Question Time, chiarimenti sulla cittadella giudiziaria
L'assessora all'Urbanistica, Valentina Orioli, ha risposto alle domande d'attualità dei consiglieri Massimo Bugani (Movimento 5 Stelle) e Paola Francesca Scarano (Lega nord) Domanda d'attualità del consigliere Bugani"Visti gli articoli ...
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L'assessora all'Urbanistica, Valentina Orioli, ha risposto alle domande d'attualità dei consiglieri Massimo Bugani (Movimento 5 Stelle) e Paola Francesca Scarano (Lega nord)
Domanda d'attualità del consigliere Bugani
"Visti gli articoli apparsi sulla stampa relativi all'ultimatum rivolto dal Ministero della Giustizia al Comune di Bologna sulla nascita della cittadella giudiziaria alla Stamoto, con la minaccia di destinare altrove il finanziamento di 93 milioni previsto, pone la seguente domanda di attualità:
per avere dal Sindaco e dalla Giunta una valutazione politica sulla notizia;
per sapere dal Sindaco e dalla Giunta per quale motivo l'Amministrazione non si siano fatta promotrice e guida di un percorso partecipato indirizzato a trovare una possibile ubicazione alla cittadella della Giustizia a Bologna, che mettesse d'accordo tutte i soggetti coinvolti;
Per sapere dal Sindaco e dalla Giunta per quale motivo l'Amministrazione non abbia mai preso in considerazione la possibilità di realizzare una cittadella della Giustizia negli strumenti di programmazione urbanistica e nel stipulare gli accordi del Programma Unitario di Valorizzazione (PUV)".
Domanda d'attualità della consigliera Scarano
"Alla luce degli articoli di stampa relativi alla cittadella giudiziaria, chiedo al Sindaco e alla Giunta il proprio pensiero nel merito;
la posizione dell'Amministrazione considerato l'ultimatum del Ministero di Giustizia e le chiare posizioni dei professionisti bolognesi".
Risposta dell'assessora Orioli
"Gentili consiglieri la Legge 190 del 23 dicembre 2014 ha trasferito al Ministero della Giustizia il compito di effettuare scelte di carattere patrimoniale relative alla collocazione degli uffici giudiziari. Di fatto dal 2015 il Comune di Bologna non ha più competenze dirette nella scelta della collocazione degli uffici giudiziari nel suo territorio.
Questa è la ragione fondamentale per la quale l'amministrazione comunale non si è fatta – né può farsi – promotrice di processi partecipati a cui allude il consigliere Bugani nella sua domanda, o di altre iniziative volte a determinare scelte localizzative che competono al Ministero e all'Agenzia del Demanio.
Fino a che la scelta della localizzazione delle sedi giudiziarie è stata di competenza del Comune, la possibilità di realizzare una cittadella giudiziaria non è stata valutata perché si considerava che la soluzione della collocazione delle sedi giudiziarie nel centro storico fosse comunque preferibile. Con le due destinazioni in via Farini e d'Azeglio si pensava di risolvere il problema, mantenendo il polo giudiziario nel centro storico come previsto dagli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica. Per questa ragione l'ipotesi di costruire una cittadella giudiziaria non appare nel Programma Unitario di Valorizzazione delle aree militari.
In effetti l'ipotesi di realizzazione di una cittadella è in effetti più recente, e coincide con la nuova fase di gestione diretta delle sedi da parte del Ministero, e con una comprensibile esigenza del Ministero di razionalizzazione degli aspetti logistici ed economici.
Se questa scelta ci sembra genericamente apprezzabile, come più volte è stato da noi affermato, tuttavia si tratta di una scelta assai importante e complessa per il futuro della città. E' sulla base di questa considerazione che il Sindaco ed io ieri abbiamo inviato al Ministero una lettera che abbiamo deciso di rendere pubblica, e che dice:
'Con riferimento alla Vostra comunicazione del 5 giugno scorso, precisiamo che l'espressione formale di assenso definitivo ad un progetto così importante per la città di Bologna non può che fondarsi su una compiuta valutazione di uno studio di fattibilità che tenga conto di tutti gli impatti che il trasferimento delle sedi giudiziarie della città presso la ex Caserma Stamoto può generare, sia in relazione alla nuova localizzazione, sia in relazione alla trasformazione delle sedi attualmente in uso.
Il Comune di Bologna, ovvero il Sindaco, finora ha solo visionato un cronoprogramma di interventi edilizi sull'area dell'ex caserma Stamoto. Non abbiamo ancora avuto modo di valutare, per mancanza di documentazione tecnica e amministrativa idonea, gli aspetti dell'operazione e gli impatti che essa potrà produrre nel contesto urbano dell'ex caserma e in altre parti della città.
Il progetto, per la sua dimensione e complessità, deve infatti essere soggetto ad una attenta valutazione degli effetti urbanistico-ambientali, economici e territoriali che potrà avere, con particolare riferimento ai temi della mobilità e accessibilità e del trasporto pubblico locale, ma anche a quelli della valorizzazione urbanistica degli immobili che saranno dismessi dalle attuali destinazioni.
Queste informazioni sono necessarie affinché l'amministrazione comunale possa esprimere un giudizio ponderato, nell'interesse della città e delle rilevanti funzioni di amministrazione della Giustizia in essa praticate. In assenza di queste, il semplice cronoprogramma degli interventi edilizi non è sufficiente a dare un parere motivato che è cosa diversa da un apprezzamento generale e per forza di cose generico che confermo.
Dato che, dalla vostra comunicazione, si evince la necessità di un assenso del Comune motivato dall'urgenza di destinare i fondi, allo stato il nostro parere non è positivo per la mancanza di documentazione che non permette una valutazione di fattibilità e di sostenibilità dell'intervento.
E' per noi altresì chiaro che non sarà possibile attribuire al nostro Ente una volontà di rinunciare ai fondi. Il Comune ha competenza in materia di pianificazione territoriale e urbanistica mentre, per quanto riguarda gli uffici giudiziari, la gestione degli edifici o la loro costruzione o acquisizione di nuovi immobili non è competenza degli enti locali'.
Questo abbiamo scritto e penso che il nostro parere sia molto chiaro".
Domanda d'attualità del consigliere Bugani
"Visti gli articoli apparsi sulla stampa relativi all'ultimatum rivolto dal Ministero della Giustizia al Comune di Bologna sulla nascita della cittadella giudiziaria alla Stamoto, con la minaccia di destinare altrove il finanziamento di 93 milioni previsto, pone la seguente domanda di attualità:
per avere dal Sindaco e dalla Giunta una valutazione politica sulla notizia;
per sapere dal Sindaco e dalla Giunta per quale motivo l'Amministrazione non si siano fatta promotrice e guida di un percorso partecipato indirizzato a trovare una possibile ubicazione alla cittadella della Giustizia a Bologna, che mettesse d'accordo tutte i soggetti coinvolti;
Per sapere dal Sindaco e dalla Giunta per quale motivo l'Amministrazione non abbia mai preso in considerazione la possibilità di realizzare una cittadella della Giustizia negli strumenti di programmazione urbanistica e nel stipulare gli accordi del Programma Unitario di Valorizzazione (PUV)".
Domanda d'attualità della consigliera Scarano
"Alla luce degli articoli di stampa relativi alla cittadella giudiziaria, chiedo al Sindaco e alla Giunta il proprio pensiero nel merito;
la posizione dell'Amministrazione considerato l'ultimatum del Ministero di Giustizia e le chiare posizioni dei professionisti bolognesi".
Risposta dell'assessora Orioli
"Gentili consiglieri la Legge 190 del 23 dicembre 2014 ha trasferito al Ministero della Giustizia il compito di effettuare scelte di carattere patrimoniale relative alla collocazione degli uffici giudiziari. Di fatto dal 2015 il Comune di Bologna non ha più competenze dirette nella scelta della collocazione degli uffici giudiziari nel suo territorio.
Questa è la ragione fondamentale per la quale l'amministrazione comunale non si è fatta – né può farsi – promotrice di processi partecipati a cui allude il consigliere Bugani nella sua domanda, o di altre iniziative volte a determinare scelte localizzative che competono al Ministero e all'Agenzia del Demanio.
Fino a che la scelta della localizzazione delle sedi giudiziarie è stata di competenza del Comune, la possibilità di realizzare una cittadella giudiziaria non è stata valutata perché si considerava che la soluzione della collocazione delle sedi giudiziarie nel centro storico fosse comunque preferibile. Con le due destinazioni in via Farini e d'Azeglio si pensava di risolvere il problema, mantenendo il polo giudiziario nel centro storico come previsto dagli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica. Per questa ragione l'ipotesi di costruire una cittadella giudiziaria non appare nel Programma Unitario di Valorizzazione delle aree militari.
In effetti l'ipotesi di realizzazione di una cittadella è in effetti più recente, e coincide con la nuova fase di gestione diretta delle sedi da parte del Ministero, e con una comprensibile esigenza del Ministero di razionalizzazione degli aspetti logistici ed economici.
Se questa scelta ci sembra genericamente apprezzabile, come più volte è stato da noi affermato, tuttavia si tratta di una scelta assai importante e complessa per il futuro della città. E' sulla base di questa considerazione che il Sindaco ed io ieri abbiamo inviato al Ministero una lettera che abbiamo deciso di rendere pubblica, e che dice:
'Con riferimento alla Vostra comunicazione del 5 giugno scorso, precisiamo che l'espressione formale di assenso definitivo ad un progetto così importante per la città di Bologna non può che fondarsi su una compiuta valutazione di uno studio di fattibilità che tenga conto di tutti gli impatti che il trasferimento delle sedi giudiziarie della città presso la ex Caserma Stamoto può generare, sia in relazione alla nuova localizzazione, sia in relazione alla trasformazione delle sedi attualmente in uso.
Il Comune di Bologna, ovvero il Sindaco, finora ha solo visionato un cronoprogramma di interventi edilizi sull'area dell'ex caserma Stamoto. Non abbiamo ancora avuto modo di valutare, per mancanza di documentazione tecnica e amministrativa idonea, gli aspetti dell'operazione e gli impatti che essa potrà produrre nel contesto urbano dell'ex caserma e in altre parti della città.
Il progetto, per la sua dimensione e complessità, deve infatti essere soggetto ad una attenta valutazione degli effetti urbanistico-ambientali, economici e territoriali che potrà avere, con particolare riferimento ai temi della mobilità e accessibilità e del trasporto pubblico locale, ma anche a quelli della valorizzazione urbanistica degli immobili che saranno dismessi dalle attuali destinazioni.
Queste informazioni sono necessarie affinché l'amministrazione comunale possa esprimere un giudizio ponderato, nell'interesse della città e delle rilevanti funzioni di amministrazione della Giustizia in essa praticate. In assenza di queste, il semplice cronoprogramma degli interventi edilizi non è sufficiente a dare un parere motivato che è cosa diversa da un apprezzamento generale e per forza di cose generico che confermo.
Dato che, dalla vostra comunicazione, si evince la necessità di un assenso del Comune motivato dall'urgenza di destinare i fondi, allo stato il nostro parere non è positivo per la mancanza di documentazione che non permette una valutazione di fattibilità e di sostenibilità dell'intervento.
E' per noi altresì chiaro che non sarà possibile attribuire al nostro Ente una volontà di rinunciare ai fondi. Il Comune ha competenza in materia di pianificazione territoriale e urbanistica mentre, per quanto riguarda gli uffici giudiziari, la gestione degli edifici o la loro costruzione o acquisizione di nuovi immobili non è competenza degli enti locali'.
Questo abbiamo scritto e penso che il nostro parere sia molto chiaro".