Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Isabella Angiuli
Si trasmette l'intervento d'inizio seduta della consigliera Isabella Angiuli (Partito Democratico) sui nuovi investimenti sul territorio bolognese.“Bologna è il centro simbolico e geografico di un'area metropolitana dove vive oltre un mi...
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Si trasmette l'intervento d'inizio seduta della consigliera Isabella Angiuli (Partito Democratico) sui nuovi investimenti sul territorio bolognese.
“Bologna è il centro simbolico e geografico di un'area metropolitana dove vive oltre un milione di persone ed esercita la sua attrazione su un territorio regionale.
Un vero e proprio boom demografico quello che ha interessato la nostra città metropolitana che negli ultimi 20 anni conta 100.000 anime in più e che nel 2030 dovrebbe farci attestare sul 1.031.360 abitanti.
Una città capace di attrarre persone e capitali è una città in grado di ipotecare la futura evoluzione demografica e lo sviluppo economico della città metropolitana.
Sono molteplici i fattori che rendono Bologna una città attrattiva dal punto di vista economico e non intendo ricordarli in questa sede se non per sommi capi (la logistica, la buona amministrazione, la ricerca e l’innovazione tecnologica, il grado di internazionalizzazione, la sua università, le competenze tecniche disponibili). Un circolo virtuoso spesso alimentato dagli stessi imprenditori che, gestendo l’impresa secondo una organizzazione di capitalismo familiare continuano ad
iniettare fiducia nella crescita della propria impresa e a credere nel proprio territorio continuando ad investire qui.
Sul rilancio dell’industria bolognese e sulla crescita degli investimenti che si traducono in nuovi posti di lavoro non possiamo non rilevare quanto abbia pesato l’incidenza della riforma del job’s act. Una delle poche riforme strutturali degli ultimi 25 anni finita per ragioni politiche nel
mirino delle critiche ma che ha inciso su occupazione stabile e sicurezza di chi ha perso il posto.
Sul Jobs act solo critiche dal dibattito politico nazionale. In parte tatticismi in vista delle scadenze elettorali ma pure una sindrome autolesionista che non ci consente di cogliere i progressi lenti e graduali, svaluta il pragmatismo e alimenta la sfiducia dei cittadini.
Il mercato occupazionale italiano è fra i più segmentati in Ue e non certo per via del Jobs Act piuttosto per la sua incapacità di tutelare tutte le tipologie di lavoro indistintamente dal tipo di contratto che hanno.
Dall’estate 2014 alla fine del 2016 gli occupati sono comunque aumentati di circa 700 mila unità (Istat). Con le luci e le ombre che sempre accompagnano ogni riforma, il Jobs act ha segnato una svolta positiva.
In questo contesto si inserisce un enorme parallelepipedo bianco e lucido lungo 70 metri, largo 22 e alto 34 svetta nella campagna bolognese che si allunga verso il Po, lì dove una volta sorgeva l’enorme zuccherificio: è l’ avamposto del mega-stabilimento che nel giro di quattro anni sorgerà a San Pietro in Casale, un investimento da 50 milioni di euro con cui il gruppo Pizzoli - leader italiano nella lavorazione industriale di patate fresche e surgelate – triplicherà la produzione e
terrà fede all’impegno di fornitore esclusivo per McDonald’s di patate italiane di alta qualità.
Riqualificazione urbanistica, sviluppo industriale, economia circolare e tecnologie 4.0 trovano nei 180mila ettari di campagna emiliana un connubio esemplare.
Un esempio di capitalismo familiare attaccato al territorio con le unghie e con i denti e capace di trovare una propria e autonoma strada di rilancio e affermazione sui mercati globali. L’impresa investe guardando alla comunità di riferimento e la comunità di riferimento si identifica in questa
storia imprenditoriale.
Sento il dovere di sottolineare questa storia e di ringraziare pubblicamente l’Amministratore Delegato Pizzoli (pur non conoscendolo direttamente) perché a me questa storia sembra molto più bolognese di qualunque altra, perché nasce nella Bassa, dove un altro grande stabilimento
aveva sottratto quelle aree alla miseria negli anni ’50 portando sviluppo (parlo del grande zuccherificio) e la cui dismissione negli anni ’90 era stata vissuta come una menomazione, disorientando tutta la cittadinanza. Inoltre, in questo caso non parliamo di sigarette (non ho nulla sia ben chiaro nei Cfr del noto stabilimento in Valsamoggia) bensì di un prodotto agroalimentare tipico della nostra terra, la patata.
Oggi Pizzoli con il suo stabilimento che include una grande piattaforma logistica, un enorme freezer hi-tech (15 milioni di euro di investimento) dove saranno movimentate da robot e stoccate a -25 gradi centrigradi 5mila tonnellate di tubero lavorato. torna a rappresentare un sogno per
quelli che ci vivono.
Dal terrazzo dell’impianto-freezer si vede in lontananza l’immane lavoro fatto per demolire il vecchio zuccherificio: 20mila metri cubi di cemento sono accumulati attorno all’area pulita da edificare, pronti per essere riutilizzati nei cantieri in partenza entro l’anno. Qui sorgeranno oltre
40mila metri quadrati di capannoni industriali, tra la nuova piattaforma del fresco e la fabbrica di surgelati, ossia il più grande stabilimento produttivo di patate del Sud Europa, con una capacità produttiva triplicata di 100mila tonnellate di patatine surgelate (contro le attuali 35mila), in grado di lavorare, a regime, 350mila tonnellate di patate provenienti dai diversi bacini agricoli italiani.
Il gruppo Pizzoli è leader in Italia nel retail di patate surgelate sia in volume che in valore, con i brand Pizzoli e Patasnella, ed è primo anche nel mercato delle patate fresche ha chiuso il 2016 con un fatturato di 80 milioni di euro e 150 collaboratori.
Oggi le patatine surgelate Pizzoli escono dalla sede storica di Budrio, dove sono previsti altri 6 milioni di euro di investimenti e che diventerà (con l’apertura della fabbrica di San Pietro in Casale) un centro di ricerca sul futuro della patata.
Un futuro rigorosamente a base di patate, 'una delle colture estensive più sostenibili per consumi d’acqua e più generose per resa', ricorda Pizzoli.
Insomma, oggi vi ho parlato del più importante distretto della Patata, ma di questo non troverete alcun titolone sulle prime pagine dei giornali”.