Comunicati stampa

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Question Time, chiarimenti sui reati commessi da alcune baby gang e sui progetti rieducativi messi in campo dall'amministrazione

La vicesindaco con delega a Educazione, Scuola, Adolescenti e Giovani Marilena Pillati ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità del consigliere Massimo Bugani (Movimento 5 Stelle) sui reati commessi da alc...

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La vicesindaco con delega a Educazione, Scuola, Adolescenti e Giovani Marilena Pillati ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità del consigliere Massimo Bugani (Movimento 5 Stelle) sui reati commessi da alcune baby gang e sui progetti rieducativi messi in campo dall'amministrazione.

La domanda del consigliere Bugani:

"Visti gli articoli apparsi sulla stampa che evidenziano come i reati commessi da baby gang sul territorio regionale dell'Emilia Romagna siano aumentati in maniera esponenziale e che negli ultimi 12 mesi i giudici del Tribunale dei Minori di Bologna hanno emesso 108 sentenze di condanna nei confronti di minorenni; visto che il Presidente del Tribunale di Bologna Spadaro ha dichiarato che alla condanna penale dovrebbe seguire anche un percorso rieducativo dei minori; visto che sarebbe prioritario prevenire ed arginare questi fenomeni di criminalità minorile arginando il disagio adolescenziale che è in crescita nelle nostre città, pongo la seguente domanda di attualità per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta su questo delicato argomento, per sapere se corrisponde al vero che ci sia la volontà dell'Amministrazione di mettere in campo progetti educativi per vincere il bullismo diffuso fra gli adolescenti. per conoscere quali saranno i tempi di attuazione di questi progetti educativi mirati ad arginare nel breve periodo questo triste fenomeno".

La risposta della vicesindaco Marilena Pillati:

"Gentile Consigliere Bugani, di fronte alle notizie riportate in questi giorni dalla stampa sulle baby gang e sugli episodi di violenza che vedono protagonisti dei minori, da un lato non possiamo che condividere quanto dichiarato dal Presidente del Tribunale del Minori di Bologna sull’importanza dell’attivazione di percorsi rieducativi per i ragazzi coinvolti, dall’altro siamo rafforzati nella convinzione che la nostra attenzione deve essere prioritariamente rivolta alla prevenzione, per intercettare i primi segnali di rischio e di disagio degli adolescenti.
Le nostre azioni devono essere orientate a creare le condizioni per sostenere la crescita e il benessere dei nostri giovani, laddove il bullismo può essere letto proprio come una delle espressioni di malessere vissuto dagli adolescenti.
E' un fenomeno di non sempre facile lettura, le cui manifestazioni possono assumere profili sempre nuovi e non facilmente riconoscibili, in ambiti anche extrascolastici. Quindi è fondamentale in questo campo un'azione di ricerca e di prevenzione che aiuti sia gli adulti di riferimento che i giovani a decodificare alcuni codici comportamentali.
Su queste tematiche, sia che si parli di bullismo sia che si parli in generale di disagio adolescenziale e della sua prevenzione - perché è bene ricordare che non c’è solo il bullismo, ma questo disagio si manifesta anche in altre forme - è in corso da anni da parte del Comune un lavoro di rete con le scuole e con le realtà educative territoriali, nella consapevolezza che solo lavorando in maniera integrata è possibile sostenere bambini, adolescenti nel loro percorso di crescita e aiutare le famiglie nel loro compito educativo.
I Servizi Educativi Territoriali che operano nei sei quartieri sulla fascia d'età 6-18 anni si avvalgono di 30 educatori che lavorano nell'ambito della promozione del benessere e della prevenzione del disagio dei bambini e degli adolescenti in stretta relazione con le scuole.
In virtù di una convenzione che è stata firmata nel settembre 2015 tra l'Area Educazione, Istruzione i Quartieri, l'Ufficio Scolastico Regionale e gli Istituti Comprensivi di Bologna a ogni istituto comprensivo è assegnato un educatore comunale referente, con l'obiettivo di far dialogare la scuola con i progetti e le realtà del territorio in un'ottica di sistema e di sviluppo della rete dei servizi e degli interventi sia a favore degli alunni che delle loro famiglie. In modo particolare a questi educatori le scuole segnalano situazioni che vedono coinvolti bambini e ragazzi con problemi di dispersione o evasione scolastica, ma anche con disagio familiare, sociale e relazionale e insieme vengono progettate azioni a favore della classe, di un piccolo gruppo o del singolo ragazzo coinvolgendo la famiglia e, se necessario, altri servizi quali i sociali o sanitari.
Il Comune di Bologna, inoltre, finanzia e gestisce in collaborazione con il terzo settore 11 centri socio-educativi per bambini dai 6 agli 11 anni; 12 centri socio-educativi per preadolescenti e adolescenti tra gli 11 e i 18 anni; 7 centri di aggregazione per ragazzi tra gli 11 e i 18 anni; 6 attività di educativa di strada che si rivolge a gruppi di adolescenti nei luoghi naturali di ritrovo. Ricordo anche che sono presenti nei diversi quartieri 7 Centri anni verdi per ragazzi dagli 11 ai 14 anni e lo spazio Officinadolescenti presso la biblioteca Sala Borsa, servizi gestiti direttamente dall'Istituzione Educazione e Scuola. Complessivamente queste realtà coinvolgono oltre 1.700 tra bambini e adolescenti bolognesi.
Oltre a questi numerosi interventi, voglio ricordare anche, che vi sono alcune attività e progetti curati dall’ufficio giovani per la promozione del benessere psicosociale delle giovani generazioni. Tra questi vi è proprio un progetto contro il bullismo che è stato portato avanti di in collaborazione con alcune associazioni del terzo settore con il sostegno della Regione. Il progetto ha coinvolto oltre 300 ragazzi e 30 insegnanti in un percorso laboratoriale, un percorso che come obiettivo finale aveva quello di realizzare dei messaggi che partissero dai giovani verso i giovani, proprio contro il bullismo. Lo scorso 8 aprile gli studenti di alcune classi delle scuole bolognesi hanno realizzato un murale su una parte di muro del ponte di via Stalingrado, con i loro messaggi per dire “NO al bullismo”, per stimolare in tutti la consapevolezza del fenomeno, andando a realizzare una sorta di manifesto di impegno civile e creativo lavorando anche con gli street artist cittadini.
Chiudo dicendo che gli episodi a cui anche la sua domanda fa riferimento devono, se mai fosse necessario, essere da monito per tenere alta l’attenzione di tutti noi. E sottolineo “tutti” perché credo davvero che l’efficacia delle nostre azioni è strettamente connessa alla capacità che abbiamo di lavorare in modo integrato e in rete con le altre istituzioni, le scuole prioritariamente, ma non solo, e anche con i molteplici soggetti attivi in ambito educativo, sociale, culturale, nei territori in cui i ragazzi vivono. Non è la singola Istituzione che può portare avanti da sola azioni di questo tipo. La nostra capacità deve essere anche quella di tenere insieme, di integrare le risorse e le competente che provengono da più parti.
Voglio citare un esempio di una esperienza positiva che ha proprio questa caratteristica, il progetto “scuole aperte”, nato nel periodo estivo come esperienza che, attraverso il coinvolgimento degli insegnanti, di educatori ma anche di associazioni del territorio, ha aperto la scuola ai ragazzi in un periodo particolare e delicato dell'anno: l'estate. Noi vogliamo pensare di sviluppare esperienze di questo tipo con alto valore educativo anche durante l'anno scolastico. Siamo convinti che ci sia bisogno di un’azione sempre più strutturata ma anche integrata ed è su questo che vogliamo continuare a lavorare e impegnarci sempre più".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:37
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