Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Maria Caterina Manca
Si trasmette l'intervento d'inizio seduta della consigliera Maria Caterina Manca (Partito Democratico) su “Femminicidio: misure concrete, politiche di prevenzione ed interventi di rete mirati”.
“Il mio sarà un intervento d...
Si trasmette l'intervento d'inizio seduta della consigliera Maria Caterina Manca (Partito Democratico) su “Femminicidio: misure concrete, politiche di prevenzione ed interventi di rete mirati”.
“Il mio sarà un intervento di riflessione stimolato dalla notizia della condanna definitiva in Cassazione a 30 anni dell'autore di un femminicidio avvenuto proprio a bologna tra l 8 e il 9 giugno 2013. Si tratta della morte di una giovane donna, Silvia Caramazza, uccisa per mano del suo convivente che ne ha successivamente nascosto la salma nel freezer della abitazione dove i due vivevano.
Del caso vengono descritti i particolari crudeli tipici dei tanti femminicidi che continuano ad accompagnare le notizie di cronaca: nel caso, come in tanti altri, si sa che la ragazza voleva lasciare il compagno e che la stessa fu vittima di stalking.
lo studio dell'Eures, l'istituto di ricerche economiche e sociali che da anni dedica al fenomeno un osservatorio, racconta di una vera e propria strage: 1740 donne uccise: 1.251 (il 71,9%) in famiglia, 846 di queste (il 67,6%) all'interno della coppia; 224 (il 26,5%) per mano di un ex. I dati dell'osservatorio sono dettagliati per quanto riguarda la geografia dei delitti, il movente e le armi usate. tutti elementi sicuramente fondamendali per inquadrare un fenomeno che non si ferma.
C'è anche un dramma, di cui si parla poco, che è quello degli orfani, vittime dei femminicidi il cui numero negli ultimi 15 anni è salito fino a quota 1628 e su cui finalmente è al vaglio una proposta di legge: sull'argomento anticipo che sto preparando un odg.
Al di là dei dati epildemiologici la cronaca ci racconta di donne che erano ricorse a strutture di vario tipo per richieste di aiuto, di cure e/o di tutela ma si tratta di informazioni ex post che però devono servire per far si che in tali strutture vengano potenziati gli strumenti di sensibilizzazione e prevenzione attraverso la necessaria rete integrata.
La percezione che emerge da avvenimenti quali il raduno nei giorni scorsi a Bologna di oltre 1500 donne (c'erano anche degli uomini) e da tante testimonianze di comuni cittadine e cittadini e che occorre fare di più e forse in maniera diversa.
A Bologna e in tutta la nostra regione non siamo certamente all'anno zero, anzi, però dobbiamo avere chiaro che bisogna andare avanti, migliorare e correggere, se e dove occorre, perché sono i fatti a testimoniare la necessità che, soprattutto le istituzioni, facciano di più impegnandosi in prima persona in politiche di prevenzione mirate ad azioni concrete e integrate”.