Question Time, chiarimenti sulla ripresa economica in città e nell'area metropolitana
L'assessore al Lavoro e alle Attività produttive, Marco Lombardo, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Claudio Mazzanti (Partito democratico) sulla ripresa economica in città e area metropolitana.Domanda d'attuali...
Data:
:
L'assessore al Lavoro e alle Attività produttive, Marco Lombardo, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Claudio Mazzanti (Partito democratico) sulla ripresa economica in città e area metropolitana.
Domanda d'attualità del consigliere Mazzanti
"In relazione ai dati di Bankitalia sulla buona ripresa economica della Regione Emilia Romagna, pubblicati recentemente sulla stampa locale, dai quali emerge un ritorno ai livelli precedenti alla crisi economica, con una progressiva diminuzione della disoccupazione e un grosso incremento delle esportazioni, che nel 2017 hanno raggiunto lo 0,42 % dell'intero mercato mondiale; chiede al Sindaco e alla Giunta una valutazione politico-amministrativa sull’argomento, con specifico riferimento alla città di Bologna e all'area Metropolitana".
Risposta dell'assessore Lombardo
"Grazie consigliere per questa domanda che mi consente di fare un punto con una vlautazione dal punto di vista del Comune di Bologna di questi dati di Bankitalia, che ci dicono una cosa, sostanzialmente, che dopo dieci anni siamo finalmente usciti dalla crisi. Certo, non ci siamo usciti così come siamo entrati, perché è una crisi che ha cambiato profondamente non solo il tessuto produttivo, ma anche quello sociale. Però, e questo tutti i dati ci dimostrano, si è spostato l'asse del triangolo industriale italiano. Prima, voi sapete che era Milano, Genova, Torino il triangolo industriale per eccellenza, oggi, lei citava tre regioni - Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna- ma se vogliamo spostare il tema alle città come lei mi chiede, di fatto il nuovo triangolo industriale va da Milano a Bologna a Treviso. Questo è il nuovo triangolo industriale italiano e pensate che se le tre regioni fossero messe insieme varrebbero oltre il 40% del Pil italiano, tre regioni producono praticamente la metà del Pil italiano. Qual è il ruolo dell'Amministrazione pubblica, di un Comune in questo processo industriale. A mio avviso un ruolo c'è ed è forte e importante, perché oggi la competitività non si fa più tra le imprese, ma tra territori. E la pubblica amministrazione in realtà deve concepirsi come il sistema operativo del Paese. Se non funziona la pubblica amministrazione, evidentemente si rallentano i tempi, ma non c'è neanche una tutela quando ci sono situazioni di difficoltà o di crisi. Lei citava l'accordo sulla gig economy, potremmo chiamarla in bolognese 'l'economia dei ciappini', ma è evidente che il dare questa qualificazione non significa e non deve significare mai abbassare la qualità delle persone che ci lavorano. Ecco perché è importante non solo misurare la quantità dei dati occupazionali, ma la qualità, perché su questo c'è tantissimo lavoro da fare, soprattutto nella salvaguardia dei diritti e delle tutele. Quello che abbiamo fatto per i riders è un passaggio di qualcosa di molto più vasto che riguarda tutti i lavoratori digitali.
C'è un tema che riguarda la vocazione dei distretti industriali. Qui a Bologna abbiamo una zona, il comparto Roveri, che è un distretto industriale nel quale ci sono oltre mille realtà produttive. Noi stiamo, insieme ad Enea, a Confindustria e ai soggetti che lavorano lì valutando quali sono le possibilità che noi abbiamo come Amministrazione comunale per rafforzare la vocazione industriale di questo distretto perché non capita in molte realtà urbane di avere un distretto industriale così compatto e così forte a 15 chilometri dal centro. A mio avviso lì c'è un potenziale enorme da sviluppare ed è per questo che abbiamo attivato una cabina di regia, con l'assessora Orioli, con il presidente del quartiere Borsari e con tutti i soggetti privati e pubblici che vivono alle Roveri perché vogliamo che quel distretto si caratterizzi sempre di più per una multidimensionalità che lo fa diventare un villaggio, un distretto industriale e non la sommatoria di singoli insediamenti produttivi e commerciali. A breve presenteremo i risultati di un GIS che ci dirà qual è la situazione dal punto di vista energetico e dal punto di vista degli insediamenti produttivi. Ma c'è un'altra cosa, ed è un messaggio importante che a mio avviso dovrebbe ascoltare anche il governo nazionale: se noi abbiamo potuto fare tutto questo in Emilia-Romagna è perché l'abbiamo fatto insieme, è perché ci siamo sforzati e ci continuiamo a sforzare di tenere insieme il mondo produttivo dell'impresa con quello del lavoro e dei lavoratori, insieme ai sindacati confederali. Questo è un messaggio importante che secondo me qualifica la nostra crescita, il fatto di investire nel dialogo sociale e nel dialogo tra le parti. Poi all'interno del Patto del Lavoro siamo andati anche avanti con il patto Insieme per il lavoro in cui ci siamo impegnati coinvolgendo anche la curia, per metterci insieme non solo pubblico e privato, ma anche mondo laico e mondo cattolico per occuparci delle persone più vulnerabili e fragili. Per fare tutto questo, per dare benzina a questo nuovo triangolo industriale serve anche una buona rete di infrastrutture fisiche e digitali. Credo che anche questo sia un messaggio che dovrebbe ascoltare il prossimo governo, perché rendere inutili delle infrastrutture o delle soluzioni che aumentano l'infrastrutturazione fisica e digitale di questo triangolo significa bloccarne la crescita. Questa è una cosa molto importante su cui dobbiamo valorizzare sempre di più il nostro impegno. Quindi la nostra valutazione è assolutamente positiva per i dati di Bankitalia, ci danno un grande riconoscimento, che va innanzitutto al tessuto produttivo del nostro territorio, ma che ci danno anche una grande responsabilità perché ci ricordano che in questo lavoro di rafforzamento della competitività territoriale, dell'export, dell'attrazione degli investimenti produttivi e non solo commerciali, noi abbiamo un ruolo fondamentale che è quello che ci può far fare il salto di qualità valutando questi numeri non solo dal punto di vista quantitativo, ma da quello qualitativo. Per farlo, il metodo, il fatto di farlo insieme e di abbattere i muri che dividono l'impresa dal lavoro, a nostro avviso è una chiave strategica per la competitività territoriale".