Question Time, ulteriori chiarimenti in merito al disagio di una minore
L'assessore al Welfare, Luca Rizzo Nervo, ha risposto oggi in sede di Question Time alla domanda d'attualità della consigliera Simona Lembi (Partito Democratico) in merito alla situazione di disagio subito da una minore in ambito scolastico.La...
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L'assessore al Welfare, Luca Rizzo Nervo, ha risposto oggi in sede di Question Time alla domanda d'attualità della consigliera Simona Lembi (Partito Democratico) in merito alla situazione di disagio subito da una minore in ambito scolastico.
La domanda della consigliera comunale Simona Lembi (Partito Democratico)
"Visti gli articoli di stampa in merito a quanto accaduto a Bologna circa una minore oggi in residenza protetta che ha manifestato grande disagio in ambito scolastico, chiedo al Sindaco e alla Giunta una valutazione circa quanto accaduto e se, più in generale, non ritenga che sia ancora attuale il rischio di sottovalutare casi in cui coinvolte sono le donne e le giovani donne".
La risposta dell'assessore Rizzo Nervo
"In parte ho risposto alla sua domanda con la risposta appena data alla consigliera Borgonzoni. La presentazione che la consigliera Lembi ha appena svolto mi stimola però ad ulteriori riflessioni, cioè soprattutto su come, al di là della formazione e della valutazione complessiva, sempre fatta dentro l'esercizio di responsabilità e di competenze che in questi casi sono difficili da affrontare con approcci generici, rispondiamo alla necessità di entrare in una relazione di aiuto che è sempre un fatto complesso e dagli esiti non facilmente prevedibili.
Questa vicenda ci dice anche che c'è sicuramente il bisogno di porre un'attenzione maggiore alla volontà e alla necessità di tante ragazze e persone che affermano la loro libertà in un Paese diverso da quello in cui sono nate o da cui è originaria la loro famiglia e di riconoscere una specificità nel percorso delle donne e delle giovani ragazze. Ce lo dice la casistica, ce lo dice ahimè a volte la cronaca, ce lo dice il quotidiano lavoro dei nostri Servizi. Ci serve anche immaginare dei Servizi sociali e più complessivamente una capacità di risposta che tutta la comunità deve mettere in campo, capace di non lasciare queste vicende familiari in una dimensione in cui la solitudine, anche di contesti, non favorisce un'elaborazione e un confronto culturale che pure è complesso, perché l'interculturalità non è, come ho già avuto modo di esprimere, il luogo dell'incontro pacificato tra culture, ma è spesso luogo di conflitto, di contrasto e di differenze su cui dobbiamo avere la capacità di una presa in carico, di una disponibilità all'ascolto non giudicante.
Abbiamo la necessità anche di dotarci di strumenti che raccolgano le due complessità che una vicenda come questa ha messo in evidenza: la situazione di una famiglia dentro a dei valori tradizionali, poi gli approfondimenti e le verifiche andranno a mostrare bene e meglio cosa sia realmente successo, ma resta la difficoltà di una famiglia nel vedere l'espressione di una volontà di libertà da parte della propria figlia e di distacco dagli aspetti culturali tradizionali di provenienza, un disagio della famiglia che bisogna accogliere prima che questo sfoci in fatti gravi come quelli che sono avvenuti; e allo stesso tempo la necessità di accompagnare e favorire le scelte delle giovani ragazze che compiono un percorso di autonomia, come tutti i ragazzi e le ragazze di quell'età, ma con alcune specificità che devono essere ascoltate, capite e anch'esse non giudicate e fatte oggetto di un lavoro non routinario, particolare, che i nostri servizi ma non solo loro possono mettere in campo nella relazione con le persone e nel contesto in cui queste vicende avvengono.
Quindi, il nostro giudizio è di vicinanza ai nostri Servizi sociali, di convinzione che abbiano operato secondo coscienza rispetto ad un caso specifico e ad una contingenza, ripeto, specifica, che ha visto una esposizione anche mediatica che ha condizionato la gestione di questo caso, nella convinzione che quegli stessi servizi lavorino ogni giorno, insieme a noi che dovremmo dargli sia dal Consiglio che dalla Giunta tutti gli strumenti e l'indirizzo, per cercare soluzioni e interventi che sappiano evitare esiti come quelli di un allontanamento che, anche quando avviene come unica possibilità e come scelta giusta e giustificata, è sempre un fallimento di tutti, perché comporta l'allontanamento di un minore dal proprio nucleo famigliare".