Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Simona Lembi
Si trasmette l'intervento d'apertura della consigliera comunale Simona Lembi (Partito democratico) "Contro la Depenalizzazione del reato della violenza domestica""Ho appreso con molta preoccupazione e grande indignazione del fatto che il Parlamento r...
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Si trasmette l'intervento d'apertura della consigliera comunale Simona Lembi (Partito democratico) "Contro la Depenalizzazione del reato della violenza domestica"
"Ho appreso con molta preoccupazione e grande indignazione del fatto che il Parlamento russo abbia approvato in terza ed ultima lettura un disegno di legge per depenalizzare alcune forme di violenza domestica.
È stata definita “legge sugli schiaffi” e trasforma i provvedimenti previsti per un reato penale a semplici sanzioni amministrative nei casi di percosse che non infliggono danni fisici, di lesioni che non comportino cure ospedaliere e che non consentano a chi le subisce di chiedere un congedo dal lavoro.
In altre parole, se dai uno schiaffo (ma anche due!) a tua moglie, a tuo figlio, alla tua compagna, il massimo che ti possa capitare è di dover cambiare ad una sanzione amministrativa fino a 500 dollari oppure di prestare servizio in una comunità.
L'iter di questa nuova legge è stato seguito da numerose proteste di associazioni di donne e di attivisti per i diritti umani.
Amnesty International l'ha definita “un tentativo nauseante di banalizzare la violenza domestica”.
Mi verrà detto che non c'è nulla da temere qui perché si tratta qualcosa di molto distante da noi.
Geograficamente forse è così.
Nella forma forse è vero.
Ma nella sostanza non lo credo affatto.
Nella sostanza quel provvedimento parla anche a noi, a noi anche qui e ci dice che quando si discute di parità, di contrasto alle discriminazioni, di questioni che molto hanno a che fare con la libertà delle donne:
1. la fila per banalizzare le conquiste raggiunte è sempre lunga
2. e soprattutto che tutte le volte che si raggiungono conquiste, quasi sempre frutto di lunghi percorsi, di lunghissime battaglie, basta poco per tornare indietro.
Spira un vento pesante nei confronti dei diritti e del contrasto alle discriminazioni su cui molti governi conservatori hanno scelto di soffiare di più.
A fine luglio l'allora vice premier del governo turco aveva affermato che una donna “dovrebbe conoscere la differenza tra pubblico e privato. E non dovrebbe ridere in pubblico”. Sempre in quel paese il Premier Erdogan ha detto più volte di non credere nella parità tra uomini e donne e si è espresso più volte nel tentativo di modificare in senso restrittivo la legge sull'interruttore volontaria di gravidanza.
Oggi il nuovo Presidente degli Stati Uniti ha cancellato i finanziamenti del Governo americano a tutte quelle organizzazioni non governative che fanno informazione sulla maternità consapevole, che offrono aiuto o consiglio sulle molte scelte di pianificazione familiare e di salute riproduttiva, nel caso in cui includano tra di esse l'interruzione di gravidanza.
Può darsi che per qualcuno sia un dettaglio come la foto che ritrae il Presidente nel gesto di firmare questo atto sia composta da soli uomini.
Per molti invece è l'immagine concreta di un vecchio adagio, quello per cui gli uomini decidono, legiferano, scelgono ancora sui corpi delle donne.
Certo da noi la situazione è molto diversa.
Il nostro parlamento ha votato la legge più recente sulla violenza, quella sul femminicidio; lo stesso ha sottoscritto la Convenzione; il governo ha presentato il Piano Nazionale Anti-Violenza; e per venire di più al contesto locale, la Regione ha una legge di parità con un piano regionale che prevede azioni di contrasto alla violenza; anche Bologna ha un accordo comunale e metropolitano.
Eppure non basta: la violenza non cessa, i dati raccontano ancora di molti, troppi reati, nella maggior parte dei casi che rimangono impuniti.
Per questo quanto accaduto a Mosca mi motiva ancora di più:
A monitorare le azioni di contrasto alla violenza, a sostenere quelle associazioni che le praticano,
a favorire quei finanziamenti pubblici che le rendono effettive".
"Ho appreso con molta preoccupazione e grande indignazione del fatto che il Parlamento russo abbia approvato in terza ed ultima lettura un disegno di legge per depenalizzare alcune forme di violenza domestica.
È stata definita “legge sugli schiaffi” e trasforma i provvedimenti previsti per un reato penale a semplici sanzioni amministrative nei casi di percosse che non infliggono danni fisici, di lesioni che non comportino cure ospedaliere e che non consentano a chi le subisce di chiedere un congedo dal lavoro.
In altre parole, se dai uno schiaffo (ma anche due!) a tua moglie, a tuo figlio, alla tua compagna, il massimo che ti possa capitare è di dover cambiare ad una sanzione amministrativa fino a 500 dollari oppure di prestare servizio in una comunità.
L'iter di questa nuova legge è stato seguito da numerose proteste di associazioni di donne e di attivisti per i diritti umani.
Amnesty International l'ha definita “un tentativo nauseante di banalizzare la violenza domestica”.
Mi verrà detto che non c'è nulla da temere qui perché si tratta qualcosa di molto distante da noi.
Geograficamente forse è così.
Nella forma forse è vero.
Ma nella sostanza non lo credo affatto.
Nella sostanza quel provvedimento parla anche a noi, a noi anche qui e ci dice che quando si discute di parità, di contrasto alle discriminazioni, di questioni che molto hanno a che fare con la libertà delle donne:
1. la fila per banalizzare le conquiste raggiunte è sempre lunga
2. e soprattutto che tutte le volte che si raggiungono conquiste, quasi sempre frutto di lunghi percorsi, di lunghissime battaglie, basta poco per tornare indietro.
Spira un vento pesante nei confronti dei diritti e del contrasto alle discriminazioni su cui molti governi conservatori hanno scelto di soffiare di più.
A fine luglio l'allora vice premier del governo turco aveva affermato che una donna “dovrebbe conoscere la differenza tra pubblico e privato. E non dovrebbe ridere in pubblico”. Sempre in quel paese il Premier Erdogan ha detto più volte di non credere nella parità tra uomini e donne e si è espresso più volte nel tentativo di modificare in senso restrittivo la legge sull'interruttore volontaria di gravidanza.
Oggi il nuovo Presidente degli Stati Uniti ha cancellato i finanziamenti del Governo americano a tutte quelle organizzazioni non governative che fanno informazione sulla maternità consapevole, che offrono aiuto o consiglio sulle molte scelte di pianificazione familiare e di salute riproduttiva, nel caso in cui includano tra di esse l'interruzione di gravidanza.
Può darsi che per qualcuno sia un dettaglio come la foto che ritrae il Presidente nel gesto di firmare questo atto sia composta da soli uomini.
Per molti invece è l'immagine concreta di un vecchio adagio, quello per cui gli uomini decidono, legiferano, scelgono ancora sui corpi delle donne.
Certo da noi la situazione è molto diversa.
Il nostro parlamento ha votato la legge più recente sulla violenza, quella sul femminicidio; lo stesso ha sottoscritto la Convenzione; il governo ha presentato il Piano Nazionale Anti-Violenza; e per venire di più al contesto locale, la Regione ha una legge di parità con un piano regionale che prevede azioni di contrasto alla violenza; anche Bologna ha un accordo comunale e metropolitano.
Eppure non basta: la violenza non cessa, i dati raccontano ancora di molti, troppi reati, nella maggior parte dei casi che rimangono impuniti.
Per questo quanto accaduto a Mosca mi motiva ancora di più:
A monitorare le azioni di contrasto alla violenza, a sostenere quelle associazioni che le praticano,
a favorire quei finanziamenti pubblici che le rendono effettive".