Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Simona Lembi
Si trasmette l'intervento d'inizio seduta della consigliera Simona Lembi (Partito Democratico) in ricordo di Marta Murotti. "Gentili consiglieri, gentili consigliere, colleghi di giunta presenti, è scomparsa, la settimana scorsa, Marta Mu...
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Si trasmette l'intervento d'inizio seduta della consigliera Simona Lembi (Partito Democratico) in ricordo di Marta Murotti.
"Gentili consiglieri, gentili consigliere, colleghi di giunta presenti, è scomparsa, la settimana scorsa, Marta Murotti, una signora delle Istituzioni bolognesi: sindaca a Zola Predosa tra il '65 ed il '75, poi amministratrice regionale e prima ancora Consigliera comunale a Bologna tra il '60 e il '65, nell'ultimo mandato completo che fu del sindaco Dozza.
Era nata a Ponte Ronca, ancora oggi frazione di Zola Predosa, nel 1931. Trascorse l'età dell'adolescenza negli anni che furono della seconda guerra mondiale. Come molti altri giovani di quell'epoca, fece quindi parte di una generazione che, certo anche a seguito di quell'esperienza, incontro' presto l'attività politica ed incontro' presto le istituzioni. D'altra parte, desiderare davvero di vivere in un paese nuovo (come tutto l'antifascismo sostenne) ebbe, per buona parte di quella giovane generazione, il significato di contribuire a costruire e far vivere nuove associazioni democratiche, quindi anche le istituzioni pubbliche rinnovate appunto dopo la Liberazione.
Figlia di operai (ce lo ricorda il cordoglio pubblicato dalla Cgil nelle sue pagine online), “aveva assistito al licenziamento per motivi di discriminazione politico sindacali della madre, operaia della fabbrica per oggetti sanitari ICO”.
Anche questo influenzerà le sue scelte quando, appena 17enne una giovanissima Vittorina Dal Monte (che diventerà Consigliera e Assessora provinciale negli anni '50) bussò alla porta di casa per chiedere ai suoi genitori che la figlia potesse andare a vivere a Bologna per seguire un particolare impegno politico.
Marta Murotti racconto quel momento con queste parole: “non era allora una decisione facile, avevo 17 anni, figlia unica e femmina e vivevo in un paese per tanti versi generoso, ma con usi e costumi tutt'altro che aperti. E andare a vivere da sola in città non era una cosa semplice. Oggi, a 17 anni si va da soli in giro per il mondo, si sa almeno una lingua, si può comunicare con il cellulare e il computer e naturalmente allora non era così come tutti sappiamo. E quei tre mesi sono durati tutta la vita”.
Una vita spesa a rendere questo territorio più bello, più giusto, più equo, sempre dalla parte di chi era più debole, di chi non aveva voce, di chi, per usare le parole di una grande storica, “nella storia era ancora invisibile”: i bambini, le donne, i migranti.
L'incontro con Gianni Rodari influenzò di molto il suo lavoro da Sindaca. Fu, in quel ruolo, particolarmente attenta alla condizione dell’infanzia e dei ragazzi concorrendo allo sviluppo dei servizi per l’infanzia a Bologna.
Ancor più netta la scelta di rappresentare le donne. Lo raccontava in modo scherzoso l'essere donna nelle istituzioni. Raccontava, per esempio, degli anni da Sindaca, di aver dovuto incoraggiare qualche cittadino che bussava, entrava, la guardava stupito e si ritraeva con un imbarazzato “scusi, sa, ma cercavo il Sindaco”.
Le sue scelte non erano invece scherzose; piuttosto nette e coraggiose direi: ha sostenuto le battaglie sulla parità salariale, sull'accesso delle donne a tutte le carriere, sulla tutela del lavoro a domicilio, per la pensione alle casalinghe, per la maternità consapevole, la costituzione dei consultori e la richiesta di leggi specifiche contro la violenza sessuale.
E' stata successivamente Presidente della Consulta degli Emiliano romagnoli nel mondo, tra gli artefici delle prime leggi per l'immigrazione e l'emigrazione di questa Regione, poi successivamente Presidente della FILEF e in ognuno di questi ruoli ha sempre teso a ricordare quanto la nostra sia stata una Regione di grande emigrazione e come questo abbia reso più ricche le comunità abitate dai bolognesi come pure le nostre.
Quando nel 2004 le fu consegnato il Premio Provincia volle sottolineare, oltre alla gioia per un riconoscimento inatteso, quanto lei dovesse, per quel premio, a molte bolognesi che si sono fermate in tante parti d'Italia e del mondo. Tra le molte citate ricordo Isa Piermarti, architetto che ha collaborato a fare du Curitiba, Capitale del Paranà, una delle città più verdi e vivibili del Brasile, Silvana Mangion, bolognese a New York, Fulvia Snizcher animatrice dell'associazione degli Italiani a Berlino, Marina Piazzi operatrice sociale a Cotta del Messico e ancora Nadia Urbinati docente alla Columbia University.
Di lei, Signora Presidente, desidero ricordare la semplicità anche nel vestire, le gonne sempre lunghe, l'abbigliamento un po' severo che ingentiliva con le belle spille del mercatino della FILEF che fino alla fine ha voluto animare.
Di fatto, ribadisco Marta Murotti è stata una signora delle istituzioni bolognesi. Per questo ho voluto ricordarla in quel Consiglio che l'ha vista eletta tra il '60 e il '65.
Le esequie di Marta Murotti si sono tenute lo scorso 15 aprile. È stata una cerimonia a cui hanno partecipato in tanti, anche lei Signora Presidente su richiesta del Sindaco, rappresentando l'amministrazione tutta.
Avremo modo ancora di ricordarla. Oggi tuttavia è il momento del cordoglio e di stringerci attorno a chi le ha voluto bene".
"Gentili consiglieri, gentili consigliere, colleghi di giunta presenti, è scomparsa, la settimana scorsa, Marta Murotti, una signora delle Istituzioni bolognesi: sindaca a Zola Predosa tra il '65 ed il '75, poi amministratrice regionale e prima ancora Consigliera comunale a Bologna tra il '60 e il '65, nell'ultimo mandato completo che fu del sindaco Dozza.
Era nata a Ponte Ronca, ancora oggi frazione di Zola Predosa, nel 1931. Trascorse l'età dell'adolescenza negli anni che furono della seconda guerra mondiale. Come molti altri giovani di quell'epoca, fece quindi parte di una generazione che, certo anche a seguito di quell'esperienza, incontro' presto l'attività politica ed incontro' presto le istituzioni. D'altra parte, desiderare davvero di vivere in un paese nuovo (come tutto l'antifascismo sostenne) ebbe, per buona parte di quella giovane generazione, il significato di contribuire a costruire e far vivere nuove associazioni democratiche, quindi anche le istituzioni pubbliche rinnovate appunto dopo la Liberazione.
Figlia di operai (ce lo ricorda il cordoglio pubblicato dalla Cgil nelle sue pagine online), “aveva assistito al licenziamento per motivi di discriminazione politico sindacali della madre, operaia della fabbrica per oggetti sanitari ICO”.
Anche questo influenzerà le sue scelte quando, appena 17enne una giovanissima Vittorina Dal Monte (che diventerà Consigliera e Assessora provinciale negli anni '50) bussò alla porta di casa per chiedere ai suoi genitori che la figlia potesse andare a vivere a Bologna per seguire un particolare impegno politico.
Marta Murotti racconto quel momento con queste parole: “non era allora una decisione facile, avevo 17 anni, figlia unica e femmina e vivevo in un paese per tanti versi generoso, ma con usi e costumi tutt'altro che aperti. E andare a vivere da sola in città non era una cosa semplice. Oggi, a 17 anni si va da soli in giro per il mondo, si sa almeno una lingua, si può comunicare con il cellulare e il computer e naturalmente allora non era così come tutti sappiamo. E quei tre mesi sono durati tutta la vita”.
Una vita spesa a rendere questo territorio più bello, più giusto, più equo, sempre dalla parte di chi era più debole, di chi non aveva voce, di chi, per usare le parole di una grande storica, “nella storia era ancora invisibile”: i bambini, le donne, i migranti.
L'incontro con Gianni Rodari influenzò di molto il suo lavoro da Sindaca. Fu, in quel ruolo, particolarmente attenta alla condizione dell’infanzia e dei ragazzi concorrendo allo sviluppo dei servizi per l’infanzia a Bologna.
Ancor più netta la scelta di rappresentare le donne. Lo raccontava in modo scherzoso l'essere donna nelle istituzioni. Raccontava, per esempio, degli anni da Sindaca, di aver dovuto incoraggiare qualche cittadino che bussava, entrava, la guardava stupito e si ritraeva con un imbarazzato “scusi, sa, ma cercavo il Sindaco”.
Le sue scelte non erano invece scherzose; piuttosto nette e coraggiose direi: ha sostenuto le battaglie sulla parità salariale, sull'accesso delle donne a tutte le carriere, sulla tutela del lavoro a domicilio, per la pensione alle casalinghe, per la maternità consapevole, la costituzione dei consultori e la richiesta di leggi specifiche contro la violenza sessuale.
E' stata successivamente Presidente della Consulta degli Emiliano romagnoli nel mondo, tra gli artefici delle prime leggi per l'immigrazione e l'emigrazione di questa Regione, poi successivamente Presidente della FILEF e in ognuno di questi ruoli ha sempre teso a ricordare quanto la nostra sia stata una Regione di grande emigrazione e come questo abbia reso più ricche le comunità abitate dai bolognesi come pure le nostre.
Quando nel 2004 le fu consegnato il Premio Provincia volle sottolineare, oltre alla gioia per un riconoscimento inatteso, quanto lei dovesse, per quel premio, a molte bolognesi che si sono fermate in tante parti d'Italia e del mondo. Tra le molte citate ricordo Isa Piermarti, architetto che ha collaborato a fare du Curitiba, Capitale del Paranà, una delle città più verdi e vivibili del Brasile, Silvana Mangion, bolognese a New York, Fulvia Snizcher animatrice dell'associazione degli Italiani a Berlino, Marina Piazzi operatrice sociale a Cotta del Messico e ancora Nadia Urbinati docente alla Columbia University.
Di lei, Signora Presidente, desidero ricordare la semplicità anche nel vestire, le gonne sempre lunghe, l'abbigliamento un po' severo che ingentiliva con le belle spille del mercatino della FILEF che fino alla fine ha voluto animare.
Di fatto, ribadisco Marta Murotti è stata una signora delle istituzioni bolognesi. Per questo ho voluto ricordarla in quel Consiglio che l'ha vista eletta tra il '60 e il '65.
Le esequie di Marta Murotti si sono tenute lo scorso 15 aprile. È stata una cerimonia a cui hanno partecipato in tanti, anche lei Signora Presidente su richiesta del Sindaco, rappresentando l'amministrazione tutta.
Avremo modo ancora di ricordarla. Oggi tuttavia è il momento del cordoglio e di stringerci attorno a chi le ha voluto bene".