Comunicati stampa

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Question Time, chiarimenti sul mercato del lavoro a Bologna

L'assessore Matteo Lepore, ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Simona Lembi (Partito Democratico) sul mercato del lavoro a Bologna.La domanda della consigliera Lembi"Vista la newslet...

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L'assessore Matteo Lepore, ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Simona Lembi (Partito Democratico) sul mercato del lavoro a Bologna.

La domanda della consigliera Lembi
"Vista la newsletter dell'Area Programmazione, Controlli e Statistica del Comune di Bologna contenente i dati resi pubblici attraverso il loro sito internet; chiedo cortesemente al Sindaco e alla Giunta una valutazione politica amministrativa circa l'evoluzione più recente del mercato del lavoro a Bologna e dei provvedimenti, o almeno degli obiettivi che, nel prossimo periodo, intende prevedere e perseguire".

La risposta dell'assessore Lepore
"Grazie consigliera, lei ha già richiamato i dati quindi non li starò a riprendere. Sono già stati presentati in conferenza stampa dal Sindaco e devo dire che in questi mesi sono anche ben raccontati da Gianluigi Bovini che sulle pagine di un quotidiano locale sta illustrando i numeri della nostra città in questa sua nuova attività. Credo che riflettere sui dati sia uno spunto molto importante perché ci fa uscire da alcune narrazioni che abbiamo rispetto alla crisi economica. Chiaramente questi anni dal 2008 in avanti hanno lasciato il segno nel nostro Paese e anche sul nostro territorio, credo però ci sia un punto sul quale riflettere: Bologna è una città che in questi anni ha saputo costruire delle caratteristiche strutturali per competere per crescere, siamo sicuramente, dopo Milano, l'area urbana più attrattiva del nostro Paese a livello di investimenti, sono presenti tutti i principali fondi di investimento nazionali e internazionali sul nostro territorio, ci sono diverse aziende industriali che hanno riaperto, il capoluogo ha una crescita dal punto di vista turistico e delle presenze commerciali e artigianali. Ci sono però due dati sui quali vorrei focalizzarmi, perché a Bologna siamo abituati a non celebrare i successi, ma a lavorare sulle cose che non vanno. Credo che ci sia innanzitutto da riflettere in chiave metropolitana su questi dati. La città metropolitana ha delle funzioni nuove, in particolare legate allo sviluppo economico e alla promozione, sicuramente siamo di fronte ad una crescita complessiva, ma l'area metropolitana ha problematiche di deindustrializzazione e perdita di posti di lavoro in alcune zone, come l'Appennino e certe aree della nostra Pianura. C'è bisogno di lavorare insieme con le Unioni dei Comuni e con la Regione, e con il patto che stiamo cercando di fiormare con il Governo, siamo ancora in attesa della firma, perché Bologna crescendo, ma ha bisogno di redistribuire la sua crescita, di fare in modo che la attrattività che la sua capacità di attrarre investimenti e flussi sia redistribuita, non solo nel Quadrilatero, ma in tutta l'area metropolitana, non solo nelle aree artigianali del capoluogo e nei comparti in cui hanno deciso di rimanere le aziende pur essendo gruppi internazionali, ma in tutto il distretto e l'area metropolitana. Questo è l'obiettivo che ci siamo dati con il Patto per il lavoro con la Regione e con il Protocollo Insieme per il lavoro che abbiamo sottoscritto con la Curia e le associazioni economiche. Lo dobbiamo fare migliorando il nostro comparto della formazione e investendo sulla collaborazione fra le imprese e il territorio e soprattutto investendo su filoni nuovi come può essere quello dle turismo, senza però rinunciare alla pluralità e alla diversificazione che la nostra economia ha.
L'altro punto da tenere presente è quello delle disuguaglianze. Se leggiamo i dati legati al reddito vediamo che Bologna è una città che cresce a livello occupazionale in modo importante, è anche una delle città forse la prima in Italia per occupazione femminile, rimane però una forte mancanza di percezione di quelle che sono le fragilità della nostra comunità. Sono cambiate, aumentate e differenziale, sono in aree territoriali che probabilmente ai più non sono conosciute, sono legate alla presenza di edilizia popolare o anche a delle trasformazioni che i questi anni si sono avute dal punto di vista delle presenze economiche, credo che su questo il Consiglio comunale in questi mesi sarebbe opportuno facesse un approfondimento, dati alla mano, e credo che debba essere oggetto anche di una riflessione che insieme dovremo fare su una nuova regolamentazione del centro storico, perché noi possiamo parlare di rumore o di movida, ma il vero tema che abbiamo di fronte a noi è di riuscire a mantenere un centro storico vivibile, che è a vocazione residenziale, abbiamo 50 mila residenti nel centro storico, molte case popolari e un tema di redditi soprattutto, non soltanto di orecchie e di stato di salute delle persone, che è un lato importante della vita, ma c'è anche un aspetto che scaccia i residenti dal centro storico, che è quello reddituale: la possibilità di avere case in affitto per le famiglie, per i ceti medi o medio bassi. Credo che noi dobbiamo riuscire a mettere insieme nella nostra riflessione sul centro storico anche questo, come noi gestiamo la vita notturna, rendendola più vivibile e più equilibrata, ma anche come noi gestiamo il consumo della città e in particolare il rischio di spopolamento del centro storico. Un rischio che dobbiamo contrastare, dobbiamo mantenerlo vivo, abitato e lo facciamo con delle scelte urbanistiche conseguenti, che nelle strategie che noi stiamo portando avanti si possono leggere. Non più un'espansione della città verso l'area metropolitana con consumo di suolo e infrastrutture che innescano nuovo consumo di suolo, ma la densità all'interno del capoluogo, quindi famiglie e ceti medi e medio bassi che trovano case all'interno del tessuto urbano a prezzi accessibili, con servizi di vicinato e servizi pubblici ben distribuiti. Questa è una sfida che Bologna ha nei prossimi anni, perché crescerà e noi dobbiamo essere in grado di gestire questa crescita redistribuendo la ricchezza che Bologna è capace di generare. Quindi credo che attraverso questi dati noi dobbiamo dare una lettura della crescita della nostra città consapevole e responsabile".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:37
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