Question Time, chiarimenti sui dati regionali relativi alla violenza di genere
L'assessora Susanna Zaccaria ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica) sui dati relativi alla violenza di genere.Domanda della consigliera Clancy"Visti i d...
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L'assessora Susanna Zaccaria ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica) sui dati relativi alla violenza di genere.
Domanda della consigliera Clancy
"Visti i dati relativi alla violenza di genere in Emilia Romagna e a Bologna diffusi dall'Osservatorio regionale; si chiede al Sindaco e alla Giunta una valutazione politico amministrativa in merito; che azioni stia mettendo in campo o possa mettere in campo l'Amministrazione per contrastare il fenomeno".
Risposta dell'assessora Zaccaria
"Se guardiamo la triste classifica dei femicidi, purtroppo sappiamo che l'Emilia-Romagna è stata anche più in alto del quarto posto negli anni passati. Guardando l'insieme dei dati diffusi, devo però anche dire che un così alto numero di denunce noi abbiamo sempre cercato di interpretarlo, considerato che viviamo in una regione che è davvero molto ricca di servizi, dà molte possibilità, ci sono tante iniziative di sensibilizzazione quindi, pur capendo benissimo che il fenomeno è estremamente vasto, abbiamo sempre pensato che rispetto ad altre regioni, dove probabilmente il fenomeno è altrettanto vasto ma le denunce sono molte meno, dipenda dal fatto che davvero noi abbiamo una rete di accoglienza in Emilia-Romagna che funziona molto bene, che il coordinamento dei centri antiviolenza è attivo da tanti anni, quindi anche la possibilità che non è affatto scontata di rivolgersi ad un centro nella propria città, me trovare accoglienza nel centro di un'altra città per maggiore sicurezza, sono tutte prassi e reti che funzionano bene. Io credo che questo sia il nostro obiettivo, che aiuti molto l'emersione del fenomeno. Non è una grande consolazione rispetto all'entità del fenomeno in assoluto, però è chiaro che noi dobbiamo essere pronti il più possibile a dare una risposta.
Tra tutte le notizie negli articoli di giornale che ha allegato, una è secondo me molto positiva: dare atto che gli allontanamenti degli uomini da casa siano quadruplicati è molto importante, anche perché si parla espressamente di allontanamenti come misura cautelare nei procedimenti penali. In realtà, questa è una novità abbastanza recente e positiva per la nostra città, perché fino a quest'anno gli allontanamenti più numerosi del maltrattante da casa sono sempre stati dati a Bologna dal giudice civile e non dal giudice penale, come misura cautelare. Trovo che aumentare anche l'applicazione delle misure cautelari sia fondamentale, anche perché sappiamo che l'allontanamento del maltrattante dà una protezione concreta, può essere fatto solo in quei casi in cui si ritiene che l'ordine venga rispettato, nei casi invece in cui la donna sia ancora più in pericolo, secondo la valutazione del rischio che si fa, i casi più estremi, sono quelli in cui ancora si allontana la donna, perché quella rimane la misura di protezione massima, che la donna vada in un luogo protetto dove non può essere trovata. Questo notevole aumento, perché i numeri iniziano a essere alti, dell'applicazione delle misure cautelari io lo trovo estremamente positivo.
Per quanto riguarda le nostre azioni, sempre rimanendo nei dati, è vero che gli uomini che sono andati nei percorsi per maltrattanti sono pochi in assoluto, però non ci dobbiamo dimenticare che questa è stata l'azione più recente che noi abbiamo introdotto sul nostro territorio, anche mettendo insieme gli uomini seguiti dal centro sostenuto dal Comune e quelli che si sono rivolti allo sportello dell'Asl, sono servizi che sono aperti da solo un anno e noi dovremo intensificare l'informazione, perché essendo un servizio recente siamo noi che dobbiamo farci carico di questo, con le associazioni del territorio e nei quartieri. Il prossimo anno è mia intenzione fare una campagna di informazione sull'esistenza di questi servizi di cui non si sa tanto. Ricordo che in altre città la situazione va meglio perché questo tipo di centri sono aperti da molti anni. L'altra azione che stiamo continuando ad implementare, l'ho appena convocato per il 10 dicembre, è il tavolo che nasce dal Patto contro la violenza con tutti i sottoscrittori, perché ci stiamo rendendo conto che quello è un luogo dove troviamo effettivamente delle soluzioni concrete. Recentemente abbiamo parlato delle stanze rosa, e in questo tavolo ci sono degli incontri e dei confronti tra istituzioni, associazioni e uffici giudiziari che sono fondamentali. Per esempio, tra associazioni e uffici giudiziari si è deciso di condividere insieme un documento che verrà allegato alle denunce e ai ricorsi presentati dalle donne che subiscono violenza già seguite dai centri, come strumento per i giudici civile o penale, a seconda di quello che la donna deciderà di fare, che in qualche modo possa dare al giudice alcune informazioni che non necessariamente vengono passate: se la donna è in un percorso di fuoriuscita, si riduce così la difficoltà da parte del giudice di avere queste informazioni, avendolo concordato al tavolo, il documento diventa uno strumento di garanzia intrinseca. Anche questo è uno strumento concreto e operativo su cui stiamo lavorando. Stiamo distribuendo il tool kit formativo che abbiamo creato con il primo bando regionale del 2016, che Comune e associazioni del territorio che hanno sottoscritto l'Accordo metropolitano contro la violenza hanno costruito insieme, pensato per tutti gli operatori e le operatrici che hanno un contatto con una donna vittima di violenza: forze dell'ordine, personale sanitario e avvocati, perché senza entrare nei singoli protocolli di ciascuna professione, le informazioni su che cos'è la violenza, sull'entità del fenomeno, sulla parte normativa, sui servizi per uomini maltrattanti devono essere condivise e conosciute. Come sapete, il tavolo ha l'obiettivo che tutti i soggetti sappiano cosa stanno facendo sul territorio gli altri soggetti, quindi in caso di necessità si sappia chi si può contattare. Credo che queste siano le azioni che stiamo cercando di consolidare, di far diventare delle prassi costanti e stabili perché ogni operatore possa agire al meglio nel momento in cui deve accogliere una donna vittima di violenza".