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Question Time, chiarimenti in merito all'applicazione del "Securfy"

L'assessore alla Sicurezza Riccardo Malagoli ha risposto oggi in sede di Question Time alla domanda della consigliera comunale Paola Francesca Scarano (Lega Nord) in merito alla possibile applicazione di "Securfy", l'app progettata dagli studenti di ...

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L'assessore alla Sicurezza Riccardo Malagoli ha risposto oggi in sede di Question Time alla domanda della consigliera comunale Paola Francesca Scarano (Lega Nord) in merito alla possibile applicazione di "Securfy", l'app progettata dagli studenti di Bologna Buisness School

La domanda della consigliera comunale Paola Francesca Scarano
Alla luce degli articoli di stampa locale e nazionale che danno risalto ad un progetto sviluppato da alcuni studenti del master Mba della Bologna Business School
chiedo al Sindaco e alla Giunta
- se vi sia l'intenzione di promuovere questa applicazione e valutare il suo eventuale utilizzo;
- se come Amministrazione valutiamo di avviare un percorso partecipato con le Istituzioni e le associazioni di categoria nonché con i Quartieri per ottimizzare il suo sviluppo sul territorio.

La risposta dell'assessore Riccardo Malagoli
"Gentile consigliera, io ho già incontrato i promotori di questa iniziativa, dovevo anche partecipare al convegno che c'era giovedì scorso ma ero malato quindi purtroppo non sono riuscito ad andare ma ho concordato con loro e già calendarizzato, attraverso la conferenza dei presidenti, la presentazione di questa proposta ai presidenti di quartiere che credo siano le persone più adatte a sviluppare e testare un progetto come questo. Questa amministrazione sta valutando molte di queste forme di mutuo aiuto dei cittadini rispetto al tema della sicurezza, molte di queste sono applicate in paesi e città molto più piccole di Bologna. Ci sono evidentemente dei lati positivi ma degli altri lati che potrebbero diventare negativi se usati male come tutti gli strumenti in rete, quindi bisogna, come abbiamo anche concordato con loro nel primo incontro che abbiamo fatto nel mio ufficio, cercare di testare un prodotto come questo ma sopratutto di fare capire ai cittadini come si usa uno strumento come questo.
C'è anche bisogno di formare le persone e in ogni caso oltre a questo strumento ce ne sono altri che ne stiamo valutando anche in collaborazione molto stretta con l'Arma dei Carabinieri anche da questo punto di vista però credo che sia una strada da percorrere purché utilizzata bene senza creare ulteriori allarmismi con i filtri giusti, perché persone, come succede in internet che non vogliono farsi riconoscere, credo che sia un problema per una cosa di questo genere, quindi bisogna mettere su una serie di regole, questo è un prototipo. Sicuramente faremo in modo di dare il nostro contributo affinché questo strumento possa evolversi nella maniera che riteniamo utile ai cittadini alle forze dell'ordine e a noi come amministrazione".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:36
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