Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Emily Clancy
Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica) sul Làbas alla ex caserma Masini.“Ieri. C’era una volta la Caserma Masini, sorta in una porzione di un ex convento di Carmelitane Scalze, pa...
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Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica) sul Làbas alla ex caserma Masini.
“Ieri. C’era una volta la Caserma Masini, sorta in una porzione di un ex convento di Carmelitane Scalze, passata al demanio e poi trasformata in caserma in seguito alla nascita del Regno d’Italia, intitolata ad un patriota italiano che combatté nella guerra d’indipendenza del 1948. A partire dall’armistizio dell’8 settembre 1943 e con la nascita della Repubblica Sociale Italiana diventò la sede della XXIII Brigata Nera 'Eugenio Facchini', un corpo paramilitare che aveva il compito di fronteggiare la resistenza e difendere le sedi fasciste dagli attacchi dei Gruppi di Azione Patriottica partigiani.
Nei mesi che trascorsero fra l’armistizio e la liberazione della città di Bologna, la Caserma Masini diventò un luogo di detenzione fascista e teatro di uccisioni e torture da parte della Guardia Nazionale Repubblicana ai danni di intellettuali dissidenti e partigiani attivi nella lotta di liberazione sul territorio bolognese.
La documentazione storica relativa a quegli eventi riporta episodi di tortura esercitati con l’ausilio di mazze chiodate, catene o cerchi di ferro applicati al capo allo scopo di strappare informazioni sull’attività partigiana.
Un luogo di violenza e di morte.
La mattina del 21 aprile dopo la ritirata dei tedeschi la Caserma Masini di via Orfeo venne liberata
dai partigiani Ermenegildo Bugni (nome di battaglia “Arno”) e Sergio Soglia (nome di battaglia
“Ciro”), i quali trovarono, oltre ad estese macchie di sangue, strumenti di tortura simili a quelli del
Medioevo.
Tra il 1950 e il 1961, la caserma tornò ad ospitare reparti dell’esercito, mentre nel febbraio 1961 vi
si insedia il Corpo Militare Speciale degli Atleti Bersaglieri e negli anni successivi la caserma diventa la sede della Compagnia Atleti del centro-nord Italia e ospita tutti coloro che dovevano fare il servizio militare pur svolgendo una professione sportiva. Tra loro anche Rivera, Zoff e Paolo Rossi, il pallavolista Lucchetta i ciclisti Bartali e Cipollini.
A partire dagli anni Novanta numerose aree militari furono abbandonate, tra loro dal Dicembre
1999 anche la Caserma Masini.
Dopo dodici di abbandono e disinteresse da parte del pubblico e degli investitori privati, con varie
aste andate deserte, un gruppo di attivisti decise di introdursi in quello spazio per riaprirlo alla città.
Nella notte tra il 12 e il 13 novembre 2012 la ex-Caserma Masini viene occupata con l’obiettivo di
renderlo uno spazio aperto a tutte e tutti di vera rigenerazione e condivisione urbana.
Già dai primi giorni vengono organizzate assemblee pubbliche e giornate di costruzione e riqualifica dei luoghi, partono subito i primi progetti: Orteo, l’orto urbano creato in collaborazione con i vicini del quartiere, e ancora la Biblioteca Autogestita all’interno.
Nel tempo gli attivisti e le attiviste hanno bonificato l’edificio dagli anni di abbandono e incuria, derattizzando e disinfestando gli spazi, pulendolo a fondo, installando - grazie a un crowdfunding a
cui partecipano i cittadini bolognesi - pannelli solari per utilizzare energie rinnovabili.
Oggi. Làbas è il mercato biologico a cura di Campi Aperti che ogni mercoledì offre frutta verdura,
formaggi, pane, vino, farine, miele, olio... Tutto a kilometro 0 e biologico. E tutti ingredienti che vengono utilizzati da LaBioPizza, pizzeria autogestita sociale.
Làbas è Làbimbi, un progetto ludico-educativo destinato ai più piccoli che vuole traslare in chiave
infantile tematiche e valori che, in quanto parte attiva del collettivo Làbas, le animatrici di Labimbi
sostengono apertamente: dall'educazione ambientale a quella alimentare, dalla tutela dei diritti
umani alla libertà di espressione. Il tutto a prezzi sociali, assicurandone l’accessibilità ad ogni
famiglia grazie all’autofinanziamento.
Làbas è Accoglienza Degna, un Dormitorio Sociale autogestito, per un numero totale attualmente
di 30 posti letto, uno spazio di convivenza per chi si trova senza casa, escluso dalle strutture di
accoglienza pubbliche in quanto limitate nell'era della crisi o perché il progetto di cui era beneficiario si è concluso.
Làbas è un protagonista nel dibattito culturale e politico della città, un luogo in cui si organizzano
presentazioni di libri, conferenze, workshop, concerti, eventi culturali dello spessore della Madama
Butterfly offerta gratuitamente agli astanti.
Làbas è un posto in cui gli anziani del quartiere finalmente ritrovano un luogo di socialità e di
scambio in cui sentirsi al sicuro: ricordo il racconto commovente di una signora anziana 'prima di
Làbas non uscivo più di casa, ora ho tanti amici di tutte le età'. Un luogo in cui i bambini del quartiere giocano e imparano ad essere cittadini di domani.
Nelle parole di chi lo frequenta: 'Un posto libero dove si assiste ad un piccolo grande esempio di società civile e responsabile. Uno dei pochi luoghi di scambio rimasti… Un posto dove puoi incontrare persone con storie, provenienze ed età differenti che però sono tutte accomunate da un'idea di comunità dove lo scambio, il rispetto reciproco, la condivisione sono centrali. Tutti dovrebbero provare la sensazione di libertà, condivisione e la serenità che si provano al Làbas'.
Ricordatevelo.
Perché questo è ciò di cui parlate grossolanamente e spesso con semplice ignoranza quando ne chiedete lo sgombero, questo è il luogo al posto del quale vi piacerebbe un hotel a cinque stelle,
questo è semplicemente ciò che non riconoscete come un’incredibile esperienza di mutualismo,
rigenerazione e socialità.
E allora ho un solo invito: mercoledì prossimo, passatelo a Làbas. Conoscetelo, prima di giudicarlo. Potreste sorprendervi.