Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Umberto Bosco
Di seguito l'intervento d'inizio seduta del consigliere Umberto Bosco (Lega nord)."Il 19 ottobre del 2016 la Prima commissione organizzava un’udienza conoscitiva alla presenza del Garante per i diritti delle persone private della libertà...
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Di seguito l'intervento d'inizio seduta del consigliere Umberto Bosco (Lega nord).
"Il 19 ottobre del 2016 la Prima commissione organizzava un’udienza conoscitiva alla presenza del Garante per i diritti delle persone private della libertà personale Elisabetta Laganà.
Ha presenziato anche la la direttrice della Casa Circondariale di Bologna Claudia Clemente.
Incalzata dal sottoscritto in merito al fenomeno della radicalizzazione in carcere la direttrice così mi rispondeva: 'A Bologna non abbiamo problemi tali per cui la collettività si debba preoccupare di soggetti che possono essere ospitati da noi. Mi sento di tranquillizzare tutti rispetto a potenziali pericoli'.
L’intervento della direttrice mi ha perplesso non poco perché affermava che un Islam fai da te è più problematico di un Islam supervisionato da qualcuno teologicamente formato ma allo stesso tempo affermava che, alla Dozza, dove vige un Islam fai da te, di problemi non ce ne erano.
Nelle carceri dove però accedono i cosiddetti Imam, la Polizia penitenziaria lamenta l’impossibilità di monitorare la loro attività visto che molti di loro fanno le prediche in arabo.
Quella di lasciare entrare le autorità religiose islamiche in carcere è una scelta a mio avviso controproducente, per non parlare della scelta ministeriale di affidare all’UCOII la selezione delle guide. In Francia, dove questa prassi è già consolidata, hanno perso il conto di quanti sono entrati in galera da comuni delinquenti per uscirne come pericolosi jihadisti. Bisogna ricordarsi che la mente e il braccio delle stragi parigine si sono conosciuti proprio in carcere e quando Salah Abdeslam in carcere ci è tornato, è stato accolto con entusiasmo e ammirazione dagli altri carcerati musulmani.
Il 20 luglio scorso siamo stati in visita al carcere della Dozza, in quella occasione ho sollevato il problema della ghettizzazione, cioè della formazione all’interno del carcere di gruppi etnici che porta alla formazione di gang e alla radicalizzazione, in quella occasione la direttrice mi ha risposto che i carcerati sono suddivisi in base al tipo di pena che devono scontare e non è possibile disincentivare la formazione di gruppi etnici.
Oggi leggendo il giornale scopriamo che addirittura è prassi nelle galere promuovere l’accorpamento per gruppi etnici questo perché, nel breve periodo, risolve delle difficoltà ma, come precisano dal sindacato, questa pratica fa maturare un sottobosco delinquenziale che porta alla formazione di gang e alla diffusione di idee fondamentaliste.
L’impressione che ho è che ci sia molta confusione sul tema. Per queste ragioni chiederò un’udienza conoscitiva per trattare specificamente il fenomeni dell’integrazione e della radicalizzazione nelle carceri. Di terroristi islamici made in Bo ne abbiamo già avuti, evitiamo quantomeno di sponsorizzare la loro radicalizzazione".