Question Time, chiarimenti sulle strutture di accoglienza per migranti
L'assessore alla Salute e al Welfare Luca Rizzo Nervo, ha risposto questa mattina in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Paola Francesca Scarano (Lega nord) sulle strutture di accoglienza per migranti.Domanda d'at...
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L'assessore alla Salute e al Welfare Luca Rizzo Nervo, ha risposto questa mattina in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Paola Francesca Scarano (Lega nord) sulle strutture di accoglienza per migranti.
Domanda d'attualità della consigliera Scarano
"Alla luce di recenti articoli di stampa chiedo al Sindaco e alla Giunta maggiori delucidazioni sulla gestione delle strutture di accoglienza per migranti in particolare sui tempi, sui metodi e sui numeri previsti per il Comune di Bologna; quali strutture saranno convertite in SPRAR; se vi sia l'intenzione di procedere alla dismissione di quelle grandi strutture inadeguate ad accogliere richiedenti asilo quali Villa Aldini; se vi sia l'intenzione di coinvolgere la cittadinanza tutta su scelte che hanno un forte impatto sulla vivibilità e sulla sicurezza".
Risposta dell'assessore Rizzo Nervo
"Rispondo volentieri a questa domanda che mi consente innanzitutto di precisare molte cose inesatte che sono state dette nella sua presentazione. La prima delle quali è questa sottolineatura rispetto a una mia entusiastica adesione, non c'è una scelta entusiastica, c'è una scelta di responsabilità rispetto a un fenomeno strutturale che riguarda il nostro Paese e rispetto al quale ci sono due atteggiamenti possibili, ovviamente come sempre e come è del tutto evidente nel dibattito politico, quello di indicare il problema ed evocarne le conseguenze cercando i colpevoli, oppure al scelta di assumersi la responsabilità di affrontarlo cercando soluzioni. E questa è la scelta che come Comune di Bologna e come comuni dell'area metropolitana bolognese. Quando finirà il tempo entro il quale potere aderire o meno a questo bando ne avremo una definitiva evidenza, ma ci tengo a dire già oggi che comuni di ogni colore politico, di ogni appartenenza, hanno compreso questa scelta di responsabilità, che è il tentativo di passare da un modello e un sistema di accoglienza natura emergenziale, a un sistema di accoglienza che si dia gli strumenti per tendere a essere un sistema strutturale, a fronte di una situazione che non ha nulla di emergenziale.
Si continua a parlare di emergenza sbarchi, ma siamo davanti a un tema epocale, che certamente non si risolverà in breve tempo, tanto meno evocandolo come problema, e quindi la scelta di un sistema che è prevista dal Piano di accoglienza nazionale, non è dunque una scelta originale di questo territorio, ed è prevista da un accordo siglato dall'Associazione dei comuni italiani, tutti, e dal Ministero dell'Interno, per provare appunto a dare elementi e strumenti maggiori ai comuni per affrontare questo tema. Sapendo che il sistema Sprar ha strumenti di integrazione, strumenti di inclusione lavorativa, strumenti di inclusione nella nostra comunità molto maggiori di quanto non abbia il sistema dei Cas, che appunto è un sistema di natura straordinaria.
Per questo è in fase di ultimazione l'avviso di evidenza pubblica con il quale Asp Città di Bologna, quale soggetto strumentale del Comune di Bologna, andrà ad individuare i soggetti attuatori del progetto Sprar metropolitano che appunto si prefigge l'obiettivo, nel corso della prossima triennalità, di assicurare il numero di posti di accoglienza previsti come quote di riparto dovuto nel Piano nazionale, stabilito dal Ministero dell'Interno in accordo con Anci. Quando dico dovuto, ci tango a sottolinearlo consigliera, stiamo parando di due possibilità date ai comuni, nella chiarezza di qual è la propria quota di spettanza nell'accoglienza. Ogni comune sa oggi, su base 200.000 di previsione, che è probabilmente prudente rispetto a quello che sarà la realtà, qual è la sua quota accoglienza.
Vi sono dunque due possibilità, o i comuni si attrezzano attraverso il sistema Sprar e gli strumenti che lo Sprar a differenza del Cas dà, oppure c'è la supplenza delle prefetture, nessuno può chiamarsi fuori dal sistema. La nostra scelta è quella di aderire al sistema Sprar, di allargare un sistema Sprar dentro il quale già siamo. Conterà su base triennale una previsione di 3.000 posti, nel primo anno saranno 1.347 per poi essere implementati nei due anni successivi, fino a raggiungere, auspicabilmente, i 2.361 previsti dal piano per quanto riguarda l'area di Bologna, più i posti minori. Per dare una soluzione anche qui unitaria al tema dei minori stranieri non accompagnati. Ci si riserva, prima della pubblicazione, una riparametrazione sulla base dei comuni non aderenti, che entro la giornata di oggi o massimo di lunedì sapremo quali saranno. Si tratta di posti che perlopiù sono già attivati, non sono tutti posti nuovi, ma col sistema dei Cas; la loro trasformazione all'interno del sistema Sprar consentirà ai comuni un maggiore protagonismo nel sistema d'accoglienza e strumenti maggiori per un'effettiva integrazione dei rifugiati e richiedenti asilo.
Trattandosi di evidenza pubblica saranno gli esiti di questa che determineranno quali attuali Cas verranno trasformati in Sprar. Dipenderà dalle candidature, dalle valutazioni che le commissioni preposte effettueranno. Ci si è dati però un criterio di fondo, che per il momento mantiene in capo alla Prefettura i Cas realizzati in grandi strutture collettive, valutando progressivamente il loro eventuale superamento. Quindi invece dedicando lo Sprar in particolare alle situazioni di accoglienza diffusa di piccole situazioni di accoglienza. E' previsto anche l'ampliamento dello Sprar minori, fino a 350 posti, perseguendo l'obiettivo di ritradurre all'interno del sistema le accoglienze che oggi vengono realizzate in comunità educative del sistema territoriale, che molto spesso hanno costi ben superiori allo Sprar, come evidenziano dati già prodotti in più occasioni alle commissioni consiliari.
L'avviso prevederà anche posti destinati a soggetti con necessità di assistenza sanitaria, vulnerabili, già presenti nel sistema, ma per i quali potremo in questo modo predisporre soluzioni con risorse maggiormente adeguate. Tra le attività dello Sprar vi e anche quella di sensibilizzazione della cittadinanza e delle comunità locali, assumendosi anche una funzione di mediazione sociale, realizzata in vari modi, con varie iniziative, con la costruzione di reti informali.
Infine, ci tengo a specificare che certamente uno degli obiettivi sarà anche quello di un progressivo superamento, quanto più possibile, delle strutture più grandi, come dicevo. A tal proposito voglio specificare un ulteriore cosa che continua a essere nel dibattito e cioè che in realtà quando si fa riferimento alla grande accoglienza di Villa Aldini, si fa riferimento a una struttura altra da Villa Aldini, di nessun pregio, adibita precedentemente a servizi socio-sanitari per anziani, dimessa da tempo e data in uso alla Prefettura per 90 migranti in via dell'Osservanza. Non è nel corpo architettonico della Villa Aldini, è priva di alcun vincolo della sovrintendenza e ha un numero civico diverso. Nel corpo di Villa Aldini vi è solo, in un appartamento laterale della Villa, con un suo accesso autonomo, la presenza di 15 minori precedentemente ospitati a Loiano, spostati li in termini provvisori e temporanei per una situazione di impossibilità di utilizzo della struttura di Loiano, a causa di un intervento sulle fognature che si è reso necessario. Ci tengo perché a Villa Aldini intesa in senso pieno non vi sono i 90 migranti come in alcune occasioni, anche in una commissione consiliare a cui non ho avuto il piacere di poter partecipare, è stato detto erroneamente".
Domanda d'attualità della consigliera Scarano
"Alla luce di recenti articoli di stampa chiedo al Sindaco e alla Giunta maggiori delucidazioni sulla gestione delle strutture di accoglienza per migranti in particolare sui tempi, sui metodi e sui numeri previsti per il Comune di Bologna; quali strutture saranno convertite in SPRAR; se vi sia l'intenzione di procedere alla dismissione di quelle grandi strutture inadeguate ad accogliere richiedenti asilo quali Villa Aldini; se vi sia l'intenzione di coinvolgere la cittadinanza tutta su scelte che hanno un forte impatto sulla vivibilità e sulla sicurezza".
Risposta dell'assessore Rizzo Nervo
"Rispondo volentieri a questa domanda che mi consente innanzitutto di precisare molte cose inesatte che sono state dette nella sua presentazione. La prima delle quali è questa sottolineatura rispetto a una mia entusiastica adesione, non c'è una scelta entusiastica, c'è una scelta di responsabilità rispetto a un fenomeno strutturale che riguarda il nostro Paese e rispetto al quale ci sono due atteggiamenti possibili, ovviamente come sempre e come è del tutto evidente nel dibattito politico, quello di indicare il problema ed evocarne le conseguenze cercando i colpevoli, oppure al scelta di assumersi la responsabilità di affrontarlo cercando soluzioni. E questa è la scelta che come Comune di Bologna e come comuni dell'area metropolitana bolognese. Quando finirà il tempo entro il quale potere aderire o meno a questo bando ne avremo una definitiva evidenza, ma ci tengo a dire già oggi che comuni di ogni colore politico, di ogni appartenenza, hanno compreso questa scelta di responsabilità, che è il tentativo di passare da un modello e un sistema di accoglienza natura emergenziale, a un sistema di accoglienza che si dia gli strumenti per tendere a essere un sistema strutturale, a fronte di una situazione che non ha nulla di emergenziale.
Si continua a parlare di emergenza sbarchi, ma siamo davanti a un tema epocale, che certamente non si risolverà in breve tempo, tanto meno evocandolo come problema, e quindi la scelta di un sistema che è prevista dal Piano di accoglienza nazionale, non è dunque una scelta originale di questo territorio, ed è prevista da un accordo siglato dall'Associazione dei comuni italiani, tutti, e dal Ministero dell'Interno, per provare appunto a dare elementi e strumenti maggiori ai comuni per affrontare questo tema. Sapendo che il sistema Sprar ha strumenti di integrazione, strumenti di inclusione lavorativa, strumenti di inclusione nella nostra comunità molto maggiori di quanto non abbia il sistema dei Cas, che appunto è un sistema di natura straordinaria.
Per questo è in fase di ultimazione l'avviso di evidenza pubblica con il quale Asp Città di Bologna, quale soggetto strumentale del Comune di Bologna, andrà ad individuare i soggetti attuatori del progetto Sprar metropolitano che appunto si prefigge l'obiettivo, nel corso della prossima triennalità, di assicurare il numero di posti di accoglienza previsti come quote di riparto dovuto nel Piano nazionale, stabilito dal Ministero dell'Interno in accordo con Anci. Quando dico dovuto, ci tango a sottolinearlo consigliera, stiamo parando di due possibilità date ai comuni, nella chiarezza di qual è la propria quota di spettanza nell'accoglienza. Ogni comune sa oggi, su base 200.000 di previsione, che è probabilmente prudente rispetto a quello che sarà la realtà, qual è la sua quota accoglienza.
Vi sono dunque due possibilità, o i comuni si attrezzano attraverso il sistema Sprar e gli strumenti che lo Sprar a differenza del Cas dà, oppure c'è la supplenza delle prefetture, nessuno può chiamarsi fuori dal sistema. La nostra scelta è quella di aderire al sistema Sprar, di allargare un sistema Sprar dentro il quale già siamo. Conterà su base triennale una previsione di 3.000 posti, nel primo anno saranno 1.347 per poi essere implementati nei due anni successivi, fino a raggiungere, auspicabilmente, i 2.361 previsti dal piano per quanto riguarda l'area di Bologna, più i posti minori. Per dare una soluzione anche qui unitaria al tema dei minori stranieri non accompagnati. Ci si riserva, prima della pubblicazione, una riparametrazione sulla base dei comuni non aderenti, che entro la giornata di oggi o massimo di lunedì sapremo quali saranno. Si tratta di posti che perlopiù sono già attivati, non sono tutti posti nuovi, ma col sistema dei Cas; la loro trasformazione all'interno del sistema Sprar consentirà ai comuni un maggiore protagonismo nel sistema d'accoglienza e strumenti maggiori per un'effettiva integrazione dei rifugiati e richiedenti asilo.
Trattandosi di evidenza pubblica saranno gli esiti di questa che determineranno quali attuali Cas verranno trasformati in Sprar. Dipenderà dalle candidature, dalle valutazioni che le commissioni preposte effettueranno. Ci si è dati però un criterio di fondo, che per il momento mantiene in capo alla Prefettura i Cas realizzati in grandi strutture collettive, valutando progressivamente il loro eventuale superamento. Quindi invece dedicando lo Sprar in particolare alle situazioni di accoglienza diffusa di piccole situazioni di accoglienza. E' previsto anche l'ampliamento dello Sprar minori, fino a 350 posti, perseguendo l'obiettivo di ritradurre all'interno del sistema le accoglienze che oggi vengono realizzate in comunità educative del sistema territoriale, che molto spesso hanno costi ben superiori allo Sprar, come evidenziano dati già prodotti in più occasioni alle commissioni consiliari.
L'avviso prevederà anche posti destinati a soggetti con necessità di assistenza sanitaria, vulnerabili, già presenti nel sistema, ma per i quali potremo in questo modo predisporre soluzioni con risorse maggiormente adeguate. Tra le attività dello Sprar vi e anche quella di sensibilizzazione della cittadinanza e delle comunità locali, assumendosi anche una funzione di mediazione sociale, realizzata in vari modi, con varie iniziative, con la costruzione di reti informali.
Infine, ci tengo a specificare che certamente uno degli obiettivi sarà anche quello di un progressivo superamento, quanto più possibile, delle strutture più grandi, come dicevo. A tal proposito voglio specificare un ulteriore cosa che continua a essere nel dibattito e cioè che in realtà quando si fa riferimento alla grande accoglienza di Villa Aldini, si fa riferimento a una struttura altra da Villa Aldini, di nessun pregio, adibita precedentemente a servizi socio-sanitari per anziani, dimessa da tempo e data in uso alla Prefettura per 90 migranti in via dell'Osservanza. Non è nel corpo architettonico della Villa Aldini, è priva di alcun vincolo della sovrintendenza e ha un numero civico diverso. Nel corpo di Villa Aldini vi è solo, in un appartamento laterale della Villa, con un suo accesso autonomo, la presenza di 15 minori precedentemente ospitati a Loiano, spostati li in termini provvisori e temporanei per una situazione di impossibilità di utilizzo della struttura di Loiano, a causa di un intervento sulle fognature che si è reso necessario. Ci tengo perché a Villa Aldini intesa in senso pieno non vi sono i 90 migranti come in alcune occasioni, anche in una commissione consiliare a cui non ho avuto il piacere di poter partecipare, è stato detto erroneamente".