Comunicati stampa

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Istruttoria pubblica sulla pianificazione urbanistica dell'area dello Stadio comunale e dei Prati di Caprara. L'intervento del consigliere Martelloni (Coalizione Civica)

Di seguito l'intervento del consigliere Federico Martelloni (Coalizione Civica) alla seduta di oggi dell'Istruttoria pubblica sulla pianificazione urbanistica dell'area dello Stadio comunale e dei Prati di Caprara.
"Grazie Presidente. L’Istrut...

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Di seguito l'intervento del consigliere Federico Martelloni (Coalizione Civica) alla seduta di oggi dell'Istruttoria pubblica sulla pianificazione urbanistica dell'area dello Stadio comunale e dei Prati di Caprara.

"Grazie Presidente. L’Istruttoria Pubblica rappresenta una delle poche, pochissime occasioni, nelle quali cittadini e attivisti hanno la possibilità di prendere parola in quest’aula, parlando alle istituzioni cittadine e, quel che più conta, alla città intera.

Per queste ragioni, avevo pensato di non chiedere alcun intervento. Uno di questi cittadini, tuttavia, dotato di particolari competenze per il mestiere che svolge e la passione che lo anima, e che oggi è a Monaco di Baviera, aveva delle cose da dire, peraltro ben più significative di quelle che avrei potuto direi io. Sicché ho chiesto un intervento per limitarmi a prestare a Federico Grazzini la voce, per i pochi minuti che ho a disposizione.

“Un mese fa, l‘8 ottobre, il comitato intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC), il forum scientifico istituito dall’ONU per monitorare il cambiamento climatico, ha rilasciato il rapporto speciale sul contenimento della temperatura globale sotto il 1.5°C di anomalia, soglia ritenuta molto pericolosa, sopra la quale si avrebbe una totale scomparsa del ghiaccio artico, con imprevedibili conseguenze sulla circolazione meteorologica, almeno un raddoppio delle onde di calore estive (in frequenza e intensità), la morte del 99% delle barriere coralline, con conseguente immensa perdita della biodiversità marina, tanto per citare solo alcune enormi conseguenze.

La situazione appare più grave di quanto previsto solo un decennio fa, con cambiamenti climatici già in atto in tutto il globo e naturalmente anche in Italia; sono sotto i nostri occhi, come abbiamo visto anche con i disastri degli ultimi giorni, sarebbe inutile ripeterlo, se non fosse che ancora il problema è ignorato. Le azioni tracciate per evitare la catastrofe richiedono sforzi colossali, visto che per non superare la soglia in maniera drastica occorre ridurre, in soli 12 anni, le emissioni globali di CO2 del 50% rispetto quelli del 2010. Sostanzialmente nel mondo, in Italia, in Emilia-Romagna, a parte cali fisiologici dovuti alle varie crisi economiche, le emissioni continuano invece ad aumentare, soprattutto quelle dovute ai trasporti (+2.3% fonte ISPRA) , proiettandoci verso anomalie di temperature globali ben superiori ai 2 gradi. Tradotti a livello locale, su Bologna, potrebbero arrivare a +3°C al 2050 e +6°C al 2100. è il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici del Comune di Bologna ad averlo detto: finora, un puro esercizio di stile.

Per cominciare a ridurre le emissioni di CO2 dobbiamo agire in maniera rapidissima, su tutti i settori della nostra società, dai trasporti, favorendo quelli collettivi, all‘industria, all‘agricoltura alla produzione di energia, adottando in ciascuno di questi accorgimenti e innovazioni per ridurne le emissioni, con una inevitabile e auspicabile riduzione dei consumi. Sempre nello stesso rapporto si afferma anche che senza emissioni negative (ovvero tecniche di assorbimento di CO2) sarà molto difficile non superare quella soglia. Ma al momento non esiste alcuna tecnica artificiale realmente praticabile su scala mondiale. Esiste invece un rimedio naturale molto efficace, ovvero le foreste con la loro grande capacità di assorbimento di CO2. Ricordiamo infatti che oltre la metà della massa di un albero è costituita da carbonio assorbito dall’atmosfera. Circa il 20% delle emissioni di CO2 antropogenica viene già assorbita dalla maggiore crescita delle foreste. La riforestazione, su vasta scala, è quindi l’unico strumento praticabile, insieme alla indispensabile riduzione delle emissioni, per mitigare gli effetti del riscaldamento globale.

Dato questo imprescindibile contesto, alle soglie di una delle più gravi crisi ambientale che la nostra specie si trova ad affrontare, ritengo perciò semplicemente inconcepibile, continuare con il business as usual, incluso il sacrificio del bosco spontaneo dei Prati di Caprara, per sostituirlo con nuove costruzioni e attività. Come se il problema climatico, insieme ad altre criticità ambientali come l’inquinamento dell’aria, ovvero una delle più grosse minacce al nostro benessere, non esistessero. Certo non saranno i 47 ettari del bosco dei Prati di Caprara a salvare il mondo ma come abbiamo visto ogni azione locale, anche la più piccola, è fondamentale e necessaria.

A livello locale i benefici sono indubbi, sia sulla salute dei cittadini (per la capacità delle chiome di rimuovere e trattenere molti inquinanti tipici dell’atmosfera urbana ricca di metalli pesanti) sia sul lato del comfort termico per l’ombreggiamento e la traspirazione che contribuiscono al raffreddamento dell’area. L’effetto delle singole piante è tanto maggiore quanto le piante sono di grandi dimensioni. Se in buona salute, gli alberi oltre un metro di diametro, assorbono inquinanti atmosferici da 30 a 65 volte rispetto ad alberi giovani, come riporta il noto botanico Francis Hallè nel recentissimo libro “Ci vuole un albero per salvare la città”.

Per questo il bosco va mantenuto nella sua interezza, anzi va favorito il suo ulteriore sviluppo e allo stesso tempo, ripulito, e reso pubblico. Di valore anche i due corsi d’acqua che vi scorrono affiancati. Se uniti, e con una gestione corretta, porterebbero garantire un esteso specchio d’acqua lungo uno dei lati del parco. L’area deve diventare, come nel progetto originale un grande parco pubblico, il polmone verde di una Bologna moderna e resiliente. Ogni altra opzione riguardante una riduzione o bonifica comporterebbe una riduzione dei benefici.

I Prati di Caprara sono un punto di partenza. Torniamo ad essere, nella pratica, la città all’avanguardia nella promozione di una società più sostenibile giusta e innovativa, e oggi innovazione non fa più rima con costruzione. Perché il futuro è scritto nel verde”.

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:43
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