Question Time, chiarimenti sul recupero dell'Ici non pagata sugli immobili di proprietà di enti religiosi
L'assessore al Bilancio Davide Conte ha risposto questa mattina in sede di Question Time alle domande d'attualità delle consigliere Addolorata Palumbo (Gruppo misto - Nessuno Resti Indietro) e Emily Clancy (Coalizione civica) sul recupero dell...
Data:
:
L'assessore al Bilancio Davide Conte ha risposto questa mattina in sede di Question Time alle domande d'attualità delle consigliere Addolorata Palumbo (Gruppo misto - Nessuno Resti Indietro) e Emily Clancy (Coalizione civica) sul recupero dell'Ici non pagata sugli immobili di proprietà di enti religiosi
La domanda della consigliera Palumbo
"Visti gli articoli di stampa apparsi in merito al fatto che la Corte di Giustizia Europea ha invitato lo Stato Italiano a recuperare l’Ici non pagata dalla Chiesa sulle proprietà immobiliari utilizzate per scopi sociali. Visto che in base all’ultima stima fatta sul recupero dell’Ici, risalente al 2011, sembrerebbe che il recupero porterà alle casse di Palazzo d’Accursio una cifra attorno ai 3 milioni di euro. Pongo la seguente domanda di attualità per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta sul tema e per sapere se l’Amministrazione, una volta accertata la possibilità di poter intervenire sul recupero dell’Ici non pagata, abbia intenzione di attivarsi in tal senso".
La domanda della consigliera Clancy
"Vviste le notizie relative alla sentenza della Corte di Giustizia Europea sul recupero della tassazione dovuta per gli immobili di proprietà di enti religiosi o no profit utilizzati per scopo commerciali;
visto che già nel 2011 questa Amministrazione si era mossa nella direzione di una verifica puntuale delle richieste di esenzione, chiedo al Sindaco e alla Giunta una valutazione politica amministrativa in merito; come l'amministrazione intenda affrontare questa questione".
La risposta dell'assessore Conte
"Con la sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea si è chiusa la lunga battaglia legale portata avanti dalla scuola privata Maria Montessori di Roma, una battaglia nella quale la piccola scuola ha dovuto lottare contro lo Stato Italiano, la Commissione europea e il Tribunale dell'Unione europea, vincendo. In gioco c'è il gettito che le stime collocano tra i 4 e i 5 miliardi all'anno e che andrebbero moltiplicati per i 5 anni che dividono il 2007, data di entrata in vigore dell'esenzione generalizzata, dal 2012 quando sono cambiate le regole. Qui emerge la quantità che è stata descritta dalla consigliera Palumbo in termini di quantum complessivo che è in gioco. Prima di avventurarsi in calcoli bisogna però chiarire che la storia non finisce qui e ora la Commissione deve valutare con Roma le strade possibili per recuperare almeno in parte l'imposta andata persa per via dell'esenzione illegittima. Una volta individuato il meccanismo l'Italia dovrà applicarlo se non vorrà andare incontro a una procedura di infrazione. L'esito finale è ancora tutto da definire, questo spiega anche lo scarso entusiasmo dei sindaci, perché esistono complessità dal punto di vista tecnico. Il sindaco di Ascoli ha sollevato la critica che avete visto, e cioè che la sentenza non consente direttamente ai comuni di recuperare i soldi per l'ICI non versata, piuttosto, sanziona l'Italia per glia aiuti di Stato. In questo momento la questione rimane un po' sopra la dimensione comunale, in quella nazionale e soprattutto europea. La vicenda quindi è complicata e la questione va chiarita. Comunque fino al 2011 l'ordinamento italiano ha garantito l'esenzione di fatto generalizzata dall'ICI agli immobili degli enti no profit, anche se utilizzati per scuole, alberghi e altre attività commerciali, da li il racconto corretto e rispettoso della legge, in realtà, del film che raccontava la conigliera Palumbo. Tanta generosità però ovviamente non ha convinto a livello europeo e su quello si sono fatti gli approfondimenti necessari e si è messo in moto un meccanismo abbastanza complesso a livello di Unione europea per individuare le cosiddette superfici paganti, cioè quelle che devono pagare e quelle che possono non pagare. In pratica dal 2012 la presenza di una parte di immobili dedicata ad attività non commerciali, per esempio una cappella all'interno di un edificio occupato da una scuola, o da un albergo di proprietà della Chiesa, non basta più a esentare tutto il resto. Il lavoro fatto dagli Uffici comunali nel corso del mandato scorso è stato quello di analisi, ricognizione, valutazione e pagamento. Questo ha permesso effettivamente di sanare la situazione. Per capire se l'attività esercitata è svolta o no come attività commerciale bisognava confrontare le tariffe con le medie del territorio di riferimento, se il costo della stanza è superiore alla media o la retta scolastica è più alta di quella calcolata dal MIUR l'attività è considerata commerciale e l'IMU si paga.
A questo punto, come dicevo, il tema è nazionale e quindi noi dobbiamo rimanere un attimo in attesa. Quali saranno le prossime mosse per archiviare gli aiuti di Stato lo vedremo, ma non basta che la Commissione prenda atto dell’impossibilità di recupero dichiarata dallo Stato, perché l'esecutivo comunitario deve accertare con un esame minuzioso anche l'inesistenza di modalità alternative per provare a incassare almeno o in parte i soldi che non sono stati pagati. È quello che deve fare la direzione generale guidata dalla commissaria Margrethe Vestager, confrontarsi con il ministro delle finanze per capire quali modalità applicare e poi toccherà al MEF che dovrà rivolgersi ai comuni, per individuare il meccanismo e calcolare le somme da recuperare. L'esito di tutta questa procedura e di questa sentenza non riguarda dunque le amministrazioni locali in questo momento, ma livelli più alti.
Ringrazio le consigliere di avere posto le domande, è importante ragionare perché l'argomento pone una attenzione si tutto quello che è il mondo non profit, in termini di valutazione costi-benefici, ovvero benefici ad incassare, ma anche il costo di perdere eventuali esperienze, attività, che davanti a certi oneri si troverebbero in affanno. Questo discorso è generalizzato, non tocca ovviamente solo il movimento ecclesiale religioso, ma molti soggetti e invito i consiglieri a ragionare, chiedendo di alzare lo sguardo dal tema contingente, che come avete capito non è contingente per l'Amministrazione comunale, ma per lo Stato. Vorrei fare una riflessione di maggiore respiro sul quale possiamo ragionare in sede di commissione bilancio in uno schema costi-benefici per capire appunto la dotazione dell'Amministrazione comunale di strumenti adeguati per capire quali sono i benefici, l'efficacia e l'impatto sociale di certe attività che attualmente noi stiamo sostenendo. Abbiamo una serie di soggetti pubblici e privati che sosteniamo con contributi o affidando spazi, e il ragionamento che dobbiamo fare non è solo fiscale, ma dobbiamo valutare il sostengo che noi stiamo dando a soggetti molto diffusi sul territorio e su tutti gli ambiti della vita cittadina, per capire se quello che gli stiamo dando se è utile o non è utile in termini di impatto sociale.
In conclusione voglio distinguere tre aspetti, il primo, il tema di grande attualità attualmente è nell'agenda politica dell'UE, della commissaria e del MEF; l'attualità è come tematica di critica per quanto riguarda il Governo, dopo dovremmo i qualche modo intervenire, secondo punto, per capire nel momento i cui il MEF e la UE avranno deciso come procedere, a quel punto capire come questo si ribalta in scelte operative per l'amministrazione comunale, ricordando il gran lavoro fatto in questi anni per quanto riguarda, post 2012, la trasformazione della norma, ricordando il fatto che su tutto ciò che attualmente è considerato commerciale noi lo stiamo facendo ovviamente pagare. Attualmente qualsiasi attività commerciale definita nel perimetro della sentenza è oggetto di pagamento per quanto ci riguarda. Terzo punto è una riflessione in generale sui costi e benefici. Noi spesso guardiamo il bilancio dal punto di vista dell'efficienza, questo dibattito ci porta l’attenzione sulla valutazione di tutta una serie di dispositivi che noi facciamo, dalle esenzioni ai contributi, all'affidamento di spazi anche in modo temporaneo, e ci obbliga a fare una riflessione di cosa restituisce anche alla comunità tutta la serie di servizi che noi diamo a titolo gratuito per quanto riguarda il Bilancio del comune. Par me è molto interessante perché l'autorizzazione a non pagare l'attività nasceva a su o tempo per sostenere attività, al norma si è evoluta, ma rimane sempre per l’Amministrazione comunale la leva di contributi di valutazione costi-benefici dei nostri contributi e dell'impiego del nostro patrimonio per capire effettivamente il loro utilizzo. Quindi dobbiamo spostare l'attenzione nella discussione in Consiglio non solo sull'efficienza dei nostri dispositivi, abbiamo in questi anni tutte le situazioni che la norma ci imponeva di sistemare, ma sull'efficacia".
La domanda della consigliera Palumbo
"Visti gli articoli di stampa apparsi in merito al fatto che la Corte di Giustizia Europea ha invitato lo Stato Italiano a recuperare l’Ici non pagata dalla Chiesa sulle proprietà immobiliari utilizzate per scopi sociali. Visto che in base all’ultima stima fatta sul recupero dell’Ici, risalente al 2011, sembrerebbe che il recupero porterà alle casse di Palazzo d’Accursio una cifra attorno ai 3 milioni di euro. Pongo la seguente domanda di attualità per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta sul tema e per sapere se l’Amministrazione, una volta accertata la possibilità di poter intervenire sul recupero dell’Ici non pagata, abbia intenzione di attivarsi in tal senso".
La domanda della consigliera Clancy
"Vviste le notizie relative alla sentenza della Corte di Giustizia Europea sul recupero della tassazione dovuta per gli immobili di proprietà di enti religiosi o no profit utilizzati per scopo commerciali;
visto che già nel 2011 questa Amministrazione si era mossa nella direzione di una verifica puntuale delle richieste di esenzione, chiedo al Sindaco e alla Giunta una valutazione politica amministrativa in merito; come l'amministrazione intenda affrontare questa questione".
La risposta dell'assessore Conte
"Con la sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea si è chiusa la lunga battaglia legale portata avanti dalla scuola privata Maria Montessori di Roma, una battaglia nella quale la piccola scuola ha dovuto lottare contro lo Stato Italiano, la Commissione europea e il Tribunale dell'Unione europea, vincendo. In gioco c'è il gettito che le stime collocano tra i 4 e i 5 miliardi all'anno e che andrebbero moltiplicati per i 5 anni che dividono il 2007, data di entrata in vigore dell'esenzione generalizzata, dal 2012 quando sono cambiate le regole. Qui emerge la quantità che è stata descritta dalla consigliera Palumbo in termini di quantum complessivo che è in gioco. Prima di avventurarsi in calcoli bisogna però chiarire che la storia non finisce qui e ora la Commissione deve valutare con Roma le strade possibili per recuperare almeno in parte l'imposta andata persa per via dell'esenzione illegittima. Una volta individuato il meccanismo l'Italia dovrà applicarlo se non vorrà andare incontro a una procedura di infrazione. L'esito finale è ancora tutto da definire, questo spiega anche lo scarso entusiasmo dei sindaci, perché esistono complessità dal punto di vista tecnico. Il sindaco di Ascoli ha sollevato la critica che avete visto, e cioè che la sentenza non consente direttamente ai comuni di recuperare i soldi per l'ICI non versata, piuttosto, sanziona l'Italia per glia aiuti di Stato. In questo momento la questione rimane un po' sopra la dimensione comunale, in quella nazionale e soprattutto europea. La vicenda quindi è complicata e la questione va chiarita. Comunque fino al 2011 l'ordinamento italiano ha garantito l'esenzione di fatto generalizzata dall'ICI agli immobili degli enti no profit, anche se utilizzati per scuole, alberghi e altre attività commerciali, da li il racconto corretto e rispettoso della legge, in realtà, del film che raccontava la conigliera Palumbo. Tanta generosità però ovviamente non ha convinto a livello europeo e su quello si sono fatti gli approfondimenti necessari e si è messo in moto un meccanismo abbastanza complesso a livello di Unione europea per individuare le cosiddette superfici paganti, cioè quelle che devono pagare e quelle che possono non pagare. In pratica dal 2012 la presenza di una parte di immobili dedicata ad attività non commerciali, per esempio una cappella all'interno di un edificio occupato da una scuola, o da un albergo di proprietà della Chiesa, non basta più a esentare tutto il resto. Il lavoro fatto dagli Uffici comunali nel corso del mandato scorso è stato quello di analisi, ricognizione, valutazione e pagamento. Questo ha permesso effettivamente di sanare la situazione. Per capire se l'attività esercitata è svolta o no come attività commerciale bisognava confrontare le tariffe con le medie del territorio di riferimento, se il costo della stanza è superiore alla media o la retta scolastica è più alta di quella calcolata dal MIUR l'attività è considerata commerciale e l'IMU si paga.
A questo punto, come dicevo, il tema è nazionale e quindi noi dobbiamo rimanere un attimo in attesa. Quali saranno le prossime mosse per archiviare gli aiuti di Stato lo vedremo, ma non basta che la Commissione prenda atto dell’impossibilità di recupero dichiarata dallo Stato, perché l'esecutivo comunitario deve accertare con un esame minuzioso anche l'inesistenza di modalità alternative per provare a incassare almeno o in parte i soldi che non sono stati pagati. È quello che deve fare la direzione generale guidata dalla commissaria Margrethe Vestager, confrontarsi con il ministro delle finanze per capire quali modalità applicare e poi toccherà al MEF che dovrà rivolgersi ai comuni, per individuare il meccanismo e calcolare le somme da recuperare. L'esito di tutta questa procedura e di questa sentenza non riguarda dunque le amministrazioni locali in questo momento, ma livelli più alti.
Ringrazio le consigliere di avere posto le domande, è importante ragionare perché l'argomento pone una attenzione si tutto quello che è il mondo non profit, in termini di valutazione costi-benefici, ovvero benefici ad incassare, ma anche il costo di perdere eventuali esperienze, attività, che davanti a certi oneri si troverebbero in affanno. Questo discorso è generalizzato, non tocca ovviamente solo il movimento ecclesiale religioso, ma molti soggetti e invito i consiglieri a ragionare, chiedendo di alzare lo sguardo dal tema contingente, che come avete capito non è contingente per l'Amministrazione comunale, ma per lo Stato. Vorrei fare una riflessione di maggiore respiro sul quale possiamo ragionare in sede di commissione bilancio in uno schema costi-benefici per capire appunto la dotazione dell'Amministrazione comunale di strumenti adeguati per capire quali sono i benefici, l'efficacia e l'impatto sociale di certe attività che attualmente noi stiamo sostenendo. Abbiamo una serie di soggetti pubblici e privati che sosteniamo con contributi o affidando spazi, e il ragionamento che dobbiamo fare non è solo fiscale, ma dobbiamo valutare il sostengo che noi stiamo dando a soggetti molto diffusi sul territorio e su tutti gli ambiti della vita cittadina, per capire se quello che gli stiamo dando se è utile o non è utile in termini di impatto sociale.
In conclusione voglio distinguere tre aspetti, il primo, il tema di grande attualità attualmente è nell'agenda politica dell'UE, della commissaria e del MEF; l'attualità è come tematica di critica per quanto riguarda il Governo, dopo dovremmo i qualche modo intervenire, secondo punto, per capire nel momento i cui il MEF e la UE avranno deciso come procedere, a quel punto capire come questo si ribalta in scelte operative per l'amministrazione comunale, ricordando il gran lavoro fatto in questi anni per quanto riguarda, post 2012, la trasformazione della norma, ricordando il fatto che su tutto ciò che attualmente è considerato commerciale noi lo stiamo facendo ovviamente pagare. Attualmente qualsiasi attività commerciale definita nel perimetro della sentenza è oggetto di pagamento per quanto ci riguarda. Terzo punto è una riflessione in generale sui costi e benefici. Noi spesso guardiamo il bilancio dal punto di vista dell'efficienza, questo dibattito ci porta l’attenzione sulla valutazione di tutta una serie di dispositivi che noi facciamo, dalle esenzioni ai contributi, all'affidamento di spazi anche in modo temporaneo, e ci obbliga a fare una riflessione di cosa restituisce anche alla comunità tutta la serie di servizi che noi diamo a titolo gratuito per quanto riguarda il Bilancio del comune. Par me è molto interessante perché l'autorizzazione a non pagare l'attività nasceva a su o tempo per sostenere attività, al norma si è evoluta, ma rimane sempre per l’Amministrazione comunale la leva di contributi di valutazione costi-benefici dei nostri contributi e dell'impiego del nostro patrimonio per capire effettivamente il loro utilizzo. Quindi dobbiamo spostare l'attenzione nella discussione in Consiglio non solo sull'efficienza dei nostri dispositivi, abbiamo in questi anni tutte le situazioni che la norma ci imponeva di sistemare, ma sull'efficacia".