Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Emily Clancy
Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica). "Centro per i rimpatri, falsa soluzione.Sono passati 18 mesi da quando si è insediato questo Consiglio Comunale e posso dire di essere abituata al fat...
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Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica).
"Centro per i rimpatri, falsa soluzione.
Sono passati 18 mesi da quando si è insediato questo Consiglio Comunale e posso dire di essere abituata al fatto che il sindaco non sia quasi mai presente alle nostre sedute consiliari. Non posso dire però di accettarlo. Oggi è una di quelle giornate in cui non lo accetto e nessuno dovrebbe accettarlo. Merola non è il sindaco che Coalizione Civica ha appoggiato però è il sindaco di questa città: è intollerabile che non sia qui mentre discutiamo delle gravissime affermazioni pronunciate a nome della città Bologna sul CPR. Intollerabile in quanto offende la nostra intelligenza e la nostra memoria. Come se non ci ricordassimo ciò che disse un anno fa manifestando la propria contrarietà a ospitare un CIE.
VI ha persino fatto una campagna elettorale nello scorso mandato e ha firmato un Odg per la loro chiusura. L’anno scorso infatti, quando si parlava della loro riapertura o di quella di un CPR, Merola disse "Non passa. C’è incompatibilità ambientale.” Per il sindaco era infatti “inutile inseguire un clima di allarme, vogliamo far passare l'idea che, in quanto immigrati irregolari, siano delinquenti? Non è assolutamente così”. E ancora, se il ritorno del CIE è di per sè "sbagliato", sosteneva, lo è "ancora di più perché si dà la stura agli opposti estremismi, come si diceva una volta”.
E invece solo pochi giorni fa: Il CIE no, ma un centro per il rimpatrio di chi delinque, sì.
Un bello spot elettorale che strizza l'occhiolino agli elettori di destra (come se non bastassero le candidature del Partito Democratico) sulla pelle delle persone che già sono destinatarie di odio immotivato.
Noi vogliamo dire la verità ai cittadini, anche quelli che hanno paura. Come sanno benissimo sia il Sindaco Merola che il Ministro Minniti, le procedure di rimpatrio che vorrebbero attuare dopo aver recluso le persone nei centri, sono inefficaci e incredibilmente costose. Le numerose interrogazioni parlamentari sul tema, di tutti i colori politici, non hanno mai avuto risposta sui dati dei rimpatri, proprio perché si tratta di numeri residuali. E ricordo questo paradosso: una politica migratoria restrittiva negli ingressi rende anche gli espatri più difficili.
Ma chiariamo anche altre confusioni create da affermazioni come quelle del sindaco. Per chi ha commesso dei reati ed è destinatario di un provvedimento di espulsione, il carcere ha già tutti gli strumenti per identificare una persona e attivare tutti i meccanismi di espulsione.
Non è assolutamente necessario attivare ulteriori strumenti e non è necessario sopratutto fare confusione sul terreno della gestione di un tema complesso come quello del rimpatrio di chi ha commesso reati. Invitiamo quindi il Sindaco a non confondersi e a non confondere la cittadinanza tra “provvedimento di espulsione” e “foglio di via”.
Vogliamo inoltre ricordare al sindaco che per chi ha commesso reati esiste la cosiddetta funzione rieducativa della pena grazie alla quale molte persone, dopo aver commesso un reato, sono riuscite poi a intraprendere dei percorsi di reinserimento nella società.
Il Sindaco Merola con le sue parole cancella l’articolo 27 della Costituzione, ma solo per i cittadini migranti, rendendosi così partecipe dell’ondata di odio nei confronti dei migranti. Perché non si può pensare a un sistema di giustizia per chi ha la pelle bianca e uno per chi ha la pelle di un altro colore. La giustizia è una e il luogo per chi si è macchiato di un reato grave è il carcere, dopo un processo caratterizzato dalle garanzie previste per le limitazioni della libertà personale.
Inoltre, come ricordano Antigone, LasciateCIEntrare, gli osservatori e le associazioni per i diritti umani, I CPR non sono altro che dei CIE a cui si è cambiato il nome, come dimostra il caso di trenta nigeriani espulsi due settimane fa da un CPR solo perché erano “clandestinI”, illecito amministrativo, e non colpevoli di nessun reato. Stavano infatti aspettando risposte alla loro richiesta dello status di rifugiato. Questo fanno oggi i CPR: trattano i richiedenti asilo come dei criminali.
Non posso dire che questo atteggiamento mi stupisca, ricordo infatti che il PD l’anno scorso non votò il nostro OdG per non riaprire mai più un CIE in nessuna forma sul nostro territorio.
Noi invece ci posizioniamo al fianco di chi vuole risolvere questo tema complesso, cercando delle soluzioni attraverso l’accoglienza e diversi meccanismi di gestione per l’asilo e l’espulsione. Continuare a fare campagna elettorale fomentando odio contro gli immigrati indiscriminatamente è davvero la peggiore pagina della storia di questa città".