Question Time, chiarimenti sui festeggiamenti previsti per il Capodanno
L'assessore alla Cultura Bruna Gambarelli ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda di attualità del consigliere Vinicio Zanetti (Partito democratico) sui festeggiamenti previsti per il Capodanno.La domanda del consigl...
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L'assessore alla Cultura Bruna Gambarelli ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda di attualità del consigliere Vinicio Zanetti (Partito democratico) sui festeggiamenti previsti per il Capodanno.
La domanda del consigliere Zanetti
"Viste le notizie di stampa relative alla riformulazione del consueto appuntamento del Capodanno in Piazza Maggiore; domando al Sindaco e alla Giunta di conoscere le motivazioni che hanno portato a scegliere queste nuove modalità, sia rispetto agli anni precedenti, sia rispetto ad altre grandi città (nella nostra Regione e fuori), che invece stanno prevedendo e organizzando grandi eventi e concerti".
La risposta dell'assessore Gambarelli
Grazie Presidente, occorre credo ampliare il discorso per capire la questione fin dalle origini. Innanzi tutto bisogna chiarire il fatto che Bologna non ha scelto quest'anno di non fare grandi manifestazioni in occasione del Capodanno, sono già diversi anni che ci differenziamo rispetto ad altre città per quanto riguarda l'offerta del periodo natalizio. L'anno scorso infatti abbiamo realizzato, con il coinvolgimento di tutte le associazioni di categoria, un programma intitolato "Alla rovescia", investendo non solo sulla notte del 31, ma su tutta una serie di iniziative che si sono svolte dal 26 di dicembre al 6 di gennaio, con lo scopo di raggiungere anche un pubblico differenziato. Questa scelta ha avuto successo ed è stato il Capodanno che ha visto il maggior numero di presenze, perché alle 25 mila persone in piazza si sono aggiunte altre 40 mila presenze alle iniziative diffuse in città in tutto l'arco della durata del programma.
Già da molti anni, come dicevo, Bologna sceglie di non concentrare grandissime risorse sull' evento del 31, ma di distribuire le risorse in un'offerta diffusa sul territorio che attraversa teatri e musei e di impegnare il maggior numero di risorse possibili proprio in questa direzione, nella convinzione che chi partecipa alle festività natalizie non sia esclusivamente interessato alla notte del 31 dicembre, bensì all'ampia e fertile offerta della città - che quest'anno include per esempio la mostra "Revolutija" che inaugurerà domani - tanto è vero che tutti i nostri alberghi sono già pieni e lo erano ben prima dell'annuncio del Capodanno. L'anno scorso nell'interlocuzione con tutte le associazioni di categoria abbiamo appunto valutato l'opportunità di un'offerta diffusa sul territorio e da quelle riflessioni nasce anche l'interesse a coinvolgere quest'anno le tre realtà che nella nostra città da decenni ormai si occupano di rock e che non sono mai stati considerate a tutti gli effetti operatori culturali, ma che da quest'anno, grazie al nostro avviso pubblico sulle attività continuative, rientrano a pieno titolo nell'ambito degli operatori culturali e occasione del 31 di dicembre ottengono la visibilità che meritano.
Se vogliamo invece entrare nel merito del format "Dallalto" la questione è abbastanza semplice. L'anno scorso "Dallalto" ha visto un'affluenza di pubblico valutabile intorno alle 25 mila unità, con un afflusso alla piazza assolutamente libero; il format infatti funzionava proprio per questo, perché chiunque poteva accedere alla piazza, naturalmente c'erano i varchi controllati, però in grande libertà si poteva entrare e uscire, si poteva godere del dj set per 10 minuti o per un' ora e poi si poteva recarsi altrove. Ecco, le nuove disposizioni che, come sapete, sono state emanate dal Ministero ci dicono che questo afflusso libero quest'anno non sarebbe più stato possibile. Per proporre lo stesso format noi avremmo dovuto mettere in campo tutta una serie di nuovi elementi di sicurezza che avrebbero aumentato notevolmente i costi, ma che soprattutto non avrebbero permesso quell'afflusso libero alla piazza che rendeva quel format un format vincente. Inoltre non sarebbe stato più possibile ospitare le 25 - 30 mila persone che di solito affollavano la piazza per Capodanno, ma un numero decisamente inferiore. A fronte di questo occorreva scegliere: rendiamo la Piazza un luogo assolutamente sicuro ma controllatissimo? impieghiamo un numero notevole di personale di sicurezza? Tenere il format "Dallalto" con tutte queste regole di sicurezza che lo avrebbe di fatto stravolto? Decidere di cambiare, ampliando la superficie nella quale si svolge la festa e lasciando il vecchione in Piazza Maggiore permetteva di svolgere in maniera tranquilla la festa e di aprirla a tutte le persone che desiderano partecipare e soprattutto di evitare quelle limitazioni che impedivano la normale affluenza in questi spazi.
Quindi si tratta di una scelta politica? Si tratta di una scelta legata ai problemi di sicurezza? O di una scelta legata ai costi? In realtà si tratta di tutte queste cose insieme, di fronte a questa situazione si è ritenuto opportuno virare nella direzione di un allargamento della festa alla T. Per quanto riguarda la questione dei costi infine posso dire che i costi del capodanno sia nel 2016, che nel 2017, sono ripartiti in percentuale nello stesso modo, ovvero circa il 30% delle risorse sono destinate ai costi artistici mentre il restante 70% ai costi di produzione e di sicurezza, quindi in percentuale è esattamente la stessa cosa.
Per quanto riguarda la domanda relativa a Piazza Verdi invece, avete appena sentito dalle parole dell'assessore Lepore che almeno a quanto ci risulta, non ci sarà un dj set "Dallalto" in Piazza Verdi come annunciato dai giornali. Per quanto riguarda invece la proposta delle altre città ogni città d'Italia dovrà valutare la proposta relativa alla festa del 31 dicembre in base alla conformazione architettonica della propria piazza. Nessuno potrà sottrarsi alle disposizioni in materia di sicurezza e ognuno dovrà decidere in base al proprio luogo e anche in base a quanto vuole investire in costi di sicurezza. A fronte di tutte queste prescrizioni che vi ho appena citato, noi abbiamo ritenuto migliore la possibilità di aprire la festa a tutta la T, con una libera partecipazione delle persone, piuttosto che tenere una piazza presidiata e assolutamente blindata per poter permettere un format che comunque non sarebbe più stato lo stesso".
La domanda del consigliere Zanetti
"Viste le notizie di stampa relative alla riformulazione del consueto appuntamento del Capodanno in Piazza Maggiore; domando al Sindaco e alla Giunta di conoscere le motivazioni che hanno portato a scegliere queste nuove modalità, sia rispetto agli anni precedenti, sia rispetto ad altre grandi città (nella nostra Regione e fuori), che invece stanno prevedendo e organizzando grandi eventi e concerti".
La risposta dell'assessore Gambarelli
Grazie Presidente, occorre credo ampliare il discorso per capire la questione fin dalle origini. Innanzi tutto bisogna chiarire il fatto che Bologna non ha scelto quest'anno di non fare grandi manifestazioni in occasione del Capodanno, sono già diversi anni che ci differenziamo rispetto ad altre città per quanto riguarda l'offerta del periodo natalizio. L'anno scorso infatti abbiamo realizzato, con il coinvolgimento di tutte le associazioni di categoria, un programma intitolato "Alla rovescia", investendo non solo sulla notte del 31, ma su tutta una serie di iniziative che si sono svolte dal 26 di dicembre al 6 di gennaio, con lo scopo di raggiungere anche un pubblico differenziato. Questa scelta ha avuto successo ed è stato il Capodanno che ha visto il maggior numero di presenze, perché alle 25 mila persone in piazza si sono aggiunte altre 40 mila presenze alle iniziative diffuse in città in tutto l'arco della durata del programma.
Già da molti anni, come dicevo, Bologna sceglie di non concentrare grandissime risorse sull' evento del 31, ma di distribuire le risorse in un'offerta diffusa sul territorio che attraversa teatri e musei e di impegnare il maggior numero di risorse possibili proprio in questa direzione, nella convinzione che chi partecipa alle festività natalizie non sia esclusivamente interessato alla notte del 31 dicembre, bensì all'ampia e fertile offerta della città - che quest'anno include per esempio la mostra "Revolutija" che inaugurerà domani - tanto è vero che tutti i nostri alberghi sono già pieni e lo erano ben prima dell'annuncio del Capodanno. L'anno scorso nell'interlocuzione con tutte le associazioni di categoria abbiamo appunto valutato l'opportunità di un'offerta diffusa sul territorio e da quelle riflessioni nasce anche l'interesse a coinvolgere quest'anno le tre realtà che nella nostra città da decenni ormai si occupano di rock e che non sono mai stati considerate a tutti gli effetti operatori culturali, ma che da quest'anno, grazie al nostro avviso pubblico sulle attività continuative, rientrano a pieno titolo nell'ambito degli operatori culturali e occasione del 31 di dicembre ottengono la visibilità che meritano.
Se vogliamo invece entrare nel merito del format "Dallalto" la questione è abbastanza semplice. L'anno scorso "Dallalto" ha visto un'affluenza di pubblico valutabile intorno alle 25 mila unità, con un afflusso alla piazza assolutamente libero; il format infatti funzionava proprio per questo, perché chiunque poteva accedere alla piazza, naturalmente c'erano i varchi controllati, però in grande libertà si poteva entrare e uscire, si poteva godere del dj set per 10 minuti o per un' ora e poi si poteva recarsi altrove. Ecco, le nuove disposizioni che, come sapete, sono state emanate dal Ministero ci dicono che questo afflusso libero quest'anno non sarebbe più stato possibile. Per proporre lo stesso format noi avremmo dovuto mettere in campo tutta una serie di nuovi elementi di sicurezza che avrebbero aumentato notevolmente i costi, ma che soprattutto non avrebbero permesso quell'afflusso libero alla piazza che rendeva quel format un format vincente. Inoltre non sarebbe stato più possibile ospitare le 25 - 30 mila persone che di solito affollavano la piazza per Capodanno, ma un numero decisamente inferiore. A fronte di questo occorreva scegliere: rendiamo la Piazza un luogo assolutamente sicuro ma controllatissimo? impieghiamo un numero notevole di personale di sicurezza? Tenere il format "Dallalto" con tutte queste regole di sicurezza che lo avrebbe di fatto stravolto? Decidere di cambiare, ampliando la superficie nella quale si svolge la festa e lasciando il vecchione in Piazza Maggiore permetteva di svolgere in maniera tranquilla la festa e di aprirla a tutte le persone che desiderano partecipare e soprattutto di evitare quelle limitazioni che impedivano la normale affluenza in questi spazi.
Quindi si tratta di una scelta politica? Si tratta di una scelta legata ai problemi di sicurezza? O di una scelta legata ai costi? In realtà si tratta di tutte queste cose insieme, di fronte a questa situazione si è ritenuto opportuno virare nella direzione di un allargamento della festa alla T. Per quanto riguarda la questione dei costi infine posso dire che i costi del capodanno sia nel 2016, che nel 2017, sono ripartiti in percentuale nello stesso modo, ovvero circa il 30% delle risorse sono destinate ai costi artistici mentre il restante 70% ai costi di produzione e di sicurezza, quindi in percentuale è esattamente la stessa cosa.
Per quanto riguarda la domanda relativa a Piazza Verdi invece, avete appena sentito dalle parole dell'assessore Lepore che almeno a quanto ci risulta, non ci sarà un dj set "Dallalto" in Piazza Verdi come annunciato dai giornali. Per quanto riguarda invece la proposta delle altre città ogni città d'Italia dovrà valutare la proposta relativa alla festa del 31 dicembre in base alla conformazione architettonica della propria piazza. Nessuno potrà sottrarsi alle disposizioni in materia di sicurezza e ognuno dovrà decidere in base al proprio luogo e anche in base a quanto vuole investire in costi di sicurezza. A fronte di tutte queste prescrizioni che vi ho appena citato, noi abbiamo ritenuto migliore la possibilità di aprire la festa a tutta la T, con una libera partecipazione delle persone, piuttosto che tenere una piazza presidiata e assolutamente blindata per poter permettere un format che comunque non sarebbe più stato lo stesso".