Question Time, chiarimenti sulle calotte per la raccolta differenziata nel quartiere Savena
L'assessore al decoro urbano Riccardo Malagoli ha risposto questa mattina in sede di Question Time alla domanda d'attualità della consigliera Addolorata Palumbo (Movimento 5 Stelle) sulle calotte per la raccolta differenziata nel quartiere Sav...
Data:
:
L'assessore al decoro urbano Riccardo Malagoli ha risposto questa mattina in sede di Question Time alla domanda d'attualità della consigliera Addolorata Palumbo (Movimento 5 Stelle) sulle calotte per la raccolta differenziata nel quartiere Savena .
La domanda della consigliera Palumbo
"Visti gli articoli apparsi sulla stampa relativi allo slittamento dell'applicazione della tariffa puntuale sulla raccolta dei rifiuti a causa dei problemi riscontrati nelle calotte installate sui bidoni dell'immondizia, pongo la seguente domanda di attualità per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta sull'argomento; per sapere dal Sindaco se non ritenga più corretto sospendere l'incarico ad hera di progettare le nuove calotte, in attesa dell'esito nuovo bando per assegnare la gestione dei rifiuti che verrà avviato a breve".
La risposta dell'assessore Malagoli
"Gentile consigliera, mi fa molto piacere rispondere a questa domanda perché lei parte un presupposto che non è propriamente giusto. E' stato il Comune di Bologna con una lettera a mia firma a chiedere alla Regione lo slittamento del Piano ambientale regionale, non Hera. La cosa è un po' diversa. Noi rispetto a una calotta che comunque è presente in molti comuni anche della cintura, abbiamo ascoltato i cittadini, le loro criticità, e chiesto noi a Hera di fare un nuovo tipo di cassonetto dandogli delle specifiche tecniche. Non è perché abbiamo chiesto questa proroga che arrivavamo alla tariffa puntuale nel 2018, perché una tariffa puntuale, lo voglio ricordare, prevede che tutto il Comune abbia la stessa tipo di raccolta, altrimenti succede che a Savena nessuno produce rifiuti e in altri quartieri della città c'è un boom di aumento dei rifiuti. Quindi per fare questo, e ne abbiamo parlato anche con la Regione in un incontro di questa settimana, il Comune di Bologna pensa che prima di andare a tariffazione puntuale - la legge prevede come termine ultimo il 2020 - bisogna rendere omogeneo il sistema di raccolta. Noi a Bologna abbiamo due quartieri e mezzo che hanno la raccolta porta a porta e da maggio ne avremo un altro pezzo. Adesso è in corso la conferenza stampa per il pezzo del quartiere Porto Saragozza, con anche notevoli incrementi di raccolta differenziata, passiamo da poco più del 20 a quasi il 60% di raccolta differenziata con questo sistema, un sistema che però non può essere esteso a tutta la città, perché ci sono evidenti problemi di costo, costa molto di più questo rispetto a un cassonetto con calotta. Poi se vogliamo raggiungere non solo la tariffa puntuale, ma anche gli obiettivi che la legge regionale ci pone e tentare di avvicinarci a questi nel 2020, dobbiamo calare la differenziata. Quindi non basta fare un unico quartiere a calotta, bisogna fare tutta la cerchia fuori dalla città fino all'altra parte della città, dove facciamo il porta a porta, cioè la parte rurale. Per fare questo abbiamo convenuto questo progetto con la Regione e ci impegneremo prima di tutto a vedere se il cassonetto che andrà in funzione entro la fine di aprile in modo sperimentale, prima 10 cassonetti a una bocca di inserimento, poi altri 10 cassonetti con due bocche di inserimento, è più gradito ai cittadini, perché toglie le criticità che avevano evidenziato, e perché se sono solo quelle le criticità oggi abbiamo una tecnica che può risolverle. Però ripeto, quelle calotte sono utilizzate in tanti altri comuni, anche attorno a noi.
Poi c'è il tema dell'elettronica i questi cassonetti. Questi cassonetti saranno già predisposti per la tessera. Che deve avere anche un momento culturale: se vogliamo arrivare a tariffa e dare la tessere ai cittadini per pesare la loro produzione di rifiuti, dobbiamo prima di tutto convincerli che i rifiuti che non si possono differenziare sono molto pochi, secondo dobbiamo scoraggiare gli abbandoni. E da questo punto di vista bisogna che noi siamo più incisivi e ci stiamo attrezzando: spero che le prime multe che faranno le telecamere daranno un segnale ai cittadini che non si comportano ecologicamente bene. Ma per fare questo ci vuole un periodo di tempo, i 3.500 cassonetti hanno bisogno di una gara da parte di Hera, però finalmente abbiamo un progetto che ci porterà al 2020 ad avere la possibilità di scegliere se andare a tariffa puntuale o Tasi o Tari, dipende cosa sceglierà l'Amministrazione in quel momento, ma ci vogliono le condizioni per evitare che ci sia qualcuno che non paga niente perché trasferisce in altri contenitori e qualcuno che paga anche per altri che non pagano niente.
Credo che questo sia un problema che stiamo affrontando e che abbiamo intenzione di risolvere a Piano investimenti. Come voi sapete Hera anticipa le risorse e poi ha un ammortamento annuale che il Comune di Bologna inserisce nel Pef per pagare gli investimenti in cassonetti. Un altro gestore ovviamente dovrà farsi carico degli investimenti che avrà fatto Hera in tecnologia, che gli verranno remunerati dal Comune di Bologna negli anni, ma questo succede in tutti i cambi di appalto, se ci sono stati degli investimenti, la società che ha perso viene liquidata e la società che vince continua con l'ammortamento del Piano investimenti. Quindi Hera non c'entra niente rispetto a questo, è attualmente il nostro gestore d'ambito, non di tutta l'Emilia-Romagna, non di tutta l'area metropolitane di Bologna, ma di gran parte di essa. C'è Atersir che deve controllare Hera anche per conto dei Comuni. Il Piano economico e finanziario di Hera vi verrà illustrato in commissione lunedì, penso, e noi andiamo nella direzione di chiudere il circuito vizioso della raccolto indifferenziata e negli anni potremmo vederne anche le conseguenze".
La domanda della consigliera Palumbo
"Visti gli articoli apparsi sulla stampa relativi allo slittamento dell'applicazione della tariffa puntuale sulla raccolta dei rifiuti a causa dei problemi riscontrati nelle calotte installate sui bidoni dell'immondizia, pongo la seguente domanda di attualità per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta sull'argomento; per sapere dal Sindaco se non ritenga più corretto sospendere l'incarico ad hera di progettare le nuove calotte, in attesa dell'esito nuovo bando per assegnare la gestione dei rifiuti che verrà avviato a breve".
La risposta dell'assessore Malagoli
"Gentile consigliera, mi fa molto piacere rispondere a questa domanda perché lei parte un presupposto che non è propriamente giusto. E' stato il Comune di Bologna con una lettera a mia firma a chiedere alla Regione lo slittamento del Piano ambientale regionale, non Hera. La cosa è un po' diversa. Noi rispetto a una calotta che comunque è presente in molti comuni anche della cintura, abbiamo ascoltato i cittadini, le loro criticità, e chiesto noi a Hera di fare un nuovo tipo di cassonetto dandogli delle specifiche tecniche. Non è perché abbiamo chiesto questa proroga che arrivavamo alla tariffa puntuale nel 2018, perché una tariffa puntuale, lo voglio ricordare, prevede che tutto il Comune abbia la stessa tipo di raccolta, altrimenti succede che a Savena nessuno produce rifiuti e in altri quartieri della città c'è un boom di aumento dei rifiuti. Quindi per fare questo, e ne abbiamo parlato anche con la Regione in un incontro di questa settimana, il Comune di Bologna pensa che prima di andare a tariffazione puntuale - la legge prevede come termine ultimo il 2020 - bisogna rendere omogeneo il sistema di raccolta. Noi a Bologna abbiamo due quartieri e mezzo che hanno la raccolta porta a porta e da maggio ne avremo un altro pezzo. Adesso è in corso la conferenza stampa per il pezzo del quartiere Porto Saragozza, con anche notevoli incrementi di raccolta differenziata, passiamo da poco più del 20 a quasi il 60% di raccolta differenziata con questo sistema, un sistema che però non può essere esteso a tutta la città, perché ci sono evidenti problemi di costo, costa molto di più questo rispetto a un cassonetto con calotta. Poi se vogliamo raggiungere non solo la tariffa puntuale, ma anche gli obiettivi che la legge regionale ci pone e tentare di avvicinarci a questi nel 2020, dobbiamo calare la differenziata. Quindi non basta fare un unico quartiere a calotta, bisogna fare tutta la cerchia fuori dalla città fino all'altra parte della città, dove facciamo il porta a porta, cioè la parte rurale. Per fare questo abbiamo convenuto questo progetto con la Regione e ci impegneremo prima di tutto a vedere se il cassonetto che andrà in funzione entro la fine di aprile in modo sperimentale, prima 10 cassonetti a una bocca di inserimento, poi altri 10 cassonetti con due bocche di inserimento, è più gradito ai cittadini, perché toglie le criticità che avevano evidenziato, e perché se sono solo quelle le criticità oggi abbiamo una tecnica che può risolverle. Però ripeto, quelle calotte sono utilizzate in tanti altri comuni, anche attorno a noi.
Poi c'è il tema dell'elettronica i questi cassonetti. Questi cassonetti saranno già predisposti per la tessera. Che deve avere anche un momento culturale: se vogliamo arrivare a tariffa e dare la tessere ai cittadini per pesare la loro produzione di rifiuti, dobbiamo prima di tutto convincerli che i rifiuti che non si possono differenziare sono molto pochi, secondo dobbiamo scoraggiare gli abbandoni. E da questo punto di vista bisogna che noi siamo più incisivi e ci stiamo attrezzando: spero che le prime multe che faranno le telecamere daranno un segnale ai cittadini che non si comportano ecologicamente bene. Ma per fare questo ci vuole un periodo di tempo, i 3.500 cassonetti hanno bisogno di una gara da parte di Hera, però finalmente abbiamo un progetto che ci porterà al 2020 ad avere la possibilità di scegliere se andare a tariffa puntuale o Tasi o Tari, dipende cosa sceglierà l'Amministrazione in quel momento, ma ci vogliono le condizioni per evitare che ci sia qualcuno che non paga niente perché trasferisce in altri contenitori e qualcuno che paga anche per altri che non pagano niente.
Credo che questo sia un problema che stiamo affrontando e che abbiamo intenzione di risolvere a Piano investimenti. Come voi sapete Hera anticipa le risorse e poi ha un ammortamento annuale che il Comune di Bologna inserisce nel Pef per pagare gli investimenti in cassonetti. Un altro gestore ovviamente dovrà farsi carico degli investimenti che avrà fatto Hera in tecnologia, che gli verranno remunerati dal Comune di Bologna negli anni, ma questo succede in tutti i cambi di appalto, se ci sono stati degli investimenti, la società che ha perso viene liquidata e la società che vince continua con l'ammortamento del Piano investimenti. Quindi Hera non c'entra niente rispetto a questo, è attualmente il nostro gestore d'ambito, non di tutta l'Emilia-Romagna, non di tutta l'area metropolitane di Bologna, ma di gran parte di essa. C'è Atersir che deve controllare Hera anche per conto dei Comuni. Il Piano economico e finanziario di Hera vi verrà illustrato in commissione lunedì, penso, e noi andiamo nella direzione di chiudere il circuito vizioso della raccolto indifferenziata e negli anni potremmo vederne anche le conseguenze".