Question Time, chiarimenti in merito alla ricognizione della Corte dei Conti sulle società partecipate del Comune di Bologna
L'assessore al Bilancio e alle partecipazioni societarie Davide Conte ha risposto oggi in sede di Question Time alla domanda delle consigliere comunali Mirka cocconcelli (Lega nord) e Addolorata palumbo (Movimento 5 stelle) in merito alle questioni l...
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L'assessore al Bilancio e alle partecipazioni societarie Davide Conte ha risposto oggi in sede di Question Time alla domanda delle consigliere comunali Mirka cocconcelli (Lega nord) e Addolorata palumbo (Movimento 5 stelle) in merito alle questioni legate alla ricognizione della corte dei Conti sulle partecipate del Comune di Bologna.
La domanda della consigliera Cocconcelli
"Alla luce di quanto riportato dai quotidiani locali e considerato che Fiera, Aeroporto e Cineteca sono tutte e tre partecipate del Comune
Chiedo un parere politico nel merito considerato che:
il CdA della Fiera viene considerato "troppo affollato" e necessiterebbe di un taglio nei componenti del Cda, con una drastica diminuzione da 9 a 5 membri;
Cineteca e le partecipate indirette ("L'immagine ritrovata Asia Ldt", "L'imager tetrouvee sas") , detenute al 100% dal Comune, con sede rispettivamente a Hong Kong(51%) e l'altra a Parigi( 51%),che non hanno valide giustificazioni per essere mantenute all'estero, almeno secondo la Corte dei Conti, ed oltre tutto con una pletora di amministratori che superano il numero stesso dei dipendenti;
le azioni di Aeroporto, durante la fase di quotazione in Borsa, sono state valutate troppo basse".
La domanda del consigliera Palumbo
"Visti gli articoli di stampa relativi alla ricognizione straordinaria espletata dalla Corte dei Conti sulle partecipate del Comune, dalla quale è emerso che Bolognafiera necessiterebbe di un taglio degli amministratori per arrivare da 9 membri a 5 così come prevede la normativa vigente.
Visto inoltre quanto appreso sulla Cineteca ( fondazione detenuta al 100% da Palazzo d’Accursio) dove risulta la carenza di motivazione sul mantenimento di partecipazioni indirette in paesi esteri.
Visto che secondo la Corte dei Conti l’Amministrazione comunale avrebbe potuto mantenere le quote in AFM senza privatizzare il servizio.
Pone la seguente domanda di attualità: per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta sul tema; per sapere dall’Amministrazione se non ritiene politicamente necessario ed urgente mettere mano alle partecipate del Comune di Bologna in particolar modo BolognaFiera e Cineteca allineandosi così alla normativa vigente; per sapere inoltre cosa pensa del fatto che la Corte dei Conti non abbia ritenuto necessario privatizzare totalmente le Farmacie comunali".
La risposta dell'assessore Davide Conte
"Provo ad articolare la mia risposta su tre passaggi, uno più informativo, uno per rispondere punto per punto alle richieste e il terzo di metodo di lavoro anche per il futuro. Il primo punto informativo è che invito sempre i consiglieri comunali ad andare a visitare e ad accedere agli atti che si possono vedere. Per quanto riguarda le partecipate c'è un sito dove già da tempo abbiamo messo nelle news in modo molto trasparente e pubblico gli esiti dei rilievi della Corte dei Conti e da tempo abbiamo pubblicato, dopo averlo approvato in Consiglio comunale, il piano relativo alle nostre scelte strategiche e di gestione del complicato problema delle società partecipate del Comune di Bologna. Complicato in questo momento perché se nel mandato scorso abbiamo vissuto l'innovazione dell'armonizzazione contabile, per quanto riguarda il bilancio, in questa fase stiamo vivendo questa novità della legge Madia che effettivamente sta modificando molto gli assetti delle nostre partecipate. Quindi per quanto riguarda questa indicazione un po' informativo invito veramente i Consiglieri e i cittadini a leggere il materiale e siamo a disposizione per ulteriori chiarimenti perché in questa sede facciamo un po' fatica a entrare nel merito di scelte di aziende che coinvolgono anche migliaia di dipendenti. Quindi questa è un'indicazione che do proprio a premessa. Risponderò nel merito a tutte le domande che mi sono state poste che però devono stare all'interno di una lettura della strategia legata alle partecipate, perché questo è quello che il Comune sta facendo e governando processi complessi attraverso le società partecipate e lì dentro trova tutti i riferimenti più coerenti e più completi, e questo è un elemento per me importante.
C'è un po' di differenza tra le domande formali e le relazioni. Quello che avete chiesto riguarda Fiera, Cineteca e Afm. Per quanto riguarda il Cda della Fiera, evidenzio questo aspetto: i rilievi della delibera della Corte dei Conti sul piano di revisione delle partecipate sono rivolti, per quanto riguarda Bologna Fiere, alla qualificazione della società come non controllata. Infatti il piano stesso rileva la natura commerciale e di mercato della società, ammettendone il mantenimento in virtù della deroga contenuta all'art. 4 comma 7 del decreto Madia. Questo lo sottolineo come elemento importante per affrontare l'argomentazione di Fiera, perché è l'unica attività commerciale che noi possiamo tenere perché la deroga è prevista, per quanto riguarda le società dirette, dalla Madia. Infatti l'articolo 4 comma 7 afferma che sono ammesse le partecipazioni nelle società aventi per oggetto sociale prevalente la gestione di spazi fieristici e l'organizzazione di eventi fieristici, la realizzazione e la gestione di impianti di trasporto a fune per la mobilità turistico-sportiva eserciti in aree montane, nonché la produzione di energia da fonti rinnovabili. Sono le deroghe che prevede la legge e che consentono di mantenere la nostra quota anche con l'aumento di capitale, rimaniamo all'interno di quanto previsto dalla Madia. Quindi la possiamo tenere perché commerciale e anche in questa logica perché non essendo la società controllata da nessuno dei soci (nessuno detiene la maggioranza) e non essendovi nessun patto parasociale tra soci per le decisioni strategiche, si ritiene che non siano applicabili alla società molte delle norme del decreto valide per le sole società in controllo pubblico, tra queste anche la previsione dell'amministratore unico o il numero massimo di 5 componenti per il cda. Perché noi non abbiamo come soci pubblici la maggioranza e quindi non abbiamo il controllo della società. Questa è appunto la decisione che abbiamo preso e quindi l'argomentazione aiuta a rispondere al fatto che facendo riferimento all'articolo 4 comma 7 possiamo tenerla perché c'è la deroga normativa anche se è un'attività commerciale; non abbiamo controllo e quindi non abbiamo bisogno di ricorrere a quello che è previsto appunto, come chiedevate, il tema dell'amministratore unico, con un numero massimo di 5 componenti.
Secondo punto, Cineteca e le partecipate indirette. Abbiamo sia la società in Asia che la società a Parigi, che sono detenute al 100% dal Comune con sede rispettivamente a Hong Kong (51%) e l'altra a Parigi (51%). Nella vostra argomentazione non non hanno valide giustificazioni per essere mantenute all'estero,almeno secondo la Corte dei Conti ed oltretutto con una pletora di amministratori che superano il numero stesso dei dipendenti. Allora, quello che mi viene da evidenziare in risposta, per essere preciso e puntuale: la sola Immagine Ritrovata Asia ha un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti, quindi il discorso vale per questa società e non per quella di Parigi. Il motivo per cui si ha questo divario è dovuto al fatto che è di recente costituzione e pertanto al momento della rilevazione doveva ancora procedere alle assunzioni. C'era uno sfasamento temporale, ovviamente, tra quello che è la presentazione del piano, la Corte dei Conti, e la realtà operativa. Quindi qui è necessario l'aggiornamento in diretta per spiegare il motivo, ed è che al momento della rilevazione la società era stata appena creata ed eravamo proprio nella fase di pre avvio, neanche di start up. La vocazione commerciale di queste società estere è giustificabile, rispondo alla seconda vostra critica, per il fatto che sono connesse alle finalità della Fondazione Cineteca, attraverso la partecipata L'Immagine Ritrovata. Lo statuto della Fondazione Cineteca - anteriore rispetto al decreto Madia - ammette la costituzione di società partecipate, ovviamente non strettamente indispensabili per le finalità istituzionali del Comune (su questo si evidenzia il rilievo della Corte dei Conti).
Terzo punto, Afm. Ovviamente nel merito di Afm anche qui abbiamo discusso abbondantemente in sede di Consiglio. Il richiamo alla deliberazione di rilievi della Corte Conti sulla ricognizione straordinaria delle partecipate è esatto, ma parziale. La Corte sostiene, in premessa, che la partecipazione dei Comuni a società di capitali per la gestione di farmacie comunali è ammessa ai sensi della legge n. 475/1968; ma dice anche che la qualificazione della gestione del servizio farmaceutico come servizio di interesse generale deve confrontarsi con l'attuale definizione data dal Testo Unico Partecipate. Quindi occorre che mettiamo anche in questo caso in conto lo sfasamento normativo tra la legge del '68 e il decreto Madia, che ci obbliga ad andare un po' nel dettaglio. Il Testo Unico delle Partecipate all'articolo 2, punto h recita: «servizi di interesse generale»: le attività di produzione e fornitura di beni o servizi che non sarebbero svolte dal mercato senza un intervento pubblico o sarebbero svolte a condizioni differenti in termini di accessibilità fisica ed economica, continuità, non discriminazione, qualità e sicurezza, che le amministrazioni pubbliche, nell'ambito delle rispettive competenze, assumono come necessarie per assicurare la soddisfazione dei bisogni della collettività di riferimento, così da garantire l'omogeneità dello sviluppo e la coesione sociale, ivi inclusi i servizi di interesse economico generale. Come già rilevato in verità nei rilievi contenuti nella precedente deliberazione della Corte dei Conti, effettuata sul primo piano di razionalizzazione approvato nel 2015, le caratteristiche del territorio del Comune di Bologna assicurano già, senza la necessità dell'intervento pubblico diretto nella gestione, l'accessibilità, la continuità, la qualità e la sicurezza del servizio farmaceutico. Resta peraltro in essere, lo abbiamo ripetuto più volte, la titolarità delle farmacie in capo al Comune e la piena validità della concessione alla società AFM, anche dopo l'alienazione della quota comunale nella società. Quindi anche in questo caso stiamo attenti a non sfasare le informazioni, mettiamole tutte insieme per capire la scelta strategica che questa amministrazione ha fatto, di cura e di attenzione anche di questo servizio, nel senso che nel '68 si dichiarava appunto l'importanza della possibilità di gestione. Il Testo Unico delle Partecipate ci dice: attenzione se però, come argomentato nel 2015, la situazione del territorio, le caratteristiche sono in grado di garantire la continuità, la qualità e la sicurezza del servizio farmaceutico, allora l'amministrazione comunale non può che cedere le proprie quote rimanendo però titolare, e questo è l'elemento importante, del contratto di servizi che abbiamo già discusso in sede di Commissione, come strumento vero che ci permette di misurare la qualità del servizio e garantirlo. Nel momento in cui questo oggettivamente non sarà garantito per motivi di mercato o non si sarà in grado di sostenere questo tipo di offerta di qualità a livello di servizio di farmacie sul territorio, a quel punto ovviamente il Comune sarebbe obbligato a intervenire. Ma in questo caso, dato che le condizioni garantiscono il servizio, non accade. Diverso è il caso di una farmacia in montagna, in cui il mercato non è in grado di garantire il servizio, e lì chiaramente i Comuni che si trovano in quelle situazioni hanno l'obbligo di garantire la continuità e la qualità. Nel nostro caso non si genera la necessità e quindi si può procedere. Evidenzio comunque che questa scelta fu presa già negli anni Novanta e confermata nel 2015, ai rilievi della Corte dei Conti avevamo già risposto. Non ci sono da questo punto di vista da fare ulteriori ragionamenti. In sintesi, sia per quanto riguarda Cineteca che per quanto riguarda Fiera che Afm, le scelte che abbiamo messo nel piano sono in linea sia con le norme del passato che con il recente Testo Unico delle Partecipate che soprattutto con le scelte strategiche di questa amministrazione di governare processi complessi e rispondere ai bisogni
crescenti dei nostri cittadini attraverso strumenti innovativi che ogni anno dobbiamo mettere in essere e sviluppare a fronte proprio dell'innovazione dei bisogni con cui ogni anno ci troviamo a confrontarci.
In merito all'osservazione su Aeroporto, non si tratta di un rilievo sul piano di revisione straordinaria delle partecipate. Nella premessa della delibera la Corte si riferisce ad un'indagine che sta conducendo sulle vendite di azioni da parte dei soci pubblici nell'ambito della quotazione di Aeroporto. Rileva che nella fase di post quotazione il titolo ebbe un aumento di valore sul mercato borsistico, per cui rinviando di qualche settimana la vendita il ricavato per il Comune sarebbe stato superiore. Si tratta di stabilire se l'andamento del titolo - ancora prima della quotazione - sarebbe stato prevedibile da parte dell'Amministrazione. Quindi in verità non è un rilievo specifico sul piano ma è l'evidenziazione di un'analisi che sta facendo la Corte per verificare cosa è successo in quelle settimane. E' in corso l'analisi, quando avremo una risposta e la valutazione definitiva torneremo in aula e forniremo la risposta opportuna".