Comunicati stampa

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Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Mirka Cocconcelli

Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sulle aggressioni al personale sanitario."Aggressioni ai sanitari: è ora di dire basta! Ennesima gravissima aggressione nei confronti dei sanitari in servi...

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Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sulle aggressioni al personale sanitario.

"Aggressioni ai sanitari: è ora di dire basta! Ennesima gravissima aggressione nei confronti dei sanitari in servizio, presso il Pronto Soccorso dell'ospedale Maggiore, colpevoli solo di svolgere con professionalità e correttezza il proprio lavoro, da parte dell'ennesimo tunisino esagitato. L'atteggiamento aggressivo del tunisino è solo l'ultimo episodio di violenza che testimonia una deriva ormai inaccettabile ed una violenza inaudita, fatta di aggressioni fisiche e verbali contro chi, quotidianamente, compie con abnegazione il proprio dovere.

La mia solidarietà al personale in servizio presso il Pronto Soccorso del Maggiore è doverosa e scontata, ma con la sola solidarietà non si risolvono i problemi e, quindi, denunzio con forza la inadeguata protezione nei confronti di medici e infermieri, rei solo di svolgere il proprio lavoro in prima linea, a fronte di carenze strutturali che la Regione continua a non colmare. Ribadisco che occorrono interventi urgenti per assicurare la giusta serenità e sicurezza a chi tutela la salute pubblica ed è indispensabile accendere i riflettori per far conoscere ai cittadini il disagio del personale sanitario rispetto alle carenze di sicurezza, di organico, strutturali e organizzative delle strutture sanitarie, come denunciato ad inizio gennaio 2017 dal Sindacato Medici Italiani.

Non è più accettabile che il personale sanitario sia considerato il parafulmine di violenti e delinquenti comuni, oltretutto considerato che a questo tunisino le spese sanitarie le forniamo gratuitamente noi residenti emiliani. Questo delinquente, perché di delinquente si tratta, non solo si è presentato con un codice bianco, segno di una patologia che poteva benissimo essere curata sul territorio, non solo ha interrotto un pubblico servizio, ma è stato denunciato per minacce e lesioni, ricettazione di carte di credito e possesso improprio di tessera sanitaria non sua, quindi ha anche mistificato i propri dati anagrafici.
Queste reiterate violenze nei confronti del personale sanitario non possono rimanere senza risposta da parte di coloro che hanno il dovere istituzionale di proteggere un lavoro svolto in condizioni che peggiorano giorno dopo giorno.

Da un sondaggio della FIMMG, riportato dalla Nazione il 22 maggio 2017, si evince che le aggressioni ai sanitari sono in aumento ed emerge una realtà inquietante: su 2.400 medici intervistati durante il servizio di guardia notturna, il 13% ha subito addirittura minacce a mano armata, il 90% è stato vittima di atti di violenza, il 64% ha ricevuto minacce verbali, il 22% percosse, l'11% atti vandalici.
Sarebbe opportuno che chi presiede la sanità locale, regionale e nazionale, “si scantasse” e agisse invece di offrire la solita sterile ed inutile solidarietà.

Cosa si dovrebbe fare? Quello che il personale chiede da anni:
implementare la video-sorveglianza interna e perimetrale nei nosocomi cittadini;
adottare pulsanti di chiamata di emergenza diretta alla sala Controllo Vigilanza e al posto di Polizia interno all'Ospedale, dislocati sia nelle guardiole dei Reparti che nei PS;
presenza di una Guardia Giurata h24 presso PS;
specifico piano formativo rivolto ai lavoratori in tema di sicurezza;
valutare interventi edilizi strutturali appositi nelle aree dell'emergenza, per mettere in sicurezza gli Operatori.
Ma al di là degli interventi operativi possibili, cosa possiamo fare? Non è un caso che la violenza si scateni nelle aree di urgenza/emergenza, sempre aperte, con personale sanitario presente h24, che scontano le criticità del territorio.
Verrebbe da dire, oltre al danno la beffa.
Quindi, per ripristinare un clima di fiducia e di rispetto tra operatori e pazienti, c'è bisogno dell'apporto di tutti: della politica, che sappia lanciare una vera riforma organizzativa del sistema, adeguandolo al nuovo quadro sociale ed epidemiologico; delle organizzazioni sanitarie, che debbono mostrare sensibilità nell'affrontare i problemi di tutti gli stakeholders del sistema; dei media, che non colpevolizzino, sempre e comunque, le strutture e gli operatori proprio nei momenti di massima crisi; degli operatori sanitari, che sappiano comunicare meglio con i pazienti; dei pazienti, che sappiano apprezzare il bene prezioso del nostro welfare e i suoi eccellenti operatori".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:38
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