Comunicati stampa

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Question Time, chiarimenti sulla statalizzazione delle scuole d'infanzia comunali

La vicesindaco Marilena Pillati con delega su Educazione e Scuola, ha risposto questa mattina in sede di Question Time alle domande d'attualità dei consiglieri Francesco Sassone (Forza italia) e Elena Foresti (Movimento 5 Stelle) sulla statali...

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La vicesindaco Marilena Pillati con delega su Educazione e Scuola, ha risposto questa mattina in sede di Question Time alle domande d'attualità dei consiglieri Francesco Sassone (Forza italia) e Elena Foresti (Movimento 5 Stelle) sulla statalizzazione delle scuole d'infanzia comunali.

La domanda del consigliere Sassone:

"Relativamente alle notizie di stampa apparse su quotidiani locali, di richiesta da parte della Giunta, di avvio di un processo di statalizzazione delle scuole materne comunali a gestione mista , chiede al Signor Sindaco il proprio pensiero politico in merito.
Chiedo se il numero indicato dai giornali sulle sezioni da statalizzate sia ritenuto adeguato dall'Amministrazione per gli obiettivi politici che si prefigge.    
E quali tipi di vantaggi, eventualmente  anche in termini economici, l’Amministrazione pensa di ottenere e come pensa di reinvestirli".

La domanda della consigliera Foresti:
 
"Visti gli articoli apparsi sulla stampa relativi alla richiesta rivolta dal Comune al Miur, per farsi carico di alcune scuole dell'infanzia che attualmente hanno una gestione mista (educatori statali e comunali insieme) pone la seguente domanda di attualità per sapere come l'Amministrazione intende reinvestire le risorse umane che si renderanno disponibili con questa statalizzazione e per sapere il motivo per il quale anche la materna comunale Carducci (l'unica materna montessoriana in città) sia inclusa in questo processo nonostante le proteste dei genitori".

La risposta della vicesindaco Marilena Pillati:

"Gentili consiglieri, come viene riportato anche negli articoli di stampa, ma come credo sia ben noto, il Comune di Bologna ha una lunga tradizione di impegno nella scuola dell'infanzia, che costituisce in generale un impegno dell'amministrazione statale. Attualmente il Comune garantisce con le sue scuole circa il 60% dell'offerta complessiva, una percentuale particolarmente rilevante sia a livello nazionale dove le scuole comunali rappresentano circa il 10%, che regionale, dove il 20% dei posti è messo in campo dai comuni. Da molti anni e non dunque da oggi, il Comune di Bologna solletica lo Stato, che offre con le sue scuole poco più del 20% dell'offerta, a sviluppare ulteriormente scuole d'infanzia statali nel territorio cittadino. Questo viene fatto attraverso la richiesta di apertura di nuove sezioni a cui si aggiunge la richiesta di completamento orario in sezioni di scuola dell'infanzia statale attualmente funzionanti a orario ridotto, alle quali il Comune assegna personale docente comunale per consentire il funzionamento a tempo pieno.Sono quindi due tipi di richieste distinti, nuove sezioni di scuola statale e completamento orario nelle scuole statali che funzionano a tempo pieno grazie al personale comunale.
L'obiettivo del Comune di Bologna è quello di mantenere da un lato un forte impegno su questo segmento di scuola, e credo che le numerose assunzioni di insegnanti confermino che non è in atto nessun cambio di rotta, ma dall'altro riequilibrando questi numeri per avvicinarci alle percentuali medie dei comuni capoluogo della regione. La richiesta di un impegno maggiore dello Stato risale ormai a diversi anni fa, non c'è dunque nulla di nuovo, una domanda allo Stato che si ripete ogni anno, non certo scegliendo le scuole a caso, perché il nostro obiettivo è tenere in conto la qualità del sistema complessivo e della sua offerta, anche di quella statale. Da qui deriva la scelta di scuole che consentano di completare gli Istituti comprensivi e che siano inserite in edifici anche contigui alle scuole statali. Per questo motivo tra le diverse scuole è stata scelta la scuola Carducci, che come è noto, non solo è nello stesso edificio della scuola primaria Carducci, ma appartiene a un Istituto comprensivo privo di scuola d'infanzia.
Ritornando all'obiettivo della statalizzazione vale la pena ricordare che nel 2013 in una dichiarazione congiunta il Sindaco con numerosi gruppi consiliari, di maggioranza e di minoranza, tra cui il Movimento 5 stelle e le organizzazioni sindacali CGIL CISL, UIL e USB, sostennero con forza la richiesta di statalizzazione di alcune scuole d'infanzia. Quello è stato l'ultimo anno in cui alcune scuole dell'infanzia sono state statalizzate, nonostante la domanda venga reiterata ogni anno. Le scuole di cui si chiede la statalizzazione sono 11 e si chiede il personale per potere fare funzionare a tempo pieno le sezioni di scuola d'infanzia statale, che per lo Stato attualmente funzionano a part time e che se invece oggi hanno un orario pieno è grazie all'impegno del Comune.
Il fatto che in questo comune la richiesta di un maggiore impegno allo Stato sia avvenuto non solo da diverse forze politiche, ma anche dalle organizzazioni sindacali, dimostra che il tema del riequilibrio dell'offerta deve interessare tutti, se in questo modo possiamo restituire risorse al Comune e quindi alla città, da investire prioritariamente proprio in servizi educativi e scolastici, ai bambini e alle loro famiglie. Ma questa, ovviamente, sarà nel caso una decisione del Consiglio comunale.
Vorrei però invitare tutti a un po' di realismo. Dopo il 2013 non è stata statalizzata alcuna scuola, nonostante le richieste, e anche quest'anno non abbiamo alcuna certezza. Se dovessero essere concesse alcune statalizzazioni, come già avvenuto in passato, in realtà ciò che si verificherebbe è la generica disponibilità di organici aggiuntivi; sarà poi insieme all'Ufficio scolastico regionale e alle scuole che si dovrà decidere in quali scuole destinare questo organico aggiuntivo. Non solo, il passaggio in passato è sempre stato gestito con gradualità per evitare discontinuità, consentendo ad alcuni insegnanti comunali di rimanere all'interno della scuola per un certo periodo. Vorrei rassicurare tutti, genitori in primis, dicendo loro che tutto verrebbe, e uso il condizionale non casualmente, gestito con gradualità, e che nessun insegnante comunale perderebbe il proprio posto di lavoro. Se avremo l'opportunità di avere organico statale aggiuntivo ragioneremo valutando tutti gli aspetti prima di assumere qualunque decisione sulle singole scuole. Se invece, come è nelle ipotesi dei programmi attuativi della riforma sulla Scuola e in particolare del sistema di istruzione 0-6, ci saranno in futuro ulteriori risorse statali per sostenere la gestione comunale delle scuole dell'infanzia, potremo anche rivedere i nostri piani".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:37
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