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Question time, chiarimenti sul progetto Freeda mapping

L'assessora alle Pari opportunità e differenze di genere, Susanna Zaccaria, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Paola Francesca Scarano (Lega nord) sul progetto Freeda mapping.Domanda d'attualità della consigli...

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L'assessora alle Pari opportunità e differenze di genere, Susanna Zaccaria, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Paola Francesca Scarano (Lega nord) sul progetto Freeda mapping.

Domanda d'attualità della consigliera Scarano
"Alla luce dell'articolo di stampa relativo alla sperimentazione dell'applicazione "Freeda" a Bologna, chiedo al Sindaco ed alla Giunta:
un proprio pensiero nel merito;
se si ritenga 'normale' che a Bologna esistano strade sicure e strade non sicure;
se si consideri 'normale' che a Bologna una donna che esce di casa debba prima consultare una applicazione che le dica se sia più opportuno transitare per quella via piuttosto che per quell'altra;
se la sicurezza delle donne in questa città dipenda da un test di "percezione" del pericolo o meno;
se questo progetto non sia altro che un modo dell'Amministrazione per non assumersi le proprie responsabilità in tema di sicurezza, affidandosi a dei palliativi che lasciano il tempo che trovano;
se si ha già una stima del costo di questa applicazione;
se sia noto chi detiene la proprietà intellettuale dell'applicazione".

Risposta dell'assessora Zaccaria
"Il progetto Freeda nasce da una start up di due ragazze che ha vinto il premio 'Città civile e bella' qui a Bologna, dato da Centro Antartide, Gruppo Hera, Fondazione del Monte, Resto del Carlino e Tim#Cap. Intanto non è una app che segnala le strade insicure, ma un'app che mappa la città dal punto di vista delle donne, segnala le strade sicure, più sicure, meno sicure così come vengono percepite dalle donne che si sono rese disponibili come tester in questa fase iniziale o che decideranno di scaricare l'applicazione. L'applicazione è stata pensata da Eleonora e Ilaria per le ragazze che viaggiano sole, quindi non è assolutamente né risolutiva dei problemi di sicurezza, ma è una mappatura che comprende non solo la sicurezza ma anche i servizi che vengono messi a disposizione delle donne in tutta la città. Sono mappate le associazioni, gli sportelli, dando una visione fatta dalle donne, da un punto di vista femminile con le singole percezioni della città, non ha l'ambizione di dare soluzioni, ma di fornire del materiale e delle informazioni che da un lato possono essere utile a noi, per avere una percezione che viene dalle cittadine, e possono essere utili per chi va a studiare in una città che non conosce per capire attraverso una app gratuita quello che la città offre. Ovviamente, quello che appare di più di tutto questo è la questione sicurezza, che però non è l'unico scopo e ci tengo a dirlo. Non sono state destinate risorse dal Comune di Bologna, semplicemente abbiamo dato la disponibilità a fare anche qui, come era già avvenuto a Torino, gli incontri e i percorsi di mappatura. Il primo c'è stato mercoledì scorso, sono stati scelti tre percorsi e dei gruppi di ragazze con il materiale fornito dal progetto hanno segnato su una mappa la loro percezione delle strade, e mi sembra assolutamente utile per poter raccogliere delle informazioni su come viene vissuta la città dal punto di vista femminile. Siamo completamente fuori da ogni logica emergenziale del tipo 'ho bisogno e chiedo l'intervento delle forze dell'ordine', ma siamo in un'ottica preventiva per sapere cosa ci dirà sulla città il ricavato di tutte le informazioni messe nell'app, dal punto di vista delle donne".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:39
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