Question Time, chiarimenti sull'assegnazione dello spazio di Vicolo Bolognetti
L'assessore all'Immaginazione civica, Matteo Lepore, ha risposto alle domande d'attualità dei consiglieri Umberto Bosco (Lega nord) e Marco Lisei (Forza Italia) sull'assegnazione dello spazio in vicolo Bolognetti.Domanda d'attualità del...
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L'assessore all'Immaginazione civica, Matteo Lepore, ha risposto alle domande d'attualità dei consiglieri Umberto Bosco (Lega nord) e Marco Lisei (Forza Italia) sull'assegnazione dello spazio in vicolo Bolognetti.
Domanda d'attualità del consigliere Bosco
"Alla luce degli articoli di stampa, si chiede il parere della Giunta. In particolare si chiede di sapere se non ritenga inopportuno che il direttore del Settore Marketing Urbano e Turismo abbia nominato se stesso quale presidente della commissione che ha valutato i progetti per l'affidamento degli spazi di vicolo Bolognetti. Si chiede infine se ritenga opportuno continuare a considerare elemento premiale l'aver occupato stabili".
Domanda d'attualità del consigliere Lisei
"Con riferimento al bando vinto da Labas per l'utilizzo di spazi del quartiere in vicolo Bolognetti, chiede al Signor Sindaco il proprio pensiero politico in merito. Si chiede, nello specifico, se non ritenga l'amministrazione che l'esito del bando possa rappresentare un problema per i residenti della zona. Si chiede, inoltre, se non si ritenga che l'esito del bando incentivi le occupazioni in città".
La risposta dell'assessore Lepore
"Preciso, rispetto a quanto chiesto dal consigliere Bosco, che non esistono divieti o cause di incompatibilità: il Direttore può nominare sé stesso e fare parte di una commissione di esperti per l’esame di progetti. Per il Comune è la prassi, seguita da tutti gli uffici, salvo che ci siano previsioni differenti per affidamenti contrattuali altri atti come previsto dal Codice degli appalti. Ho anche un elenco di episodi all’interno dell’Amministrazione in cui questa cosa è avvenuta, ad esempio per il settore Ambiente ed Energia, Politiche Abitative, per l'Area Cultura, Politiche per i Giovani, etc. Non vedo dunque quale sia il problema e mi stupisce che venga sollevata questa osservazione perché penso che la buona fede dei nostri dirigenti vada preservata da parte del Consiglio comunale e credo che questa Amministrazione può vantarsi, di avere persone capaci di fare il proprio lavoro e che vanno ringraziate per quello che fanno tutti i giorni.
Per quanto riguarda le supposizioni del consigliere Lisei, sarei per dare atto che siamo stati coerenti, nel senso che da anni ci si dice che dobbiamo fare dei bandi. Per le cose che ho seguito abbiamo sempre fatto dei bandi, in questo caso abbiamo fatto un bando, selezionando un progetto che è stato valutato dalla Commissione sulla base di criteri e indirizzi pubblici, presentati anche prima della scadenza. In commissione consiliare abbiamo anche affrontato una discussione in cui ci siamo detti che dobbiamo rivedere i regolamenti per renderli più innovativi, migliori, più coerenti e ci siamo dati una tempistica di un anno per farlo.
Alla luce dei regolamenti in vigore ma anche della discussione che abbiamo fatto, abbiamo deciso di procedere con un avviso pubblico, una procedura ad evidenza pubblica, alla quale hanno risposto cinque realtà. Se non volevamo affidare a Làbas qualcosa allora bisognava dire "non fate nessun avviso pubblico", lasciamo Vicolo Bolognetti così com’è altrimenti occorreva fare un’altra discussione, discriminatoria nei confronti di qualche realtà. Capisco che il dibattito della città spesso si avvinghia attorno al fatto che ci sono amici che devono vincere o compagni che devono perdere, ma per una volta cerchiamo di rimanere sul punto, cioè che siamo un’istituzione che fa procedure ad evidenza pubblica e che seleziona dei progetti che poi dovranno essere implementati e giudicati sulla base di quello che realmente si fa e si porta alla nostra comunità e sui quali alla fine si traggono le conseguenze. Si fanno pagare utenze, canoni, sulla base di questi si valuta se c’è stato un comportamento corretto rispetto ai rapporti tributari nei confronti del Comune con grande trasparenza, si valuta se gli statuti sono pubblicati online e se tutti gli altri obblighi sono stati portati avanti anche in modo più stringente. Ma se decidiamo di andare per questa strada, che è quella che condivido, della regolarità e della trasparenza, non possiamo noi come politica entrare nel merito di chi deve vincere o perdere, perché questo deve essere un atteggiamento da parte di un’Amministrazione che è realmente super partes, altrimenti non riusciremmo mai a togliere nessun dubbio sul fatto che ci sono favoritismi o in qualche modo si cerca di supportare una realtà piuttosto che un’altra.
Nel caso di specie abbiamo fatto un avviso pubblico molto chiaro, abbiamo detto che avremmo dovuto individuare una realtà impegnata in un percorso di transizione da situazione informale a un rapporto istituzionale con l’Amministrazione. Rendo noto che nella nostra città ce ne sono più d’una di realtà che hanno questa caratteristica. Penso che sia un valore aprire un dialogo con parti della città che si autorganizzano e che si assumono delle responsabilità nei confronti della comunità. Chi andrà a gestire il progetto di Vicolo Bolognetti si dovrà assumere delle responsabilità e l’Amministrazione non dovrà essere solo garante, ma anche parte attiva affinché chi sarà in quel luogo si assuma delle responsabilità. Per questo motivo istituiremo, così come previsto nell’avviso, la costituzione di un tavolo di monitoraggio in cui parteciperà il Comune e il Quartiere, assieme i capofila del progetto.
Ho incontrato i genitori della scuola, quelli eletti nel consiglio di istituto, così come la direttrice, a loro abbiamo detto che saranno chiamati a questo tavolo di monitoraggio – di volta in volta quando ci saranno i temi legati ai rapporti con la scuola – non solo per monitorare i buona rapporti di vicinato, ma anche per portare avanti progetti perché noi non ci accontentiamo che chi gestisce Vicolo Bolognetti tenga pulito e faccia il custode, ma che porti avanti progetti per la comunità e, in particolare, per le famiglie e per i bambini. Il percorso che portiamo avanti è sperimentale, durerà un anno più eventualmente un altro anno. E’ chiaro che da parte dell’Amministrazione ci sarà una valutazione sull’operato di chi è all’interno e ci sarà, nei tempi dovuti, tutta la possibilità di contribuire e partecipare ad un lavoro, all’interno di vicolo Bolognetti, che dovrà essere aperto e assolutamente collaborativo.
Non siamo di fronte ad una situazione nella quale l’Amministrazione dà uno spazio ad un centro sociale, se fossimo in questa situazione saremmo di fronte alle tante situazioni già viste nella storia della nostra città dove il Comune, anche a volte senza fare procedure ad evidenza pubblica, ha affidato a centri sociali e collettivi, in modo diretto (e assumendosi così responsabilità di un certo tipo) spazi pubblici. In questo caso siamo di fronte ad un avviso pubblico, ad una convenzione che verrà sottoscritta, ad un luogo che è nel centro di Bologna e che tutti vedono, non nascosto in mezzo al nulla, dove bisognerà fare non dei rave o attività criminali ma attività di interesse per la comunità che tutti potranno valutare, essendo un luogo in convenzione potrà essere visitato dai consiglieri comunali che potranno andare liberamente a Làbas senza andare in un luogo occupato, come accaduto in passato, potrà essere visitato dagli assessori portando avanti delle discussioni alla luce del sole. Valuteremo, sempre alla luce del sole, se questo percorso ha portato a dei frutti. Da questo punto di vista a essere messi alla prova non siamo tanto noi ma chi va lì a fare un progetto, dal punto di vista politico, culturale e sociale è soprattutto una sfida di chi ha deciso di partecipare a quell’avviso pubblico. Dovranno dimostrare di riuscire in modo ampio e collaborativo a portare avanti dei progetti di interesse per la comunità, collaborando con le istituzioni. Questa è la sfida che le persone che hanno portato avanti questo percorso hanno lanciato. Se questa sfida non verrà colta, perché non in grado o per volontà, ovviamente sarà un peccato, ma stiamo parlando di questo: una modalità diversa rispetto al passato che tiene conto delle discussioni fatte in questa Aula e nelle Commissioni. E’ giusto che i consiglieri comunali facciano richieste di accesso agli atti, che si verifichi se le cose fatte siano state fatte nel modo più corretto ed è giusto che in questi due anni o un anno di convenzione, il Consiglio comunale e la Giunta partecipino alla discussione del progetto non solo per vigilare ma proprio perché è un progetto pubblico e come tale dovrà essere considerato e valorizzato".