Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Federico Martelloni
Di seguito, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Federico Martelloni (Coalizione civica). "Migrazioni e solidarietà nel mediterraneo.Oggi svolgo un breve intervento attorno ad una grande questione del nostro tempo: il fenomeno delle mi...
Data:
:
Di seguito, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Federico Martelloni (Coalizione civica).
"Migrazioni e solidarietà nel mediterraneo.
Oggi svolgo un breve intervento attorno ad una grande questione del nostro tempo: il fenomeno delle migrazioni.
È un tema che mette in gioco l’idea stessa di Europa, così come il ruolo che, nel male o nel bene, può svolgere un paese come l’Italia; essa ha le caratteristiche di un ponte proteso nel mediterraneo, il che corrisponde anche ad una sua antica vocazione: quella di essere approdo, come ricordano l’epica e la letteratura, ancor prima della storia stessa. Eppure capita di trasformare il ponte in bastione, come è accaduto, dapprima, con la chiusura dei porti, poi, con il recente decreto sicurezza.
Su questo tema, alcuni avvenimenti significativi si sono succeduti nell’ultima settimana. Ne ricordo tre:
1) In primo luogo, un’imbarcazione, battente bandiera italiana, è partita dalle coste siciliane per raggiungere il Mediterraneo centrale e svolgere un'attività di monitoraggio, testimonianza e denuncia della drammatica situazione che vede costantemente donne, uomini e bambini affrontare enormi pericoli nell'assenza di soccorsi, nel silenzio e nella complice indifferenza dei governi italiano ed europei.
Mediterranea è una piattaforma di realtà della società civile – promossa anche da un’associazione bolognese come Ya Basta Bologna, insieme ad altre associazioni come l’ARCI, ONG come Sea Watch, e realtà quali La Comunità di San Benedetto al Porto di Genova – arrivata nel Mediterraneo centrale dopo che la criminalizzazione delle ONG ha costretto queste ultime a lasciare il tratto di mare che, lo ricordo, si è trasformato nel più grande cimitero a cielo aperto d’Europa. Sicché, quella di Mediterranea è un’azione di disobbedienza morale al discorso nazionalista e xenofobo che ammorba anche il nostro Paese, ma anche di obbedienza civile alle norme costituzionali e internazionali, e all’antica legge del mare, in base alla quale vi è l’obbligo di soccorrere chi si trova in condizioni di pericolo, assicurandogli un porto sicuro. Per questo vi chiediamo di sostenerla e donare, per finanziare la missione.
2) In secondo luogo, la questione delle migrazioni ha attraversato la due giorni di assemblea nazionale di Non Una Di Meno, svoltasi proprio a Bologna, com’era stato ampiamente annunciato e come già risultava dalla programmazione dei workshop.
3) In ultimo, ma non per ultimo, si è tenuta, sabato, a Riace, una grande manifestazione in solidarietà a Mimmo Lucano – come era già avvenuto in tante città tra cui Bologna – colpito da una spropositata misura cautelare (addirittura gli arresti domiciliari) in relazione al presunto reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e alla violazione delle regole sull’affidamento del servizio rifiuti.
Non tornerò sull’assai nota esperienza di Riace e sulla personalità di Mimmo Lucano, se non per aggiungere una breve considerazione.
Sulla questione di Riace, alcuni opinionisti hanno socraticamente ritenuto che, se non si vuole precipitare 'nell’anarchia, nel caos, nel Far West', ci si può battere per cambiare una legge ritenuta ingiusta ma, fin quando ciò non accada, tocca a tutti, specie a chi veste ruoli istituzionali, rispettarla o, quantomeno, accettare le conseguenze della sua violazione.
È stata questa, ad esempio, la posizione espressa da Marco Travaglio sulle colonne del Fatto Quotidiano, il quale ha anche richiamato le conseguenze che subirono tante storiche figure della disobbedienza civile che, nel rapsodico riassunto dell’autore, spaziano da Gandhi a Pannella, da Erri De Luca a Danilo Dolci. Nell’editoriale, non è mancato, neppure, il classico riferimento al conflitto tra Antigone e Creonte, con la sollecita precisazione che l’Italia, diversamente dalla Tebe di Sofocle e dall’India di Gandhi, è una democrazia, il che sconsiglierebbe di violare ogni legge e, tanto meno, mettere in discussione l’operato dei giudici.
La militanza nel 'partito del buonsenso' cui tanti, di buon grado, si iscrivono, non ha impedito al redattore dell’articolo errori di una certa gravità: Danilo Dolci, diversamente da quanto ricorda Travaglio, fu assolto – non già condannato! – da tutte le accuse che gli furono mosse per il celebre 'sciopero alla rovescia' di Partinico, che portò al suo arresto la mattina del 2 febbraio 1956.
Fu Pietro Calamandrei, nell’arringa in difesa di Danilo Dolci a richiamare per primo il conflitto dell’Antigone, con la rilevante differenza che Danilo, diversamente da Antigone, non obbedisce ad un diritto non scritto, ma alla Costituzione repubblicana del 1948, il cui articolo 4 promette il diritto al lavoro, impegnando la Repubblica a determinare le condizioni che lo rendono effettivo.
Ebbene, anche l’azione di Mimmo Lucano pare ispirata, innanzitutto, alla Costituzione e, precisamente, al suo art. 2: «la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia come nelle formazioni sociali dove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale».
Ciò che si può rimproverare a Mimmo Lucano è una fedele obbedienza all’art. 2, il che dovrebbe farne un esempio per i colleghi sindaci e, più in generale, per gli uomini e le donne cui è toccato vivere quest’aspra stagione senza porti né ponti".