Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Emily Clancy
Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica) sul Galaxy."Nel mio primo intervento in consiglio comunale, 16 mesi fa, chiesi proprio una moratoria sugli sgomberi. Oggi torno a farlo perché domani, ...
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Di seguito, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Emily Clancy (Coalizione civica) sul Galaxy.
"Nel mio primo intervento in consiglio comunale, 16 mesi fa, chiesi proprio una moratoria sugli sgomberi. Oggi torno a farlo perché domani, martedì 31 ottobre, tutte le famiglie che due anni fa avevano trovato una soluzione al loro problema abitativo in seguito allo sgombero dell'Ex Telecom dovranno lasciare gli appartamenti dell'ex residence di proprietà dell'Inail, il Galaxy.
L'esperienza del Galaxy coinvolge ad oggi 68 nuclei in condizione di grande fragilità economica, altri 20 sono usciti nel corso di questi due anni dopo aver raggiunto l'autonomia.Tuttavia sappiamo che sette di queste famiglie a poche ore dalla chiusura del residence non hanno ancora un posto dove andare.
Sin dal suo insediamento l'assessora alla Casa Virginia Gieri ha adottato una politica di zero tolleranza delle occupazioni, ritenendo che non potessero esser in alcun modo una risposta legittima alla domanda di case dei cittadini in difficoltà , dichiarando però che la soluzione, altresì legale, sarebbe arrivata dal Comune e che l'amministrazione pubblica ha il dovere di fornirla.
In particolare, sul caso Galaxy ha più volte dichiarato che tutte le famiglie ospitate al Galaxy avrebbero ricevuto un'adeguata proposta abitativa. Eppure le famiglie che sono intervenute nella seduta di consiglio di venerdì hanno denunciato proposte letteralmente irricevibili come pochi giorni all'ostello San Sisto o appartamenti Acer privi di qualunque arredo, che significa inabitabili da chi non ha risorse economiche per provvedere da solo ad arredarlo. Per alcuni di questi nuclei finalmente si è finalmente aperta la via della casa popolare, ma gli mancano fra cinque o sei mesi per potervi accedere, e nel frattempo? Potrebbero perdere i punti faticosamente guadagnati per arrivare a quella soluzione e vedersela sfumare davanti ancora una volta. Anche la consigliera Palumbo ha citato alcuni degli esempi più eclatanti oltre a questo, il padre che verrebbe separato dal figlio disabile di cui è genitore collocatario. Le famiglie inoltre mostravano le foto di alloggi senza riscaldamento o mobilio offerti a nuclei con neonati di pochi giorni, raccontavano di appartamenti molto piccoli offerti a due nuclei in condivisione, dieci persone in pochi metri quadrati.
C'era chi ci pregava di trovare una soluzione che gli permettesse di provvedere alla famiglia: un padre spiegava di guadagnare faticosamente 500 euro al mese lavorando nel bistrattato settore della logistica. Conosciamo bene la realtà del lavoro povero eppure non riesco, non vogliono abituarmi all'idea che a un lavoratore che fatichi così tanto non si riesca a trovare una soluzione abitativa.
Mi ha colpito anche uno scambio fra due bimbe: una diceva 'a una famiglia di zingari invece l'hanno già data la casa' e l'altra 'non li chiamare così, loro sono rumeni e lavorano come i nostri genitori"'. Se non si trova una soluzione per tutti i nuclei abitativi è facile che si scateni una guerra tra poveri. Alcune famiglie ci dicono che non è stata assegnata loro la residenza all'interno del Galaxy e quindi hanno perso la continuità residenziale all'interno della regione Emilia Romagna che serve per legge per accedere alla casa popolare. La dichiarazione universale dei diritti umani invece parla chiaro, all'Articolo 25 dice che
'Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari;
E allora oggi, come Coalizione Civica, avanziamo la proposta di una moratoria sullo sgombero del Galaxy firmata anche dai consiglieri dei gruppi Città Comune con Amelia e Movimento Cinque Stelle, che ringrazio. Ve lo chiedo accoratamente: evitiamo un altro sgombero in questo mandato, uno sgombero che coinvolgerebbe famiglie e minori. Mettiamoci per un secondo nei panni di quei bambini: vi rendete conto di quale evento traumatico possa essere svegliarsi e perdere la casa in quel modo, vivere la contrapposizione tra i propri genitori e le forze dell'ordine? Di cosa possa significare per questi piccoli futuri cittadini di Bologna sentirsi abbandonati dalle istituzioni? La questione abitativa dovrebbe essere un'assoluta priorità per l'agenda di questa amministrazione. Invece oggi un settore come il welfare, cosa centrale in questo periodo storico, non ha una guida politica, né esiste una strategia che consenta di dare risposte strutturali a problemi che, come abbiamo ripetuto più volte, sono tutt'altro che emergenziali. Una situazione così delicata per decine di famiglie senza casa, quelle del Galaxy, è del tutto demandata a un soggetto tecnico, l'Azienda Servizi alla Persona.
Per questo chiediamo anche al sindaco e alla giunta di riattivare tutti i tavoli in piano di contrasto al problema abitativo strutturato e slegato da pure logiche emergenziali, anche attraverso l'attivazione di un tavolo di raccordo permanente tra tutti i soggetti coinvolti.
Casa, reddito, dignità dicevano in coro le famiglie. Come dargli torto".