portando avanti progetti di miglioramento con gli ospiti.
Quella è una struttura di accoglienza che deve portare ad altro e noi dobbiamo ridurre i tempi in cui le persone stanno lì, stiamo lavorando con l’assessore Gieri, dobbiamo aumentare la transizione abitativa e i nostri alloggi in affitto, perché non possiamo permetterci di tenere in albergo delle persone, aumentiamo la nostra capacità di fare progetto educativo di recupero dell’autonomia e di accompagnamento, spesso c’è addirittura per gli ospiti un servizio di disbrigo pratiche burocratiche. Se noi riduciamo quei numeri, come sono già in riduzione perché li intercettiamo e li portiamo nella transizione abitativa subito, alloggi che sono molto diversi dalla situazione comune che c’è a San Sisto, ma che comunque terrei anche con numeri molto più ridotti, poi se la riusciamo a eliminare un giorno ne sarei contento, sono aperto a tutte le idee, la terremo come emergenza e come primissima accoglienza. E’ ovviamente una struttura in cui la turnazione deve avvenire e il progetto educativo deve essere sempre più robusto per far sì che le persone poi riescano a uscire nel più breve tempo possibile ed entrare dentro una prospettiva di recupero dell’autonomia della casa e del lavoro, ricominciando un progetto di vita che sia meno legato alla precarietà e all’accoglienza anche in questo senso".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:43
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