Question Time, chiarimenti sulla razionalizzazione delle società partecipate
L'assessore Davide Conte ha risposto questa mattina, in sede di Question Time alla domanda d'attualità del consigliere Massimo Bugani (Movimento 5 stelle) sulla razionalizzazione delle società partecipate.La domanda del consigliere Buga...
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L'assessore Davide Conte ha risposto questa mattina, in sede di Question Time alla domanda d'attualità del consigliere Massimo Bugani (Movimento 5 stelle) sulla razionalizzazione delle società partecipate.
La domanda del consigliere Bugani
"Premesso che il Decreto Madia sulla riforma della Pubblica Amministrazione ha elencato i criteri per la razionalizzazione delle società partecipate; con atto di consiglio P.G. 50487/2016 è stato approvato il piano di razionalizzazione delle partecipazioni societarie del Comune di Bologna; un'indagine Ires sulle società partecipate evidenzia la scarsa operatività di questi piani nonostante i buoni intenti espressi dalle pubbliche amministrazioni. Visti gli articoli apparsi sulla stampa relativi all'indagine Ires sulle società partecipate, si pone la seguente domanda di attualità per sapere dal Sindaco e dalla Giunta come valutano il giudizio poco confortante che esce da questa analisi nazionale e per sapere a che punto è il piano di razionalizzazione adottato due anni fa".
La risposta dell'assessore Conte
"Ringrazio il consigliere per la sua sollecitazione a ragionare e riflettere sul piano delle partecipate. Quando noi guardiamo il nostro bilancio, come dico sempre, bisogna guardarlo con un focus specifico su quelli che sono i suoi 600 milioni di euro di spesa corrente, 50 milioni di euro che sono gli investimenti, e questo, diciamo, è il cerchio più piccolo di un disegno a cerchi concentrici. Bisogna poi, quando ragioniamo del bilancio del Comune di Bologna e delle sue politiche, allargare il ragionamento e coinvolgere anche il mondo delle partecipate, quelle controllate, collegate, degli enti strumentali, delle istituzioni che sono coinvolte, quindi parliamo non solo delle partecipate in senso stretto, ma in un qualche modo quando guardiamo a questo cerchio più ampio, guardiamo anche al mondo delle istituzioni culturali, sociali, all'Asp, guardiamo a un insieme molto complesso e molto articolato.
In una visione normativa stretta si parla del bilancio consolidato, in una visione un po' più ampia parliamo di un bilancio del Comune di Bologna in senso lato non soltanto consolidato in termini specifici, come previsto dalla norma quando definisce i paletti di quale società consolidate. Qual è l'elemento interessante? Che comunque nel guardare questo bilancio, anche in termini più larghi, bisogna anche considerare altre tipologie, altri soggetti con cui il Comune lavora in una logica di sussidiarietà. E quindi, se la legge ci dice 'fate il bilancio consolidato' occorre però allargarsi un po' di più e guardare non solo al bilancio consolidato del Comune di Bologna perché questo è limitante, bisogna guardare ad un cerchio più ampio, quello che è il bilancio della città di Bologna, della Città metropolitana se vogliamo, che viene tenuto in piedi da elementi di fiducia e di rapporti di sussidiarietà verticale, orizzontale, con vari attori pubblici e privati.
Questa lunga premessa per dire che quando parliamo del piano non stiamo parlando di un semplice documento puramente burocratico, stiamo parlando di un documento che deve sempre di più definire le strategie con cui il Comune di Bologna intende ragionare in una logica di bilancio non semplicemente legato a se stesso, e quindi un bilancio che guarda bene alle partecipate e in cui le partecipate non sono solo delle società, sono anche dei soggetti con cui si sviluppano le politiche dell'Amministrazione, non sono semplicemente delle azioni investite, sono attori attivi delle nostre politiche che interagiscono con la comunità con i cittadini, cercano di dare soddisfazione sempre migliore ai bisogni dei nostri concittadini.
Qual è quindi l'elemento interessante della sua riflessione e che io condivido? E' che le novità della Madia ovviamente ci mettono dei paletti nuovi nel ragionamento e nel rapporto con le società partecipate, paletti molto importanti e molto utili.
Se vogliamo, se nel mandato passato la grande novità è stata l'armonizzazione del bilancio del Comune, la grande novità di questo mandato, dal punto di vista normativo, per quello che mi riguarda, è la Madia con la sua funzione e il suo significato e che ci obbliga ad arrivare a settembre con degli aggiornamenti e delle novità significative. E' stata rinnovata la scadenza per l'aggiornamento del piano a fine settembre e quindi ci ritroveremo a settembre a discutere insieme in sede di Consiglio e in commissione, e se vogliamo anche in momenti seminariali ad hoc, su come questa Madia impatta e su come intendiamo procedere per quanto riguarda lo sviluppo delle nostre partecipate e quindi l'implementazione delle politiche sul nostro territorio.
Un altro elemento molto importante che aggiungo è che quindi l'aggiornamento di quel piano arriva in un momento giusto all'inizio del mandato e quindi in quell'atto dovremo fare delle scelte forti e significative che caratterizzeranno il futuro ed è giusto iniziare a porre delle indicazioni in sede di Consiglio come stiamo facendo oggi.
In particolar modo lei focalizza l'attenzione su due partecipate che nel precedente piano avevano delle destinazioni particolari, Interporto Bologna SpA e AFM spa e poi accenna anche a BolognaFiere. Nel primo caso la legge ci obbliga a cedere Interporto nel senso che per poter mantenere una società occorre che questa società abbia o un'attinenza istituzionale nella finalità (ma noi non abbiamo una finalità istituzionale logistica) oppure una competenza territoriale e in questo caso manca anche questa condizione quindi su Interporto non è che lo dismettiamo e punto, stiamo facendo un discorso strategico per il nostro territorio perché se guardiamo altri interporti significativi, vediamo che sono soggetti che sono cresciuti negli anni e quindi è stato necessario dotare le nostre aziende di un hub logistico significativo e quindi su questo ragionamento aperto vedremo bene, alla fine di queste riflessioni, cosa riusciremo a scrivere su questo piano ma ovviamente la scelta su Interporto non potrà modificarsi in modo significativo dati i limiti imposti dalla Madia ma di sicuro su questo occorre fare una riflessione strategica.
Troppo spesso abbiamo guardato in passato alle partecipate come a dei pacchetti azionari. Le partecipate sono invece soggetti attivi sul territorio all'interno di una partita industriale molto importante e significativa. Faccio riferimento per esempio a Tper, azienda che ha concluso il 2016 presentando un Bilancio non solo in attivo, ma che ha previsto i dividendi. L'elemento interessante di Tper, qui faccio riferimento a degli studi recenti, non è semplicemente che ha dato i dividendi - che poi a Bologna dovremmo essere più orgogliosi dei nostri risultati e delle nostre aziende, fieri di un modo di gestire il patrimonio pubblico che è diverso da quello che si dice spesso delle partecipate pubbliche - Tper è interessante, perché dai report che hanno raccontato come sono evoluti i grandi indebitamenti delle partecipate in Italia, dove noi stiamo andando bene. Ora gli studi hanno evidenziato che la fonte principale di crisi e perdite delle aziende partecipate è per la metà imputabile alle aziende di trasporti pubblici, mentre nel caso nostro non solo non produce perdite come nella media italiana, ma utili e dividendi significativi.
Sulle farmacie occorrerà fare un approfondimento, perché la legge definisce alcuni vincoli di mantenimento di quote e soprattutto hanno una funzione sociale molto importante, quindi bisogna fare un ragionamento sullo sviluppo. Per quanto riguarda la Fiera, la legge prevede per l'appunto varie eccezioni, ma oggi in commissione approfondiremo nel dettaglio".
La domanda del consigliere Bugani
"Premesso che il Decreto Madia sulla riforma della Pubblica Amministrazione ha elencato i criteri per la razionalizzazione delle società partecipate; con atto di consiglio P.G. 50487/2016 è stato approvato il piano di razionalizzazione delle partecipazioni societarie del Comune di Bologna; un'indagine Ires sulle società partecipate evidenzia la scarsa operatività di questi piani nonostante i buoni intenti espressi dalle pubbliche amministrazioni. Visti gli articoli apparsi sulla stampa relativi all'indagine Ires sulle società partecipate, si pone la seguente domanda di attualità per sapere dal Sindaco e dalla Giunta come valutano il giudizio poco confortante che esce da questa analisi nazionale e per sapere a che punto è il piano di razionalizzazione adottato due anni fa".
La risposta dell'assessore Conte
"Ringrazio il consigliere per la sua sollecitazione a ragionare e riflettere sul piano delle partecipate. Quando noi guardiamo il nostro bilancio, come dico sempre, bisogna guardarlo con un focus specifico su quelli che sono i suoi 600 milioni di euro di spesa corrente, 50 milioni di euro che sono gli investimenti, e questo, diciamo, è il cerchio più piccolo di un disegno a cerchi concentrici. Bisogna poi, quando ragioniamo del bilancio del Comune di Bologna e delle sue politiche, allargare il ragionamento e coinvolgere anche il mondo delle partecipate, quelle controllate, collegate, degli enti strumentali, delle istituzioni che sono coinvolte, quindi parliamo non solo delle partecipate in senso stretto, ma in un qualche modo quando guardiamo a questo cerchio più ampio, guardiamo anche al mondo delle istituzioni culturali, sociali, all'Asp, guardiamo a un insieme molto complesso e molto articolato.
In una visione normativa stretta si parla del bilancio consolidato, in una visione un po' più ampia parliamo di un bilancio del Comune di Bologna in senso lato non soltanto consolidato in termini specifici, come previsto dalla norma quando definisce i paletti di quale società consolidate. Qual è l'elemento interessante? Che comunque nel guardare questo bilancio, anche in termini più larghi, bisogna anche considerare altre tipologie, altri soggetti con cui il Comune lavora in una logica di sussidiarietà. E quindi, se la legge ci dice 'fate il bilancio consolidato' occorre però allargarsi un po' di più e guardare non solo al bilancio consolidato del Comune di Bologna perché questo è limitante, bisogna guardare ad un cerchio più ampio, quello che è il bilancio della città di Bologna, della Città metropolitana se vogliamo, che viene tenuto in piedi da elementi di fiducia e di rapporti di sussidiarietà verticale, orizzontale, con vari attori pubblici e privati.
Questa lunga premessa per dire che quando parliamo del piano non stiamo parlando di un semplice documento puramente burocratico, stiamo parlando di un documento che deve sempre di più definire le strategie con cui il Comune di Bologna intende ragionare in una logica di bilancio non semplicemente legato a se stesso, e quindi un bilancio che guarda bene alle partecipate e in cui le partecipate non sono solo delle società, sono anche dei soggetti con cui si sviluppano le politiche dell'Amministrazione, non sono semplicemente delle azioni investite, sono attori attivi delle nostre politiche che interagiscono con la comunità con i cittadini, cercano di dare soddisfazione sempre migliore ai bisogni dei nostri concittadini.
Qual è quindi l'elemento interessante della sua riflessione e che io condivido? E' che le novità della Madia ovviamente ci mettono dei paletti nuovi nel ragionamento e nel rapporto con le società partecipate, paletti molto importanti e molto utili.
Se vogliamo, se nel mandato passato la grande novità è stata l'armonizzazione del bilancio del Comune, la grande novità di questo mandato, dal punto di vista normativo, per quello che mi riguarda, è la Madia con la sua funzione e il suo significato e che ci obbliga ad arrivare a settembre con degli aggiornamenti e delle novità significative. E' stata rinnovata la scadenza per l'aggiornamento del piano a fine settembre e quindi ci ritroveremo a settembre a discutere insieme in sede di Consiglio e in commissione, e se vogliamo anche in momenti seminariali ad hoc, su come questa Madia impatta e su come intendiamo procedere per quanto riguarda lo sviluppo delle nostre partecipate e quindi l'implementazione delle politiche sul nostro territorio.
Un altro elemento molto importante che aggiungo è che quindi l'aggiornamento di quel piano arriva in un momento giusto all'inizio del mandato e quindi in quell'atto dovremo fare delle scelte forti e significative che caratterizzeranno il futuro ed è giusto iniziare a porre delle indicazioni in sede di Consiglio come stiamo facendo oggi.
In particolar modo lei focalizza l'attenzione su due partecipate che nel precedente piano avevano delle destinazioni particolari, Interporto Bologna SpA e AFM spa e poi accenna anche a BolognaFiere. Nel primo caso la legge ci obbliga a cedere Interporto nel senso che per poter mantenere una società occorre che questa società abbia o un'attinenza istituzionale nella finalità (ma noi non abbiamo una finalità istituzionale logistica) oppure una competenza territoriale e in questo caso manca anche questa condizione quindi su Interporto non è che lo dismettiamo e punto, stiamo facendo un discorso strategico per il nostro territorio perché se guardiamo altri interporti significativi, vediamo che sono soggetti che sono cresciuti negli anni e quindi è stato necessario dotare le nostre aziende di un hub logistico significativo e quindi su questo ragionamento aperto vedremo bene, alla fine di queste riflessioni, cosa riusciremo a scrivere su questo piano ma ovviamente la scelta su Interporto non potrà modificarsi in modo significativo dati i limiti imposti dalla Madia ma di sicuro su questo occorre fare una riflessione strategica.
Troppo spesso abbiamo guardato in passato alle partecipate come a dei pacchetti azionari. Le partecipate sono invece soggetti attivi sul territorio all'interno di una partita industriale molto importante e significativa. Faccio riferimento per esempio a Tper, azienda che ha concluso il 2016 presentando un Bilancio non solo in attivo, ma che ha previsto i dividendi. L'elemento interessante di Tper, qui faccio riferimento a degli studi recenti, non è semplicemente che ha dato i dividendi - che poi a Bologna dovremmo essere più orgogliosi dei nostri risultati e delle nostre aziende, fieri di un modo di gestire il patrimonio pubblico che è diverso da quello che si dice spesso delle partecipate pubbliche - Tper è interessante, perché dai report che hanno raccontato come sono evoluti i grandi indebitamenti delle partecipate in Italia, dove noi stiamo andando bene. Ora gli studi hanno evidenziato che la fonte principale di crisi e perdite delle aziende partecipate è per la metà imputabile alle aziende di trasporti pubblici, mentre nel caso nostro non solo non produce perdite come nella media italiana, ma utili e dividendi significativi.
Sulle farmacie occorrerà fare un approfondimento, perché la legge definisce alcuni vincoli di mantenimento di quote e soprattutto hanno una funzione sociale molto importante, quindi bisogna fare un ragionamento sullo sviluppo. Per quanto riguarda la Fiera, la legge prevede per l'appunto varie eccezioni, ma oggi in commissione approfondiremo nel dettaglio".