Consiglio comunale, gli interventi d'inizio seduta del consigliere Francesco Errani

Di seguito gli interventi d'inizio seduta del consigliere Francesco Errani (Partito Democratico). "Il violento attacco contro i Rom e i Sinti.Vorrei ricordare a Salvini che, durante l'Olocausto, furono uccisi più di 500mila Rom e Sinti, 350mil...

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Di seguito gli interventi d'inizio seduta del consigliere Francesco Errani (Partito Democratico).

"Il violento attacco contro i Rom e i Sinti.
Vorrei ricordare a Salvini che, durante l'Olocausto, furono uccisi più di 500mila Rom e Sinti, 350mila disabili e persone omosessuali. Un Ministro della Repubblica non può non conoscere la storia. Il popolo Rom è una minoranza presente in tutti i paesi dell’Europa.
Ebrei, Rom, disabili ed omosessuali vennero sterminati dai nazisti perché ritenute vite inutili, dei parassiti, uno spreco per l’economia. Secondo l'ideologia nazista si trattava di persone dannose per noi, popolo. Sfruttavano l'assistenza pubblica, erano improduttivi. L’iniziativa di Salvini è stata criticata anche da Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane.
Vorrei chiedere a Salvini a chi conviene alimentare paura e pregiudizio. Se fossi Ministro dell’Interno e Segretario di un partito importante come la Lega, proverei a cambiare le politiche e studiare proposte per superare la logica del campo, invece di produrre e alimentare una cultura violenta e razzista.
Una cultura che, particolarmente in tempi di crisi economica come quella che stiamo vivendo in questi anni, rischia di ritornare a riproporsi e a generare disumanizzazione, esclusione e violenze. Quando una minoranza, come spesso avviene con le persone Rom, viene ridotta al dato etnico o viene assegnata ad una collocazione sociale deprivata, in difficoltà, il rischio che si faccia strada la convinzione che queste vite siano solo un danno è molto serio.
Nell'area sosta di via Erbosa, a Bologna, vivono rom-sinti che il 24 gennaio 1990 furono vittime della banda della Uno bianca, morirono due persone: Rodolfo Bellinati e Patrizia Della Santina. La quasi totalità di persone di etnia Rom e Sinti in Emilia-Romagna (3.077, lo 0,067% della popolazione regionale, di cui 1.081 minori, il 35,13%) ha la cittadinanza italiana (95,9%). Sono cittadini italiani. Il censimento proposto da Salvini è quindi un censimento su base etnica di una minoranza italiana.
Chi fa politica e ha responsabilità di governo, dovrebbe provare a risolvere i problemi, invece di fare propaganda.
La Regione Emilia-Romagna, insieme ai Comuni della nostra regione, ha proposto di superare i campi nomadi di grandi dimensioni, in attuazione della legge regionale del 2015 sull’inclusione sociale di Rom e Sinti. L'obiettivo è diminuire tensioni e degrado, favorire l'integrazione, superare la logica dei grandi campi e favorire situazioni dignitose di abitazione, in cui i costi e i doveri di manutenzione sono di responsabilità degli abitanti. Gli interventi regionali e dei Comuni puntano alla creazione di microaree pubbliche e private, queste ultime autofinanziate dai nuclei che si insediano, e l'agevolazione nella scelta di abitazioni tradizionali (alloggi sul mercato o quelli popolari in presenza dei requisiti).
La politica deve provare a risolvere i problemi, coinvolgendo le persone che vivono quei problemi, non ricercare solo un facile consenso alimentando pregiudizi e conflitti inutili".

"Camilla, emporio di comunità.
Camilla (https://alchemillagas.noblogs.org/camilla/) è un progetto di cooperativa nella quale tutti i soci dedicano una quota del loro tempo alla gestione dell’emporio di comunità. I soci sono i proprietari, gestori e clienti dell’emporio. Tutte le attività sono svolte a rotazione dai soci, ciascuno impegnato almeno tre ore al mese.
La cooperativa acquista da fornitori selezionati dai soci sulla base della qualità dei prodotti e della sostenibilità delle produzioni. Grazie all’autogestione e all’acquisto diretto dai produttori, la cooperativa garantisce a tutti i soci la possibilità di comprare beni di alta qualità a prezzi contenuti.
La formula di Food Coop è presente in decine di botteghe in Francia e in Belgio, e il 21 giugno 2018 è nata per la prima volta anche a Bologna! Si tratta del primo emporio italiano di comunità che su proposta di Campi Aperti – associazione per la sovranità alimentare – e del gruppo di acquisto solidale Alchemilla, aprirà in autunno a Bologna.
La progettazione dell’emporio si è sviluppata attraverso un percorso partecipato, una comunità di ricerca delle nuove economie ispirata all’autodeterminazione alimentare dei popoli e in sostegno all’agricoltura contadina e biologica.
Un vero e proprio emporio di comunità che nasce dall’esperienza dei Gruppi di acquisto solidale e che ha l’obiettivo di creare un nuovo modello alternativo all’attuale stile consumistico con un forte impatto sull’ambiente, favorendo invece la compravendita di un ottimo cibo biologico rispetto alla grande distribuzione del supermercato.
Camilla è già sostenuta da 420 persone in città, un'esperienza che si basa su una gestione partecipata.
L’esperienza di Camilla racconta che ci sono alternative possibili al tradizionale modello consumistico, alternative da ricercare e da costruire pazientemente, avendo come riferimenti la solidarietà, l'integrazione delle competenze ed il rispetto dell'ambiente".

"Arvaia, prima CSA italiana a Bologna
Sabato e domenica, a Villa Bernaroli, c’è stato il primo incontro in Italia delle CSA (Community Supported Agricolture, le Comunità che Supportano l’Agricoltura): le comunità di cittadini che si organizzano per produrre direttamente, insieme ai contadini, il cibo che metteranno sulla propria tavola (http://www.arvaia.it/2018/06/18/csa-in-festa-il-23-e-24-giugno-a-bologna/).
Arvaia ('pisello' in dialetto bolognese) è una cooperativa di cittadini e contadini nata nel febbraio del 2013 alle porte di Bologna (www.arvaia.it) ed è la prima esperienza in Italia sul modello dei CSA, associazioni di cittadini presenti in Europa e nel mondo che si fanno attori nella produzione sostenibile di cibo.
Un'esperienza di riappropriazione della terra, coltivando prodotti secondo i principi dell'agricoltura biologica e biodinamica all'interno del Parco Città Campagna di Bologna. L’esperienza si basa su una gestione partecipata della produzione agricola.
Il terreno coltivabile è di proprietà del Comune di Bologna, che sta lavorando ad un progetto di ricostruzione del paesaggio tipico della campagna bolognese. Arvaia ha in affidamento quaranta ettari di terra per coltivare verdure e ortaggi per i soci della cooperativa. Il progetto oltre ad una forte valenza ambientale (agricoltura biologica, biodinamica e a km 0), ha anche finalità sociali.
In pochi mesi, più di 400 persone sono diventate socie di Arvaia: liberi professionisti, insegnanti, dipendenti pubblici, che oltre a ritirare la cassetta di ortaggi ogni settimana, dedicano un pò del loro tempo per supportare la coltivazione dei campi e l'attività della cooperativa.
Si può partecipare alla vita della cooperativa in molti modi: “agrifitness” fra gli ortaggi, comunicazione, formazione o gestione amministrativa. L'obiettivo è anche di dare opportunità di lavoro a persone svantaggiate, prevedendo anche la possibilità di aderire e fruire dei prodotti in cambio di ore di lavoro anziché di un contributo economico.
L’agricoltura sociale è una via che permette ripristino, valorizzazione e manutenzione del paesaggio attraverso il coinvolgimento attivo dei cittadini. Un nuovo modello di sviluppo è possibile, uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:42
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