Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Emily Clancy
Si trasmette l'intervento d'inizio seduta della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica) su Tommaso Tori."Care colleghe, cari colleghi, come sapete oggi presenterò un ordine del giorno per intitolare un campo da calcio a Tommaso Tori, citt...
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Si trasmette l'intervento d'inizio seduta della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica) su Tommaso Tori.
"Care colleghe, cari colleghi, come sapete oggi presenterò un ordine del giorno per intitolare un campo da calcio a Tommaso Tori, cittadino molto amato, un ragazzo con cui questo Consiglio ha già intrecciato un rapporto speciale. Ringrazio tutti le consigliere e i consiglieri di tutte le forze politiche che l’hanno sottoscritto.
L’ho ricordato in quest’aula quest’autunno, molto meglio di me l’hanno fatto la famiglia e gli amici, che sono presenti in aula e che ringrazio.
Oggi lo ricordiamo di nuovo, in modo un po’ particolare. Io e suo fratello Emanuele ci siamo posti tre domande per raccontarlo a questo consiglio.
I. Se dico Tommaso tu cosa dici?
II. Che cos’è stato il momento della raccolta fondi?
III. Perché questo campo, che significa per la città?
A lui, naturalmente, la prima risposta. A noi la seconda. A me la terza.
I. Se dico Tommaso tu cosa dici
Io penso ad un ammasso di riccioli biondi mentre dorme a pancia all’insù e le braccia incrociate sotto la testa. Penso ad uno zainetto sulle spalle più grande di lui mentre afferma la propria indipendenza e libertà davanti a tutta la famiglia. Penso ad un piccolo bimbo avulso da ogni dinamica familiare che non ama stare al centro dell’attenzione, che ascolta silenziosamente ogni cosa, sempre attento: sembra che non ci sia mai ma è il più attento di tutti. Inconvincibile, semplicemente testone, fatto di impercettibili cambiamenti ed evoluzioni totalmente arbitrarie e, a volte, improvvise.
Lo penso bambino e lo penso adulto allo stesso tempo, perché per me non è mai cambiato è il fratello più piccolo solo per ragioni di età. In realtà è il fratello maggiore e quando lo vedo su un campo di calcio lo sento davvero felice.
Lo penso mentre insegue un pallone, mentre gioca a tennis, mentre nuota, mentre ogni sport gli riesce bene, benissimo perché è un puro atleta. Tommaso parlava con gli occhi e con i sorrisi, il suo modo di ringraziare.
II. Raccolta fondi
Penso sia impossibile sapere quali siano i pensieri che si nascondono dietro ad una persona che soffre. Ciò ancora più quando una persona per propria natura non ama condividere con gli altri i propri sentimenti.
La raccolta fondi ha regalato a Tommaso non solo un’opportunità di cura ma soprattutto gli ha fatto sentire dietro di sé una spinta di amore e affetto da parte di tantissime persone.
Una forza che gli ha permesso di rialzarsi in un momento molto difficile. La solitudine nella malattia è forse uno degli ostacoli più difficili da vincere. La collettività lo ha trascinato con sé facendolo nuovamente sentire parte del tutto. (Emanuele)
Un’ondata di solidarietà travolse questa città nella sua interezza. Tutti partecipavano, tutti si sentivano parte della stessa storia, tutti volevano dare il proprio contributo per fare squadra.
Bologna si colorò di eventi, partite, aperitivi e cene di beneficenza, concerti, banchetti di raccolta fondi fuori dai licei e di vendita bomboloni nella nostra piazza Re Enzo.
Un messaggio di positività, speranza, una voglia di comunità, un bisogno di comunità.
E’ stato uno di quei momenti in cui sono stata orgogliosa di essere Bolognese. (Emily)
III. Perché questo campetto
Per dire un grazie che ha due direzioni. Un grazie a Tommaso, che così giovane ha saputo essere così grande, insegnando a tutti noi cosa vuol dire essere davvero Bolognesi: essere solidali, essere comunità, fare della battaglia di uno la battaglia di tutti.
E forse, mi permetto di dire, un grazie da Tommaso. Alla nostra città, ai suoi amici, alla sua famiglia. A chi l’ha sostenuto e supportato, a tutti quelli che per lui hanno fatto il tifo.
Mi piace pensare che sia simbolico di Tuma che quel grazie a lui e per lui diventi qualcosa per gli altri. Un campo da calcio, un campetto su cui ha giocato tante volte, su cui ha segnato.
Un campo da vivere e da rivivere, da curare e da valorizzare. Un grazie che regala.
IV. Conclusione
Io e il fratello di Tommaso, rileggendo quanto l’uno e l’altro hanno pensato e scritto, abbiamo riflettuto sulla differente percezione di ciascuno di noi di un medesimo evento, della costante tensione che lega dare e ricevere, della forza continua ed infinita che l’amore verso gli altri può regalare. Tommaso ci ha regalato un testimone che dovremo essere capaci di portare avanti per le altre persone che ne avranno bisogno".