Question Time, chiarimenti sulla riorganizzazione dei servizi sanitari metropolitani
L'assessore alla Sanità e Welfare Giuliano Barigazzi ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Federica Mazzoni (Partito democratico) sulla riorganizzazione dei servizi sanitari met...
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L'assessore alla Sanità e Welfare Giuliano Barigazzi ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Federica Mazzoni (Partito democratico) sulla riorganizzazione dei servizi sanitari metropolitani.
La domanda della consigliera Mazzoni
"Viste le notizie stampa che evidenziano i temi di integrazione degli ospedali, dei progetti interaziendali e delle scelte di riorganizzazione dei servizi in ambito metropolitano; domando al Sindaco e alla Giunta di conoscere come l'Amministrazione comunale intende proseguire le strategie già avviate in tal senso, per una maggiore integrazione tra le aziende sanitarie operanti nel territorio metropolitano".
La risposta dell'assessore Barigazzi
"Nelle prossime settimana incontrerò i responsabili del gruppo tecnico che è al lavoro, quindi intendo esercitare pienamente, anche dalla presidenza della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria un ruolo pieno di indirizzo e controllo, di programmazione tipico nostro. Nel senso che dobbiamo tenere rigidamente distinte la gestione, che è affidata ovviamente ai direttori generali, e il nostro compito che è un compito di indirizzo, di controllo e di programmazione di tutta la rete, quindi come intendo farlo è esercitandolo pienamente, lo sempre fatto è una cosa che mi ha caratterizzato e quindi su questo credo di poter rassicurare che l'Amministrazione, e la politica intesa in senso buono in questo caso, avrà quel ruolo di indirizzo, di controllo e di programmazione che dicevo prima. E' chiaro che mentre il gruppo tecnico formula, io ho chiesto anche di dialogare fin da subito con il gruppo tecnico perché poi anche le scelte tecniche diventano scelte da fare politicamente, non c'è mai niente di così neutro, il mito della tecnica neutra è appunto un mito. In realtà ci sono delle ipotesi che poi devono essere discusse dai Sindaci, dal Consiglio comunale, devono essere discusse nelle sedi opportune che sono sedi politiche.
C'è una grandissima occasione perché è quella che dicevo prima, è l'occasione di fare rete, di costruire delle reti di competenze cliniche, c'è l'occasione che queste reti specialistiche di altissimo livello che già abbiamo evitino ridondanze, possano saper dialogare tra loro e si ricolleghino alle reti che ci sono nel territorio, cioè ai servizi del territorio, non ce lo dobbiamo mai scordare questo perché, ripeto, la sostenibilità del sistema si fonda se le diverse parti fanno ciò per cui sono nate. Perché se il territorio fa cose inappropriate, l'ospedale fa cose inappropriate salta il sistema da questo punto di vista. Ecco perché ho dichiarato che in questa discussione mi interessano meno alla fine i perimetri organizzativi a cui arriveremo, cioè quale sarà la scelta organizzativa a cui arriviamo e mi interessano di più i processi, le integrazioni e la capacità di scegliere delle soluzioni organizzative che rispondano ai bisogni di salute emergenti nel territorio. La sanità si deve sempre di più esercitare sui bisogni di salute, su quella che si chiama epidemiologia, sui cambiamenti sociali, sui cambiamenti economici della nostra popolazione. Prima sentivamo i temi dei redditi, i temi della povertà, tutto questo entra nella sanità e nella nostra organizzazione.
Per rispondere all'altra domanda, consigliera, io cercherò nelle prossime settimane di portare, di chiedere a tutti una coerenza tra questo percorso che stiamo facendo e le scelte anche immediate che si devono fare, cioè se sono scelte mediate che si devono fare devono stare e devono avere un significato di coerenza con quel percorso. Non prefiguriamo scelte che poi cozzano prima con un possibile esito di quel percorso. Quindi rispetto del percorso significa che laddove abbiamo bisogno, le singole aziende hanno bisogno di nominare, di prendere decisioni organizzative stiano ad un profilo che non sia da qui a vent'anni perché sennò cozza, ovviamente, con l'esito di un percorso che noi tra l'altro ci siamo detti è giugno del 2018, non giugno del 2020 o chissà quanti anni ancora. Quindi vogliamo presidiarlo, vogliamo dirigerlo, nel senso buono, cioè vogliamo esercitare appieno la funzione che ci è stata data, lo presidieremo e cercheremo anche tutte le occasioni per poterlo portare a discutere, perché sono temi complicati, temi complessi, che però dobbiamo anche riuscire a ridare in termini semplici affinché tutto quel percorso per quanto riguarda quel che restituiamo ai cittadini dobbiamo far capire perché fare alcune cose significa ottenere un maggiore livello di qualità e di capacità di risposta da un servizio, sennò stiamo qua a parlare solo di modifiche organizzative, le modifiche organizzative non le capisce quasi nessuno, perché sono talmente complicate e quasi sempre sembrano riferirsi all'organizzazione stessa, cioè solo a chi già è dentro a quell'organizzazione. Sono importanti naturalmente perché da quello possono discendere delle scelte, ma dobbiamo avere la capacità che in realtà le soluzioni che verranno trovate vadano nelle direzioni che ci si era dati. Da questo punto di vista cercherò di capire questi episodi che lei citava e di chiedere a tutti di rimanere dentro a un'esperienza di percorso, che ripeto significa 8, 9 mesi, per poi avere un risultato finale che possa durare un po' più di tempo naturalmente".
La domanda della consigliera Mazzoni
"Viste le notizie stampa che evidenziano i temi di integrazione degli ospedali, dei progetti interaziendali e delle scelte di riorganizzazione dei servizi in ambito metropolitano; domando al Sindaco e alla Giunta di conoscere come l'Amministrazione comunale intende proseguire le strategie già avviate in tal senso, per una maggiore integrazione tra le aziende sanitarie operanti nel territorio metropolitano".
La risposta dell'assessore Barigazzi
"Nelle prossime settimana incontrerò i responsabili del gruppo tecnico che è al lavoro, quindi intendo esercitare pienamente, anche dalla presidenza della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria un ruolo pieno di indirizzo e controllo, di programmazione tipico nostro. Nel senso che dobbiamo tenere rigidamente distinte la gestione, che è affidata ovviamente ai direttori generali, e il nostro compito che è un compito di indirizzo, di controllo e di programmazione di tutta la rete, quindi come intendo farlo è esercitandolo pienamente, lo sempre fatto è una cosa che mi ha caratterizzato e quindi su questo credo di poter rassicurare che l'Amministrazione, e la politica intesa in senso buono in questo caso, avrà quel ruolo di indirizzo, di controllo e di programmazione che dicevo prima. E' chiaro che mentre il gruppo tecnico formula, io ho chiesto anche di dialogare fin da subito con il gruppo tecnico perché poi anche le scelte tecniche diventano scelte da fare politicamente, non c'è mai niente di così neutro, il mito della tecnica neutra è appunto un mito. In realtà ci sono delle ipotesi che poi devono essere discusse dai Sindaci, dal Consiglio comunale, devono essere discusse nelle sedi opportune che sono sedi politiche.
C'è una grandissima occasione perché è quella che dicevo prima, è l'occasione di fare rete, di costruire delle reti di competenze cliniche, c'è l'occasione che queste reti specialistiche di altissimo livello che già abbiamo evitino ridondanze, possano saper dialogare tra loro e si ricolleghino alle reti che ci sono nel territorio, cioè ai servizi del territorio, non ce lo dobbiamo mai scordare questo perché, ripeto, la sostenibilità del sistema si fonda se le diverse parti fanno ciò per cui sono nate. Perché se il territorio fa cose inappropriate, l'ospedale fa cose inappropriate salta il sistema da questo punto di vista. Ecco perché ho dichiarato che in questa discussione mi interessano meno alla fine i perimetri organizzativi a cui arriveremo, cioè quale sarà la scelta organizzativa a cui arriviamo e mi interessano di più i processi, le integrazioni e la capacità di scegliere delle soluzioni organizzative che rispondano ai bisogni di salute emergenti nel territorio. La sanità si deve sempre di più esercitare sui bisogni di salute, su quella che si chiama epidemiologia, sui cambiamenti sociali, sui cambiamenti economici della nostra popolazione. Prima sentivamo i temi dei redditi, i temi della povertà, tutto questo entra nella sanità e nella nostra organizzazione.
Per rispondere all'altra domanda, consigliera, io cercherò nelle prossime settimane di portare, di chiedere a tutti una coerenza tra questo percorso che stiamo facendo e le scelte anche immediate che si devono fare, cioè se sono scelte mediate che si devono fare devono stare e devono avere un significato di coerenza con quel percorso. Non prefiguriamo scelte che poi cozzano prima con un possibile esito di quel percorso. Quindi rispetto del percorso significa che laddove abbiamo bisogno, le singole aziende hanno bisogno di nominare, di prendere decisioni organizzative stiano ad un profilo che non sia da qui a vent'anni perché sennò cozza, ovviamente, con l'esito di un percorso che noi tra l'altro ci siamo detti è giugno del 2018, non giugno del 2020 o chissà quanti anni ancora. Quindi vogliamo presidiarlo, vogliamo dirigerlo, nel senso buono, cioè vogliamo esercitare appieno la funzione che ci è stata data, lo presidieremo e cercheremo anche tutte le occasioni per poterlo portare a discutere, perché sono temi complicati, temi complessi, che però dobbiamo anche riuscire a ridare in termini semplici affinché tutto quel percorso per quanto riguarda quel che restituiamo ai cittadini dobbiamo far capire perché fare alcune cose significa ottenere un maggiore livello di qualità e di capacità di risposta da un servizio, sennò stiamo qua a parlare solo di modifiche organizzative, le modifiche organizzative non le capisce quasi nessuno, perché sono talmente complicate e quasi sempre sembrano riferirsi all'organizzazione stessa, cioè solo a chi già è dentro a quell'organizzazione. Sono importanti naturalmente perché da quello possono discendere delle scelte, ma dobbiamo avere la capacità che in realtà le soluzioni che verranno trovate vadano nelle direzioni che ci si era dati. Da questo punto di vista cercherò di capire questi episodi che lei citava e di chiedere a tutti di rimanere dentro a un'esperienza di percorso, che ripeto significa 8, 9 mesi, per poi avere un risultato finale che possa durare un po' più di tempo naturalmente".