Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Mirka Cocconcelli
Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sulle spese per consulenze negli enti pubblici. "In Emilia-Romagna la spesa sanitaria rappresenta circa l’83% dell'intera spesa corrente e la Regione Emili...
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Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sulle spese per consulenze negli enti pubblici.
"In Emilia-Romagna la spesa sanitaria rappresenta circa l’83% dell'intera spesa corrente e la Regione Emilia-Romagna spende non poco in consulenze esterne, avendo il 16,7% dell’ intera spesa nazionale.
Ma ritorniamo un attimo nel 2010, l’Emilia-Romagna erogò 231 milioni per incarichi e affini e tra le consulenze compariva anche allora quella fantasiosa ed, a mio avviso arbitraria, a tal Stefano Inglese come denunciai nell'intervento di inizio seduta del lontano 26/09/2011. Volete sapere la motivazione dell'assegnazione di quella consulenza?
Vi leggo la motivazione: per 'Attività di comunicazione e consulenza c/o servizio comunicazioni e relazioni con il cittadino' del valore di 277.299 euro per il biennio 2009-2011, conseguenza che poteva eseguire comodamente una persona dipendente della PA, per non parlare della consulenza a tal Barbara Zanchi, per un contratto quinquennale per 866.660,68 euro (quasi un milione di euro?! Tutti dati pubblici) per non meglio specificate: 'Prestazioni psicologiche nell’ambito della semi-residenza per minori psicotici'. Io mi domando se non fossero presenti, all’interno di tutta l’Asl, figure dipendenti in grado di fornire un servizio equivalente. Considerato che le consulenze a Stefano Inglese sono state replicate negli anni successivi ad esempio un contratto co.co.co. da 120.000 euro (da luglio 2016 a luglio 2018) ed un contratto c/o Istituto Ortopedici Rizzoli (dal gennaio 2016 - gennaio 2017) in cui ha percepito 77.000 euro.
Pertanto a mio avviso sarebbe auspicabile un ulteriore giro di vite sulle consulenze e si dovrebbero valorizzare le risorse interne ed il ricorso ad incarichi esterni dovrebbe essere giustificato solo in casi estremi ed in mancanza delle corrispettive figure all’interno delle strutture della PA ed eventualmente ricorrere allo strumento della mobilità interaziendale.
E’ regola generale che le P.A. debbano provvedere alle proprie esigenze mediante il personale interno e che, il conferimento di contratto di lavoro autonomo, occasionale o Co.co.co debba porsi come rimedio eccezionale e straordinario nel caso solo di prestazioni altamente qualificate e nel rispetto di tutti i requisiti di legittimità previsti dall’artic.7,comma 6,del Dlgs 165/2001.
Il presupposto dell’'alta professionalità' è richiesto sia per i rapporti di lavoro autonomo di tipo occasionale,che per quelli di collaborazione coordinata e continuativa.
Inoltre, è bene specificare che tra i presupposti di legittimità previsti dalla Corte dei Conti nella deliberazione n.6 del 15/02/05, è stato incluso anche quello della proporzionalità tra il compenso corrisposto al consulente e l’utilità conseguita dall’amministrazione, quindi mi sembra che le consulenze elargite a Stefano Inglese oltreché inopportune siano inappropriate, troppo costose e si potrebbero ravvisare gli estremi del danno erariale.
Sarebbe auspicabile che la Corte dei Conti facesse chiarezza e sanzioni in maniera esemplare gli amministratori scorretti che affidano consulenze esterne non necessarie, perché alla fine dei giochi a pagare è sempre il cittadino.
In conclusione cito Leopardi che oltre ad essere un poeta era un fine osservatore dei costumi del popolo italiano e nel suo breve ed interessante trattato, di filosofia politica, (scritto mi sembra nel 1824) dal titolo: 'Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli italiani', in cui ribadisce una sorta di morale laica.
Il Leopardi afferma che è compito delle classi dirigenti ricostruire su basi condivise il nuovo consorzio umano, sulla base di principi elementari, quali l’onore, il rispetto, l’utilità a non arrecare e a non ricevere danno.
L’ analisi del Leopardi è spietatamente lucida, l’Italia non è un paese dove si conversa pacatamente, ma si schernisce l’ interlocutore; un paese in cui non si gareggia per l’onore o da uomini d’ onore, ma ci si combatte all’ultimo sangue.
L’Italia è una terra dove non c’è convivenza civile, ma forzata; una società in cui ci si sbrana anziché collaborare al bene comune; un paese , dove lo scherno dell’avversario e la corruzione prevalgono su tutto.
In Italia prevale il familismo amorale, mancano quei legami che fanno di una collettività una 'società stretta e buona', cioè un popolo di fratelli dove sarebbe possibile una morale ed un'etica universalmente valide, fondate non sulla legge (perché è una base poco solida la paura delle pene minacciate da un codice), ma sul senso dell’onore e della morale che inducono a fare il bene per meritare il plauso e fuggire il male per non incorrere nel disonore: da qui l’attualità di questo discorso sui costumi degli italiani, cosi maledettamente moderno a due secoli di distanza da quando è stato scritto”.