Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Paola Francesca Scarano
Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Paola Francesca Scarano (Lega nord) sulle attività di commercio di vicinato e di somministrazione.
“Sinceramente non ho colto appieno la rivoluzione nel settore commercio prome...
Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Paola Francesca Scarano (Lega nord) sulle attività di commercio di vicinato e di somministrazione.
“Sinceramente non ho colto appieno la rivoluzione nel settore commercio promessa dall'assessore Lepore.
A sommi capi ha parlato di un tetto alle attività di somministrazione, di una analisi più approfondita da parte di Arpa sullo sforamento del rumore in molte zone del centro storico. Sappiamo bene che il problema dei rumori non è da imputare solo ai locali che, se rispettosi di regole, garantiscono un presidio necessario per il nostro territorio bensì siano una responsabilità di persone incivili ed irrispettose a cui nulla importa del quieto vivere e delle necessità dei residenti.
Va da sé che con i gestori dei locali va instaurato un confronto costruttivo per avere risultati condivisi a beneficio della collettività e delle attività commerciali stesse. Impariamo però dalla recente pedonalizzazione di piazza Aldrovandi, dove non sono numerosi i locali notturni, eppure i rumori, ora che la piazza è accessibile ai questi incivili, sono aumentati a dismisura a discapito della tranquillità e del sonno dei residenti. Il mio timore è che l'Amministrazione decida di colpire indiscriminatamente tutte le attività produttive, anche quelle che svolgono una funzione di presidio del territorio e sono in regola. È pretestuoso limitare il problema delle attività commerciali serali solo allo sforamento acustico. Occorre maggiore obbiettività verso una serie di problematiche che necessitano di un maggior lavoro con le altre Istituzioni del territorio preposte al controllo delle attività commerciali.
Troppe le licenze rilasciate senza controlli dall'Amministrazione, troppi i fondi erogati a pioggia dalla Regione fino a qualche anno fa verso attività gestite da stranieri che puntualmente tutte le volte che si effettua un controllo vengono sanzionate o chiuse per una sfilza di irregolarità (dalle insegne alle condizioni igienico sanitarie, al personale in nero, all'evasione agli orari spesso non rispettati specie per la vendita di alcool).
Se da un lato vogliamo controllare meglio lo sforamento acustico (la maggior parte si crea dalla gente in strada) dall'altro, se davvero si vuole riqualificare il settore, mettiamo in campo una reale difesa dei prodotti tipici e delle botteghe storiche.
Il pakistano che vende abusivamente in strada è molto silenzioso proprio per non farsi notare eppure nuoce gravemente al commercio sano della nostra città.
Le attività che ormai sono la maggioranza in Bolognina così come in San Vitale, gestite ai limiti della legalità, non intaccano gli sforamenti acustici eppure sono sede di irregolarità diffuse.
Perciò, siccome da un lato l'assessore Lepore parla quasi esclusivamente di rumore, di controlli Arpa e di eventuali successive ordinanze mentre le categorie invocano una riqualificazione e una difesa del commercio sano, di valore a discapito di quello illegale occorre qualche riflessione e conseguente azione parallela. La tutela del commercio di vicinato non ha nulla a che vedere con un maggior controllo dello sforamento acustico.
Sembra davvero che l'assessore non sappia cosa sia il libero commercio; dalle dichiarazioni che leggiamo in questi giorni, si apprende che l'assessore vuole limitare arbitrariamente le licenze di somministrazione di bevande alcoliche, sostenendo che siano troppe. Non si capisce su che base dica questo, se non si pensa ad un ritorno al socialismo.
La società attuale è regolata dal libero mercato, domanda e offerta; se le attività non chiudono evidentemente riescono a svolgere il loro lavoro in maniera produttiva o almeno tra mille sacrifici ci provano.
Non sarebbe nemmeno la prima volta in cui l'assessore chieda a liberi professionisti di rinunciare al proprio posto di lavoro dopo aver pagato con i propri sacrifici le concessioni e gli investimenti con il pretesto della riqualificazione che certamente va fatta ma non come anticipato dall'assessore, Piazzola docet.
Presenterò a seguire un ordine del giorno sul quale ritengo giusto seguire l'iter nella Commissione competente”.