Question Time, chiarimenti sul Daspo urbano
Oggi l'assessore alla Sicurezza urbana integrata e alla Polizia Municipale, Riccardo Malagoli, ha risposto, in sede di Question Time, alle domande di attualità dei consiglieri Addolorata Palumbo (Movimento 5 Stelle), Umberto Bosco e Luci...
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Oggi l'assessore alla Sicurezza urbana integrata e alla Polizia Municipale, Riccardo Malagoli, ha risposto, in sede di Question Time, alle domande di attualità dei consiglieri Addolorata Palumbo (Movimento 5 Stelle), Umberto Bosco e Lucia Borgonzoni (Lega nord), Vinicio Zanetti, Francesco Errani, Isabella Angiuli (Partito democratico), Federico Martelloni (Coalizione civica), Amelia Frascaroli (Città Comune con Amelia) sui recenti provvedimenti di Daspo urbano.
La domanda della consigliera Palumbo
"Visti gli articoli di stampa relativi all'applicazione del Daspo urbano nei confronti di una decina di senzatetto, pongo la seguente domanda di attualità per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta sul tema, per sapere dal Sindaco e dalla Giunta se reputano corretto utilizzare questo strumento criminalizzando chi si trova in situazioni di grave povertà".
La domanda del consigliere Bosco
"Alla luce degli articoli di stampa si chiede il parere della Giunta, in particolare si chiede se ritenga la misura del Daspo efficace ad allontanare fattivamente soggetti fonte di insicurezza e degrado dalla città".
La domanda del consigliere Zanetti
"Visti gli articoli di stampa in merito al Daspo urbano applicato ad alcune persone senza fissa dimora, domando al Sindaco e alla Giunta:
1) di conoscere la loro opinione in merito al Daspo urbano applicato ad alcune persone senza fissa dimora che dormivano sotto un portico di viale Masini, e se conoscono le motivazioni che hanno portato a questa scelta.
2) vorrei avere inoltre una valutazione politica da parte della giunta sul perché non sia stato ancora applicato verso persone che imbrattano, delinquono o che occupano spazi pubblici senza nessun diritto provocando guerriglia nel centro storico e, più in generale, verso le persone che non hanno rispetto per Bologna e che, a quanto mi risulta, non abbiano al momento ricevuto nessuna misura di questo tipo".
La domanda del consigliere Errani
"Letti gli articoli di stampa sul Daspo urbano introdotto dalla Legge 48 del 18/4/17 che contiene disposizioni urgenti in materia di sicurezza della città, domando al Sindaco e alla Giunta una valutazione politica sul “Daspo urbano” applicato per la prima volta a Bologna nei confronti di dieci persone senza dimora".
La domanda del consigliere Martelloni
"Viste le notizie circa l'utilizzo da parte dell'Amministrazione Comunale del cosiddetto Daspo urbano nei confronti di alcune persone senza fissa dimora; viste le dichiarazioni dell'Amministrazione circa i contatti stabiliti in precedenza dai servizi sociali territoriali con le persone allontanate; chiedo al Sindaco e alla Giunta:
se siano a conoscenza di quali siano siano stati i contatti stabiliti con le persone allontanate prima del provvedimento e quali le soluzioni offerte per garantire un riparo alle persone presenti in strada; se ritengano questo strumento proporzionato, utile ed efficace; se intendano utilizzarlo in futuro".
La domanda della consigliera Frascaroli
"Con riferimento alla applicazione del cosiddetto "Daspo Urbano" introdotto dal Decreto Minniti, chiedo a Sindaco e Giunta:
1) una valutazione politica sul perché si è scelto di applicare il Daspo la prima volta a Bologna, primo e unico Comune d'Italia;
2) il perché di una scelta comunicativa violenta e "muscolare", che nel linguaggio e nel messaggio, antepone le pulizie delle strade alle persone".
La domanda della consigliera Borgonzoni
"Visto l'articolo di stampa relativo al Daspo emesso nei confronti di dieci senza tetto, chiedo al Sindaco ed alla Giunta di esprimere una valutazione politico amministrativa circa il valore di questa azione e come pensa di vigilare sull'applicazione di tale provvedimento. Chiedo anche di sapere se ha in animo di utilizzarlo ancora, se lo ritiene veramente utile e cosa pensa delle critiche bipartisan ricevute".
La domanda della consigliera Angiuli
"Letti gli articoli di stampa sul Daspo urbano a Bologna, domando al Sindaco e alla Giunta una valutazione politica sull'applicazione del Daspo urbano introdotto dalla Legge cosiddetta Minniti a Bologna nei confronti di persone senza fissa dimora che, come si apprende dal comunicato stampa del Comune di Bologna, intende rappresentare un aggravio della modalità sanzionatoria classica verso chi effettua bivacchi".
La risposta dell'assessore Malagoli
"“Sono molto contento di avere oggi l'occasione di dialogare con il Consiglio sulla realtà che noi viviamo e gestiamo giornalmente. Noi, cioè l'Amministrazione comunale e le donne e gli uomini della Polizia Municipale, che sono concretamente per strada. Quest'anno, come ben sa chi ci sta lavorando e chi lavora sul disagio tutti i giorni, e come ha detto anche il mio collega Giuliano Barigazzi in una bellissima intervista pubblicata oggi, noi mettiamo in campo una quantità di servizi all'avanguardia a livello nazionale, che aiuta più di 3.000 persone in stato di povertà e disagio e, spesso, di vita in strada. Questo in particolare attraverso i servizi di prossimità dedicati a un primo ascolto e a una presa in carico di tutti, indistintamente. In particolare il sistema dei servizi bolognesi ha attuato un cambiamento di senso, adottando azioni che vanno al di là del fornire risposte solo emergenziali, come sa bene la Consigliera Frascaroli, visto che nel mandato precedente ci abbiamo lavorato insieme. L'intera rete dei servizi ora lavora per implementare la capacità delle persone senza dimora, valorizzare le competenze già presente e rafforzare i processi di inclusione lavorando con i cittadini, le associazioni e le comunità.
D'altra parte non è un caso se solo in questa situazione abbiamo fatto ricorso al Daspo urbano. Daspo che esiste già da febbraio del 2017, quindi da tempo, ma solo ora lo abbiamo usato. Perché noi interveniamo in modo diverso, sempre. Perché l'abbiamo fatto? In quella zona, la Municipale quest'anno è intervenuta con i servizi sociali 108 volte. Anche i numeri sono importanti. Abbiamo fatto fronte a circa 140 segnalazioni dirette a questa Amministrazione dai cittadini residenti nella zona. E permettetemi di dire in quest'aula alle persone della Polizia Municipale e agli assistenti sociali, che li ringrazio tutti, per tutti i giorni in cui affrontano situazioni come questa. Niente è servito. E' difficile, è durissima, e per una persona come me lo è ancora di più, trovarsi quotidianamente di fronte a una marginalità e disperazione così profonda, e in crescita, da non riuscire neppure più a farsi aiutare. Questo può sfociare solo in aggressività e rabbia. Un muro. Sono stati necessari numerosi interventi per episodi di aggressività messi in atto in quest'ultimo anno dalle stesse persone ora sottoposte a Daspo.
Ma cos'è realmente un Daspo? Non è altro che un allontanamento temporaneo da una specifica zona della città. Non è né un foglio di via, che possono emettere la magistratura o le forze dell'ordine, né un altro degli strumenti già in campo. Attualmente la legge identifica le stazioni come unico luogo dove il provvedimento può essere emesso. Mentre, e qui rispondo a qualche domanda che è stata fatta dai Consiglieri, successivamente alla pubblicazione delle linee guida ministeriali, come dice la legge, dovrà essere il Consiglio comunale a modificare il Regolamento di Polizia Urbana inserendo l'elenco delle zone o dei luoghi della città dove applicare i Daspo e per quali motivi. E ci sarà un dibattito su questo. Perché sarà il Consiglio comunale a decidere, come tante volte lo stesso Consiglio in questa sede di Question time ha chiesto con forza, per esempio in Piazza Verdi, di usare la pulizia della città come momento per abbassare i toni di quella zona.
Sono consapevole più dei tanti che in questi giorni fanno esercizio di indignazione, di quanto queste persone siano disperate e bisognose di aiuto. Ma abbiamo provato tutte le armi che abbiamo. Credo che sia chiaro a tutti che lasciare un pezzo di città come un bivacco, a fine novembre, non serve e non è la soluzione possibile. Abbiamo ricevuto, come ho già detto, tantissime richieste e segnalazioni da chi vive lì: anche a loro dobbiamo risposte, anche questo è un dovere dell'Amministrazione. Chi non lo capisce, non capisce che lasciare queste richieste senza risposte vuol dire dare respiro e spago all'intolleranza e al razzismo che si nutre dell'insofferenza e del senso di abbandono. E' nostro dovere invece togliere acqua a questa barbarie di ritorno. Mi è stato chiesto se il Daspo è una soluzione: no, non è una soluzione, ma serve a disinnescare una situazione ormai ingestibile che andava con urgenza disinnescata, e me ne assumo tutta la responsabilità, come ho già detto e come sono abituato a fare. So che ci ritroveremo ad affrontarlo e continueremo a provare a risolvere questi problemi, lì come in altre zone della città. Ma quali altri strumenti abbiamo? Ci rendiamo conto che ai Comuni, in primis sulle strade, sono delegate le risposte a questioni enormi, epocali, sulle quali gli strumenti che ci dà lo Stato costituiscono la normativa? Ed è con questi che abbiamo agito. Il Daspo, per inciso, è stato votato in Parlamento anche da forze politiche che in questi giorni in città hanno fatto esercizio di indignazione salvo poi chiedere la piena applicazione delle regole, come spesso ho sentito dire in questo Consiglio. Mi domando se sia stato approvato pensando che non dovesse essere usato, ma non ho la risposta a questa domanda. Vorrei dire a questo Consiglio che a tutti i tavoli di confronto col Ministero sull'applicazione della legge 48 siamo stati tra i pochi Comuni che hanno chiesto l'inserimento di proposte di prevenzione e sull'approccio sociale al tema, recepito nell'articolo 5, comma C bis. Le leggi vanno lette.
Sono comunque contento di quest'occasione per porre la questione in maniera diretta e farvi anche le domande che vi ho fatto. Ho sentito e letto molte dichiarazioni in questi giorni, tutte volte a contestare il provvedimento, dicendo che è ben altro quello che bisogna fare o che serve. Come ho già avuto modo di chiedere al Magnifico Rettore, bisogna che questa città chiuda la facoltà del benaltrismo, esistono troppi laureati. Invece, se ci sono proposte fattive, e non generiche posizioni di principio, ne sarò felice perché ogni aiuto e contributo serve in particolare a queste persone, e sono tante e sono sempre di più, che in una città come questa trovano spesso risposte ai loro bisogni. Però, come dico sempre, nella vita per volere le risposte bisogna essere in due: chi chiede e chi risponde. Se io domando e dall'altra parte c'è un muro, io mi trovo a sbattere contro questo muro. Una città deve essere amministrata tenendo in equilibrio le esigenze di chi ci vive e le esigenze di chi viene qui a cercare un mondo migliore. Credo che queste esigenze, come Amministrazione le abbiamo chiare: quello che ha letto la Consigliera Palumbo nel nostro programma elettorale lo stiamo mettendo in atto aumentando i servizi, aumentando tutto quello che il bilancio contiene come risorse economiche. Credo che se andiamo a vedere i bilanci delle Amministrazioni comunali d'Italia, poche hanno così tante risorse economiche sul sociale, inteso come integrazione. Allora io credo che veramente stiamo parlando di un provvedimento che non sarà sicuramente risolutivo su questo tema ma io vorrei avere da tutti - da tutti - proposte su come si risolve questo tema o anche solo come si può tentare di risolvere. Mi interessa poco se ci vuole ben altro e non so cos'è il ben altro. Avrete l'occasione di approvare il bilancio, nel bilancio che è l'atto principale dell'amministrazione comunale, la discussione può portare anche un cambiamento nelle risorse che vengono investite su questi temi, ma sinceramente credo che fare tutta questa pressione mediatica su un tema così piccolo che riguarda semplicemente quella data zona, in quel dato momento, con i servizi sociali che danno una mano e di questo si può approfittare, credo che non sia stato né un foglio di via, né altro, e che non risolverà sicuramente la situazione. Vorrò ascoltare, e sarò parte attiva e partecipe nel momento in cui finalmente usciranno le linee guida della legge 48, che attendiamo da tempo, la discussione in Consiglio comunale: sarà molto interessante per capire cosa effettivamente, grattando sotto la luce che ogni tanto ci abbaglia, riusciremo a capire come alcuni strumenti per una città sono importanti, ed è importante come impostarli e come utilizzarli. In ogni caso vi ringrazio per la possibilità di aver chiarito la posizione mia e della Giunta".
La domanda della consigliera Palumbo
"Visti gli articoli di stampa relativi all'applicazione del Daspo urbano nei confronti di una decina di senzatetto, pongo la seguente domanda di attualità per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta sul tema, per sapere dal Sindaco e dalla Giunta se reputano corretto utilizzare questo strumento criminalizzando chi si trova in situazioni di grave povertà".
La domanda del consigliere Bosco
"Alla luce degli articoli di stampa si chiede il parere della Giunta, in particolare si chiede se ritenga la misura del Daspo efficace ad allontanare fattivamente soggetti fonte di insicurezza e degrado dalla città".
La domanda del consigliere Zanetti
"Visti gli articoli di stampa in merito al Daspo urbano applicato ad alcune persone senza fissa dimora, domando al Sindaco e alla Giunta:
1) di conoscere la loro opinione in merito al Daspo urbano applicato ad alcune persone senza fissa dimora che dormivano sotto un portico di viale Masini, e se conoscono le motivazioni che hanno portato a questa scelta.
2) vorrei avere inoltre una valutazione politica da parte della giunta sul perché non sia stato ancora applicato verso persone che imbrattano, delinquono o che occupano spazi pubblici senza nessun diritto provocando guerriglia nel centro storico e, più in generale, verso le persone che non hanno rispetto per Bologna e che, a quanto mi risulta, non abbiano al momento ricevuto nessuna misura di questo tipo".
La domanda del consigliere Errani
"Letti gli articoli di stampa sul Daspo urbano introdotto dalla Legge 48 del 18/4/17 che contiene disposizioni urgenti in materia di sicurezza della città, domando al Sindaco e alla Giunta una valutazione politica sul “Daspo urbano” applicato per la prima volta a Bologna nei confronti di dieci persone senza dimora".
La domanda del consigliere Martelloni
"Viste le notizie circa l'utilizzo da parte dell'Amministrazione Comunale del cosiddetto Daspo urbano nei confronti di alcune persone senza fissa dimora; viste le dichiarazioni dell'Amministrazione circa i contatti stabiliti in precedenza dai servizi sociali territoriali con le persone allontanate; chiedo al Sindaco e alla Giunta:
se siano a conoscenza di quali siano siano stati i contatti stabiliti con le persone allontanate prima del provvedimento e quali le soluzioni offerte per garantire un riparo alle persone presenti in strada; se ritengano questo strumento proporzionato, utile ed efficace; se intendano utilizzarlo in futuro".
La domanda della consigliera Frascaroli
"Con riferimento alla applicazione del cosiddetto "Daspo Urbano" introdotto dal Decreto Minniti, chiedo a Sindaco e Giunta:
1) una valutazione politica sul perché si è scelto di applicare il Daspo la prima volta a Bologna, primo e unico Comune d'Italia;
2) il perché di una scelta comunicativa violenta e "muscolare", che nel linguaggio e nel messaggio, antepone le pulizie delle strade alle persone".
La domanda della consigliera Borgonzoni
"Visto l'articolo di stampa relativo al Daspo emesso nei confronti di dieci senza tetto, chiedo al Sindaco ed alla Giunta di esprimere una valutazione politico amministrativa circa il valore di questa azione e come pensa di vigilare sull'applicazione di tale provvedimento. Chiedo anche di sapere se ha in animo di utilizzarlo ancora, se lo ritiene veramente utile e cosa pensa delle critiche bipartisan ricevute".
La domanda della consigliera Angiuli
"Letti gli articoli di stampa sul Daspo urbano a Bologna, domando al Sindaco e alla Giunta una valutazione politica sull'applicazione del Daspo urbano introdotto dalla Legge cosiddetta Minniti a Bologna nei confronti di persone senza fissa dimora che, come si apprende dal comunicato stampa del Comune di Bologna, intende rappresentare un aggravio della modalità sanzionatoria classica verso chi effettua bivacchi".
La risposta dell'assessore Malagoli
"“Sono molto contento di avere oggi l'occasione di dialogare con il Consiglio sulla realtà che noi viviamo e gestiamo giornalmente. Noi, cioè l'Amministrazione comunale e le donne e gli uomini della Polizia Municipale, che sono concretamente per strada. Quest'anno, come ben sa chi ci sta lavorando e chi lavora sul disagio tutti i giorni, e come ha detto anche il mio collega Giuliano Barigazzi in una bellissima intervista pubblicata oggi, noi mettiamo in campo una quantità di servizi all'avanguardia a livello nazionale, che aiuta più di 3.000 persone in stato di povertà e disagio e, spesso, di vita in strada. Questo in particolare attraverso i servizi di prossimità dedicati a un primo ascolto e a una presa in carico di tutti, indistintamente. In particolare il sistema dei servizi bolognesi ha attuato un cambiamento di senso, adottando azioni che vanno al di là del fornire risposte solo emergenziali, come sa bene la Consigliera Frascaroli, visto che nel mandato precedente ci abbiamo lavorato insieme. L'intera rete dei servizi ora lavora per implementare la capacità delle persone senza dimora, valorizzare le competenze già presente e rafforzare i processi di inclusione lavorando con i cittadini, le associazioni e le comunità.
D'altra parte non è un caso se solo in questa situazione abbiamo fatto ricorso al Daspo urbano. Daspo che esiste già da febbraio del 2017, quindi da tempo, ma solo ora lo abbiamo usato. Perché noi interveniamo in modo diverso, sempre. Perché l'abbiamo fatto? In quella zona, la Municipale quest'anno è intervenuta con i servizi sociali 108 volte. Anche i numeri sono importanti. Abbiamo fatto fronte a circa 140 segnalazioni dirette a questa Amministrazione dai cittadini residenti nella zona. E permettetemi di dire in quest'aula alle persone della Polizia Municipale e agli assistenti sociali, che li ringrazio tutti, per tutti i giorni in cui affrontano situazioni come questa. Niente è servito. E' difficile, è durissima, e per una persona come me lo è ancora di più, trovarsi quotidianamente di fronte a una marginalità e disperazione così profonda, e in crescita, da non riuscire neppure più a farsi aiutare. Questo può sfociare solo in aggressività e rabbia. Un muro. Sono stati necessari numerosi interventi per episodi di aggressività messi in atto in quest'ultimo anno dalle stesse persone ora sottoposte a Daspo.
Ma cos'è realmente un Daspo? Non è altro che un allontanamento temporaneo da una specifica zona della città. Non è né un foglio di via, che possono emettere la magistratura o le forze dell'ordine, né un altro degli strumenti già in campo. Attualmente la legge identifica le stazioni come unico luogo dove il provvedimento può essere emesso. Mentre, e qui rispondo a qualche domanda che è stata fatta dai Consiglieri, successivamente alla pubblicazione delle linee guida ministeriali, come dice la legge, dovrà essere il Consiglio comunale a modificare il Regolamento di Polizia Urbana inserendo l'elenco delle zone o dei luoghi della città dove applicare i Daspo e per quali motivi. E ci sarà un dibattito su questo. Perché sarà il Consiglio comunale a decidere, come tante volte lo stesso Consiglio in questa sede di Question time ha chiesto con forza, per esempio in Piazza Verdi, di usare la pulizia della città come momento per abbassare i toni di quella zona.
Sono consapevole più dei tanti che in questi giorni fanno esercizio di indignazione, di quanto queste persone siano disperate e bisognose di aiuto. Ma abbiamo provato tutte le armi che abbiamo. Credo che sia chiaro a tutti che lasciare un pezzo di città come un bivacco, a fine novembre, non serve e non è la soluzione possibile. Abbiamo ricevuto, come ho già detto, tantissime richieste e segnalazioni da chi vive lì: anche a loro dobbiamo risposte, anche questo è un dovere dell'Amministrazione. Chi non lo capisce, non capisce che lasciare queste richieste senza risposte vuol dire dare respiro e spago all'intolleranza e al razzismo che si nutre dell'insofferenza e del senso di abbandono. E' nostro dovere invece togliere acqua a questa barbarie di ritorno. Mi è stato chiesto se il Daspo è una soluzione: no, non è una soluzione, ma serve a disinnescare una situazione ormai ingestibile che andava con urgenza disinnescata, e me ne assumo tutta la responsabilità, come ho già detto e come sono abituato a fare. So che ci ritroveremo ad affrontarlo e continueremo a provare a risolvere questi problemi, lì come in altre zone della città. Ma quali altri strumenti abbiamo? Ci rendiamo conto che ai Comuni, in primis sulle strade, sono delegate le risposte a questioni enormi, epocali, sulle quali gli strumenti che ci dà lo Stato costituiscono la normativa? Ed è con questi che abbiamo agito. Il Daspo, per inciso, è stato votato in Parlamento anche da forze politiche che in questi giorni in città hanno fatto esercizio di indignazione salvo poi chiedere la piena applicazione delle regole, come spesso ho sentito dire in questo Consiglio. Mi domando se sia stato approvato pensando che non dovesse essere usato, ma non ho la risposta a questa domanda. Vorrei dire a questo Consiglio che a tutti i tavoli di confronto col Ministero sull'applicazione della legge 48 siamo stati tra i pochi Comuni che hanno chiesto l'inserimento di proposte di prevenzione e sull'approccio sociale al tema, recepito nell'articolo 5, comma C bis. Le leggi vanno lette.
Sono comunque contento di quest'occasione per porre la questione in maniera diretta e farvi anche le domande che vi ho fatto. Ho sentito e letto molte dichiarazioni in questi giorni, tutte volte a contestare il provvedimento, dicendo che è ben altro quello che bisogna fare o che serve. Come ho già avuto modo di chiedere al Magnifico Rettore, bisogna che questa città chiuda la facoltà del benaltrismo, esistono troppi laureati. Invece, se ci sono proposte fattive, e non generiche posizioni di principio, ne sarò felice perché ogni aiuto e contributo serve in particolare a queste persone, e sono tante e sono sempre di più, che in una città come questa trovano spesso risposte ai loro bisogni. Però, come dico sempre, nella vita per volere le risposte bisogna essere in due: chi chiede e chi risponde. Se io domando e dall'altra parte c'è un muro, io mi trovo a sbattere contro questo muro. Una città deve essere amministrata tenendo in equilibrio le esigenze di chi ci vive e le esigenze di chi viene qui a cercare un mondo migliore. Credo che queste esigenze, come Amministrazione le abbiamo chiare: quello che ha letto la Consigliera Palumbo nel nostro programma elettorale lo stiamo mettendo in atto aumentando i servizi, aumentando tutto quello che il bilancio contiene come risorse economiche. Credo che se andiamo a vedere i bilanci delle Amministrazioni comunali d'Italia, poche hanno così tante risorse economiche sul sociale, inteso come integrazione. Allora io credo che veramente stiamo parlando di un provvedimento che non sarà sicuramente risolutivo su questo tema ma io vorrei avere da tutti - da tutti - proposte su come si risolve questo tema o anche solo come si può tentare di risolvere. Mi interessa poco se ci vuole ben altro e non so cos'è il ben altro. Avrete l'occasione di approvare il bilancio, nel bilancio che è l'atto principale dell'amministrazione comunale, la discussione può portare anche un cambiamento nelle risorse che vengono investite su questi temi, ma sinceramente credo che fare tutta questa pressione mediatica su un tema così piccolo che riguarda semplicemente quella data zona, in quel dato momento, con i servizi sociali che danno una mano e di questo si può approfittare, credo che non sia stato né un foglio di via, né altro, e che non risolverà sicuramente la situazione. Vorrò ascoltare, e sarò parte attiva e partecipe nel momento in cui finalmente usciranno le linee guida della legge 48, che attendiamo da tempo, la discussione in Consiglio comunale: sarà molto interessante per capire cosa effettivamente, grattando sotto la luce che ogni tanto ci abbaglia, riusciremo a capire come alcuni strumenti per una città sono importanti, ed è importante come impostarli e come utilizzarli. In ogni caso vi ringrazio per la possibilità di aver chiarito la posizione mia e della Giunta".