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Question Time, chiarimenti su screening e cure preventive

L'assessore alla Sanità e Welfare Luca Rizzo Nervo ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) su screening e cure preventive. La risposta è stata...

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L'assessore alla Sanità e Welfare Luca Rizzo Nervo ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) su screening e cure preventive. La risposta è stata letta in aula dall'assessore Davide Conte.  

La domanda della consigliera Cocconcelli
"Nel corso del Congresso AIPO, svoltosi in data 13 giugno 2017 a Bologna, anche il Dott. Luigi Ruffo Codecasa Responsabile Regionale riferimento per laTBC Lombardia, nonchè pneumologo dell'ospedale Niguarda, ha riferito che è indispensabile non abbassare la guardia sulla diffusione della TBC soprattutto in ambienti promiscui e tra i soggetti a rischio quali immigranti che affollano gli Hub.
Egli ribadisce che si dovrebbe avere una maggiore attenzione per la diagnostica e gli screening, da eseguire quando gli immigrati vengono accolti negli Hub/ Centri di prima accoglienza, perchè spesso la prima accoglienza viene bypassata con invio dei profughi in altre strutture, prima ancora dall'aver eseguito gli screening diagnostici.
Ricordo che il 16 luglio 2012 è stato votato all'unanimità (28 su 28) un mio ODG numero 38/2012 teso ad istituire servizi ambulatoriali per verificare lo stato di salute degli immigrati provenienti da Paesi a rischio endemico per malattie infettive.
Chiedo al Sindaco e alla Giunta quali siano le politiche attuali poste in essere da questa Giunta per eseguire screening adeguati nei grandi centri di accoglienza siti nel territorio Metropolitano;
se si sia discusso dell'argomento in oggetto alla CTSS".

La risposta dell'assessore Rizzo Nervo letta in aula dall'assessore Conte
"Sin dall’arrivo dei primi migranti (7 febbraio 2014) l’Azienda USL di Bologna ha attivato un percorso di screening della TBC con intradermoreazione secondo Mantoux. E così per tutti i migranti giunti successivamente sino alla costituzione dell’Hub regionale di via Mattei del luglio 2014, che ha visto il completamento del percorso di screening con l’attivazione del mezzo radiografico mobile per la ricerca della malattia tubercolare.
I migranti che arrivano all'Hub sono subito sottoposti a screening di malattia, con esecuzione di una Rx del torace. Se il flusso dei trasferimenti è particolarmente intenso, gli accertamenti radiologici possono essere svolti nei luoghi di destinazione. Le immagini radiografiche sono inviate sistematicamente, attraverso un collegamento via internet, all’Ospedale Maggiore, dove vengono lette e refertate. A breve sarà disponibile un collegamento in fibra ottica per la refertazione in tempo reale dei casi positivi.
I casi positivi sono immediatamente sottoposti ad una Tac ad alta risoluzione presso l’Ospedale Bellaria e, se la positività viene confermata, ricoverati presso la Clinica delle Malattie infettive dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Orsola-Malpighi. La refertazione dei soggetti che non presentano immagini sospette avviene in seguito e, in genere, viene inviata nei luoghi nei quali il migrante è già stato trasferito.
Attualmente lo screening della TBC latente viene effettuato presso il poliambulatorio Tiarini o in altri ambulatori dell’Azienda USL di Bologna una volta che i migranti dall’Hub regionale raggiungono i centri di accoglienza straordinari (CAS). Ai casi positivi viene effettuato un ulteriore esame Rx e un test quantiferon, prima dell’invio all’ambulatorio della Clinica delle Malattie infettive dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Orsola-Malpighi.
Questo modello di screening è stato presentato in occasione del congresso AIPO, lunedì 13 giugno, e lo stesso dott. Codecasa, citato nella interrogazione, ha visitato l’Hub Mattei, mostrando apprezzamento per il percorso adottato e anticipando pubblicamente che le strutture sanitarie di Milano hanno intenzione di ispirarsi proprio a questo modello, che effettua la ricerca attiva tanto della malattia tubercolare con Rx che della tubercolosi latente. Con questo tipo di percorso a Bologna si intercettano, al momento, il doppio dei casi osservati a Milano (400 casi contro i 200/100.000) La procedura attiva a Bologna corrisponde, peraltro, a quella che un recente articolo pubblicato su Lancet ha indicato come la pratica corretta di screening per i migranti. Se la consigliera lo desidera possiamo inoltrare il link della prestigiosa rivista".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:38
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