Question Time, chiarimenti sul mix sociale nell'assegnazione degli alloggi pubblici
L'assessore alla Casa, Virginia Gieri, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord) sul mix sociale nell'assegnazione degli alloggi pubblici.Domanda d'attualità della consigliera Borgonzoni "Vorrei...
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L'assessore alla Casa, Virginia Gieri, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord) sul mix sociale nell'assegnazione degli alloggi pubblici.
Domanda d'attualità della consigliera Borgonzoni
"Vorrei conoscere il pensiero della Giunta in merito ai nuovi provvedimenti messi in campo da Acer e se non ritenga che nuove politiche, anche per mettere tetti percentuali su stranieri e persone sotto la soglia di povertà in ogni comparto di edilizia pubblica, aiutino l'integrazione e non solo".
Risposta dell'assessore Gieri
"Abbiamo già in qualche modo parlato si questo argomento che è anche compreso nelle linee di mandato che ho presentato, è il "tema del mix", noi lo chiamiamo così perché è una modalità con cui la Sociologia interpreta la necessità di mettere insieme fasce di reddito, culture diverse e anche stili di vita diversi ed è ovviamente un risultato che tutte le amministrazioni avvedute e ormai la socio politica e le socio amministrazioni mettono in campo, perché è del tutto evidente e di assoluto buon senso comprendere che si vive meglio in contesti in cui vengono rappresentati anche stili di vita diversi, perché questo porta ad avere quelle capacità di mutuo soccorso e di flessibilità che consentono si stare meglio nei luoghi in cui si vive. Come dicevo ne abbiamo parlato anche nelle linee di mandato, perché qualche esperienza a Bologna c'è stata e siamo molto convinti che sia necessario, anche per prevenire disagi e situazioni che si sono venuti a creare a chi ha avuto anche un'immigrazione potente negli anni precedenti ai nostri come i cosiddetti ghetti o banlieue o quant'altro. Quindi ci sono già delle esperienze positive che però possono essere interessanti e dare un segnale di cambiamento vero quando possono essere disegnate del tutto e in questo senso ho fatto già in questa sala l'esempio dell'esperienza di via Rimesse che era stata realizzata nello scorso mandato, ma su cui stiamo lavorando per cercare di farla uscire dalla dinamica della sperimentazione e così stiamo anche cercando di attuare - ci stiamo già lavorando - la rigenerazione del comparto di via Gandusio, approfittando delle risorse che finalmente arrivano per ripristinare in modo consistente comparti interi di edilizia pubblica e quindi consentire un accompagnamento alle persone che vivono nella sede. Faccio dunque l'esempio di via Rimesse perché ormai il percorso è compiuto, le persone sono state accompagnate in una sede sostitutiva e poi è stata fatta l'opera di ristrutturazione e si è compiuta un'elaborazione incrociata sociale, economica, culturale dei nuovi abitanti a cui offrire l'assegnazione - naturalmente la priorità è stata data alle persone che ci vivevano prima, anche se che poi nel tempo questi ultimi si sono trovati bene nel comparto in cui erano stati accompagnati in modo sostitutivo. Questo ha consentito un esperienza molto interessante in via Rimesse, in quel caso ci siamo fatti aiutare dall'Università e quindi abbiamo utilizzato anche una certa scientificità nell'intervento che ci ha consentito si costruire un bel mix, in cui davvero vengono non per quote, ma per senso compiuto, individuate le varie tipologie. Oggi possiamo dire che quell'esperimento, partito da ormai un anno e mezzo, è un esperimento compiuto, dove c'è ancora un accompagnamento sociale di gruppi e di mediatori, ma che speriamo possa funzionare e anzi ne siamo convinti. Useremo lo stesso criterio anche per il comparto di via Gandusio e da oggi in poi per tutti i comparti che andremo a ristrutturare. Questo sicuramente, proprio perché siamo molto convinti che da un punto di vista politico questa sia una priorità assoluta. E' chiaro che questo va, anche se in maniera meno completa, attivato anche per le assegnazioni di iter normale, cioè è più semplice farlo perché la regia è più forte quando ci si occupa di rigenerare un comparto intero, ma lo dobbiamo fare anche per i benefici sociali di cui parlavo prima. Quindi su questa strada continueremo a lavorare.
Per quanto riguarda invece il tema più legato al come poi far fronte ai numeri - li abbiamo presentati e ne abbiamo parlato anche ieri in Commissione con la vice presidente - io dico questo, è evidente che noi come Amministrazione comunale applichiamo le leggi regionali, per cui aspettiamo che la Regione sciolga questo nodo, o perlomeno che ci coinvolga in una elaborazione di idee rispetto a questo tema che esiste, ovvero sulla necessità di costruire meglio questi mix. Noi applichiamo le leggi regionali e naturalmente attraverso i nostri regolamenti le affiniamo e in qualche maniera le interpretiamo al meglio, ma oggi abbiamo bisogno che la legge del 2001 venga in qualche modo cambiata. Per quello che mi riguarda come assessore di questa Amministrazione posso dire che abbiamo già avuto un contatto su questo tema con la vice presidente e siamo non solo Bologna, ma anche tutto l'insieme delle città emiliano romagnole, molto attenti a queste dinamiche e siamo assolutamente d'accordo con la vice presidente che ne discuteremo insieme e che insieme daremo il nostro apporto alla modificazione della legge. Facendo salvo però una cosa, e lo voglio dire qui con molta chiarezza, che noi dobbiamo amministrare la città che abbiamo e non la città che vorremmo avere e quindi dobbiamo considerare i dati di realtà e di osservazione della realtà e contemporaneamente stare molto attenti ai temi del principio costituzionale di uguaglianza. Questo lo dico a prescindere, perché penso che pur rispettando questi due principi che sono molto veri e autentici ci siano le condizioni per costruire una legge e poi successivamente dei regolamenti che ragionino anche dando concretezza alla necessità di costruire una società in cui si stia insieme anche tra diversi, nel senso più ampio del termine. Grazie."
Domanda d'attualità della consigliera Borgonzoni
"Vorrei conoscere il pensiero della Giunta in merito ai nuovi provvedimenti messi in campo da Acer e se non ritenga che nuove politiche, anche per mettere tetti percentuali su stranieri e persone sotto la soglia di povertà in ogni comparto di edilizia pubblica, aiutino l'integrazione e non solo".
Risposta dell'assessore Gieri
"Abbiamo già in qualche modo parlato si questo argomento che è anche compreso nelle linee di mandato che ho presentato, è il "tema del mix", noi lo chiamiamo così perché è una modalità con cui la Sociologia interpreta la necessità di mettere insieme fasce di reddito, culture diverse e anche stili di vita diversi ed è ovviamente un risultato che tutte le amministrazioni avvedute e ormai la socio politica e le socio amministrazioni mettono in campo, perché è del tutto evidente e di assoluto buon senso comprendere che si vive meglio in contesti in cui vengono rappresentati anche stili di vita diversi, perché questo porta ad avere quelle capacità di mutuo soccorso e di flessibilità che consentono si stare meglio nei luoghi in cui si vive. Come dicevo ne abbiamo parlato anche nelle linee di mandato, perché qualche esperienza a Bologna c'è stata e siamo molto convinti che sia necessario, anche per prevenire disagi e situazioni che si sono venuti a creare a chi ha avuto anche un'immigrazione potente negli anni precedenti ai nostri come i cosiddetti ghetti o banlieue o quant'altro. Quindi ci sono già delle esperienze positive che però possono essere interessanti e dare un segnale di cambiamento vero quando possono essere disegnate del tutto e in questo senso ho fatto già in questa sala l'esempio dell'esperienza di via Rimesse che era stata realizzata nello scorso mandato, ma su cui stiamo lavorando per cercare di farla uscire dalla dinamica della sperimentazione e così stiamo anche cercando di attuare - ci stiamo già lavorando - la rigenerazione del comparto di via Gandusio, approfittando delle risorse che finalmente arrivano per ripristinare in modo consistente comparti interi di edilizia pubblica e quindi consentire un accompagnamento alle persone che vivono nella sede. Faccio dunque l'esempio di via Rimesse perché ormai il percorso è compiuto, le persone sono state accompagnate in una sede sostitutiva e poi è stata fatta l'opera di ristrutturazione e si è compiuta un'elaborazione incrociata sociale, economica, culturale dei nuovi abitanti a cui offrire l'assegnazione - naturalmente la priorità è stata data alle persone che ci vivevano prima, anche se che poi nel tempo questi ultimi si sono trovati bene nel comparto in cui erano stati accompagnati in modo sostitutivo. Questo ha consentito un esperienza molto interessante in via Rimesse, in quel caso ci siamo fatti aiutare dall'Università e quindi abbiamo utilizzato anche una certa scientificità nell'intervento che ci ha consentito si costruire un bel mix, in cui davvero vengono non per quote, ma per senso compiuto, individuate le varie tipologie. Oggi possiamo dire che quell'esperimento, partito da ormai un anno e mezzo, è un esperimento compiuto, dove c'è ancora un accompagnamento sociale di gruppi e di mediatori, ma che speriamo possa funzionare e anzi ne siamo convinti. Useremo lo stesso criterio anche per il comparto di via Gandusio e da oggi in poi per tutti i comparti che andremo a ristrutturare. Questo sicuramente, proprio perché siamo molto convinti che da un punto di vista politico questa sia una priorità assoluta. E' chiaro che questo va, anche se in maniera meno completa, attivato anche per le assegnazioni di iter normale, cioè è più semplice farlo perché la regia è più forte quando ci si occupa di rigenerare un comparto intero, ma lo dobbiamo fare anche per i benefici sociali di cui parlavo prima. Quindi su questa strada continueremo a lavorare.
Per quanto riguarda invece il tema più legato al come poi far fronte ai numeri - li abbiamo presentati e ne abbiamo parlato anche ieri in Commissione con la vice presidente - io dico questo, è evidente che noi come Amministrazione comunale applichiamo le leggi regionali, per cui aspettiamo che la Regione sciolga questo nodo, o perlomeno che ci coinvolga in una elaborazione di idee rispetto a questo tema che esiste, ovvero sulla necessità di costruire meglio questi mix. Noi applichiamo le leggi regionali e naturalmente attraverso i nostri regolamenti le affiniamo e in qualche maniera le interpretiamo al meglio, ma oggi abbiamo bisogno che la legge del 2001 venga in qualche modo cambiata. Per quello che mi riguarda come assessore di questa Amministrazione posso dire che abbiamo già avuto un contatto su questo tema con la vice presidente e siamo non solo Bologna, ma anche tutto l'insieme delle città emiliano romagnole, molto attenti a queste dinamiche e siamo assolutamente d'accordo con la vice presidente che ne discuteremo insieme e che insieme daremo il nostro apporto alla modificazione della legge. Facendo salvo però una cosa, e lo voglio dire qui con molta chiarezza, che noi dobbiamo amministrare la città che abbiamo e non la città che vorremmo avere e quindi dobbiamo considerare i dati di realtà e di osservazione della realtà e contemporaneamente stare molto attenti ai temi del principio costituzionale di uguaglianza. Questo lo dico a prescindere, perché penso che pur rispettando questi due principi che sono molto veri e autentici ci siano le condizioni per costruire una legge e poi successivamente dei regolamenti che ragionino anche dando concretezza alla necessità di costruire una società in cui si stia insieme anche tra diversi, nel senso più ampio del termine. Grazie."