Giorno della Memoria, seduta solenne del Consiglio comunale. L'intervento dello storico Zoltan Vagi
Questa mattina il Consiglio comunale si è riunito in seduta solenne in occasione del Giorno della Memoria. Dopo gli interventi della presidente Guidone e di Gabor Rajna, produttore del film “Il figlio di Saul", è intervenuto lo st...
Data:
:
Questa mattina il Consiglio comunale si è riunito in seduta solenne in occasione del Giorno della Memoria. Dopo gli interventi della presidente Guidone e di Gabor Rajna, produttore del film “Il figlio di Saul", è intervenuto lo storico dell'Olocausto Zoltan Vagi, che per il film è stato consulente storico. Di seguito il suo intervento.
"Buongiorno, è per me un onore essere qui oggi, voglio ringraziare il Comune e il Sindaco per l'invito. Sono Zoltan Vagi, uno storico dell'Olocausto, in particolare della storia di Auschwitz, su cui ho scritto la mia tesi di laurea. Lavoro per la Elte University a Budapest e anche per il Museo Ebraico ungherese. Durante la scrittura del copione del film e durante le riprese sono stato consulente storico.
"Gabor ha menzionato che la memoria della Shoah è un obbligo universale. Nella storia di tutti i Paesi del mondo ci sono dei momenti gloriosi che vorremmo ricordare, ma purtroppo, ci sono anche degli errori e dei peccati che è nostro obbligo ricordare, anche per imparare da questi errori e impedire che succedano un'altra volta. Durante la Seconda Guerra mondiale, sia l'Ungheria che l'Italia erano alleate con i tedeschi. Questo significa che abbiamo degli errori comuni e degli obblighi comuni. Si può ricordare in diversi modi. Ieri abbiamo visto un film con un pubblico molto interessato anche di studenti molto curiosi, in entrambi i Paesi c'è un Giorno della Memoria che i governi considerano molto seriamente e oggi invece scambiamo delle idee. Ho trovato però una differenza che mi piace molto. C'è un progetto in Italia, che si chiama "I nomi della Shoah italiana", una pagina internet in cui sono raccolti i nomi e i dati degli italiani uccisi nell'Olocausto. Troviamo più di ottomila nomi e storie in questa pagina. Per prepararmi a questo giorno ho fatto un po' di ricerca per vedere cosa trovavo su Bologna. Ci sono tre pagine di nomi di vittime nate a Bologna. Cinque pagine di ebrei arrestati e poi deportati da Bologna. Mentre guardavo questi nomi e luoghi, tra questi ho trovato anche la mia città di nascita, Budapest. Sono sei pagine di nomi di ebrei deportati dall'Italia che sono nati in Ungheria. Ho trovato nomi di altre località ungheresi. Centinaia di ebrei ungheresi vivevano qui in Italia, in parte di nazionalità ungherese, in parte italiana, si sono sposati in Italia, hanno avviato le loro imprese in Italia, cioè vivevano tranquillamente in questo Paese fino al 1943 e poi furono deportati. Per me è una cosa bellissima che in Italia abbiano raccolto tutti questi nomi e sono molto contento che abbiate già superato questo lavoro molto impegnativo e difficile.
Da noi in Ungheria questo lavoro, purtroppo, ha appena avuto inizio, ma a nostra discolpa devo menzionare un po' di dati: la lista degli ebrei italiani contiene 645 pagine, quella degli ebrei ungheresi sarebbe di 36 mila pagine, piene di nomi. Su questa lista, che non è pronta, ci sono 500 mila persone, la maggior parte morti ad Auschwitz. Ad Auschwitz tra il 1940 e il 1945, i nazisti hanno ucciso 1 milione di persone, in gran parte provenienti dall'Ungheria. Nel 1944, i rappresentanti ungheresi in otto settimane, 56 giorni, hanno deportato 430 mila persone ad Auschwitz, cioè lo stesso numero di persone che era arrivato nei primi quattro anni. Tra di essi c'era anche il vostro eccezionale scrittore Primo Levi, anche tr agli ungheresi c'erano dei bravissimi scrittori. Uno di questi, Imre Kertész, nato a Budapest, aveva 15 anni. Era destinato a morire, ha detto una bugia, ha finto di essere più vecchio, così non è stato ucciso. Nel 2002 ha vinto il premio Nobel. Un altro ragazzino, nato a Sighetu Marmației oggi parte della Romania, Elie Wiesel, aveva 16 anni quando è arrivato ad Auschwitz, nel 1986 ha vinto il premio Nobel per la Pace. Incredibile che persone così eccezionali siano sopravvissute, avendo la possibilità di scrivere di quello che è successo attorno a loro. Purtroppo non sono in tanti. La maggior parte delle 430 mila persone che sono state deportate dall'Ungheria, il 70-80%, sono stati uccisi lo stesso giorno dell'arrivo. "Il figlio di Saul", il nostro film, è la storia di un uomo che lavora nel Sonderkommando che decide di seppellire il corpo di un ragazzino. Quando abbiamo fatto il film, abbiamo sentito che questo figlio, questo ragazzo senza volto è il simbolo di tutt ala comunità ungherese: più di 100 mila ragazzi e bambini ungheresi sono stati uccisi ad Auschwitz, sono seimila le pagine con i loro nomi, nella lista che non è ancora pronta.
La memoria è un obbligo universale, noi, gli autori di questo film, in collaborazione con altri, dovremmo fare questo lavoro molto grande che voi in Italia siete già riusciti a fare.
Se mi permettete, voglio menzionare tre nomi: Evelina Hochberger, nata nel 1934 a Budapest, è stata arrestata a Rovigo e l'hanno uccisa ad Auschwitz; suo padre, Bela Hochberger, sempre arrestato a Rovigo, sempre ucciso ad Auschwitz; sua madre Lea Morgenstern, sempre nata in Ungheria, arrestata a Rovigo e uccisa ad Auschwitz. Neanche loro mancheranno in questa lista".