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Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Federico Martelloni


Di seguito l'intervento d'inizio seduta del consigliere Federico Martelloni (Coalizione civica) in ricordo di Paolo Villaggio.
“Questa mattina è morto a Roma Paolo Villaggio, uno dei più popolari e apprezzati attori e comici it...

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Di seguito l'intervento d'inizio seduta del consigliere Federico Martelloni (Coalizione civica) in ricordo di Paolo Villaggio.

“Questa mattina è morto a Roma Paolo Villaggio, uno dei più popolari e apprezzati attori e comici italiani. Nato a Genova il 30 dicembre 1932, Villaggio aveva 84 anni ed era ricoverato in ospedale ormai da qualche giorno. Ha recitato a teatro e in decine di film – non solo quelli in cui ha interpretato Ugo Fantozzi e non solo film comici – ma è stato anche sceneggiatore, scrittore e autore di alcune canzoni: aveva scritto – come noto - testi per Fabrizio De André cui lo legava una lunga e intensa amicizia che aveva avuto nelle strade di Gevona la sua scenografia principale. Aveva recitato per Federico Fellini ne La voce della luna, il poetico, straordinario testamento di Fellini, girato nel 90, tre anni prima della sua scomparsa Il regista aveva visto, sin da bambino, la campagna della Romagna (quella riminese, in particolare), come uno scenario favoloso e un po' magico. Il il desiderio di fare un film sui suoi ricordi infantili era nato da frammenti della memoria attorno a un mondo sospeso tra il panismo e la magia. Nasceva così, all’incrocio tra memoria e letture - Poema dei lunatici di Ermanno Covazzoni (co-sceneggiatore con Fellini e Guerra) - La voce della luna, “elogio della follia umana e satira della volgarità dell'odierna civiltà berlusconiana”. Il film è inventato, giorno per giorno, grazie all'intesa del regista con Benigni e Villaggio, due attori che rappresentano al meglio il comico anche nel suo aspetto di randagio e girovago. In effetti, i due attori non hanno mai avuto le battute del film. Fellini dirà 'Ho fatto un bel viaggio sottobraccio ad Arlecchino e Brighella, o forse meglio a Lucignolo e Pinocchio'. Accanto a Ivo Salvini (Roberto Benigni) che girovaga di notte per le campagne attratto da strane voci che lo chiamano dai pozzi, c’è il paranoico ex prefetto Gonnella: Paolo Villaggio, appunto, premiato, in quest’occasione, con il David per il miglior attore protagonista. Questi pensa di essere perseguitato dai suoi coetanei per infettarlo con i loro aliti puzzolenti e fargli contrarre 'l'orrenda malattia della vecchiezza'. Pensando di essere circondato da spie e che tutto intorno a lui sia falso trova un alleato in Ivo perché lo sente subito come uno spirito affine.

Ma Paolo Villaggio era famoso soprattutto per un alto personaggio paranoico, Ugo Fantozzi, il goffo malcapitato ragioniere dalla vita mediocre al quale capita ogni genere di disgrazia e umiliazione, da lui creato prima per articoli e libri satirici e poi diventato il protagonista di una serie di dieci film e il simbolo una comicità critica, sottile, grottesca. Il primo film, Fantozzi, uscì nel 1975. Un anno dopo uscì Il secondo tragico Fantozzi, anche questo diretto da Luciano Salce. I due film di Salce sono considerati i migliori e per l’epoca anche i più completi e innovativi: il personaggio del ragionier Fantozzi era particolarmente attuale – un uomo medio continuamente vessato dalla vita, dalla società e dai colleghi, consapevole dell’essere continuamente sopraffatto, i cui tentativi di riscatto falliscono inesorabilmente – e Villaggio utilizzò registri molto diversi, giocando sia con la lingua (le storpiature del cognome di Fantozzi e delle coniugazioni verbali) che con il corpo, e usando una serie di frasi ed espressioni destinate a entrare nella cultura popolare italiana (anche se molte sono impronunciabili in consiglio comunale). 'Con Fantozzi ho cercato di raccontare l'avventura di chi vive in quella sezione della vita attraverso la quale tutti (tranne i figli dei potentissimi) passano o sono passati: il momento in cui si è sotto padrone. Molti ne vengono fuori con onore, molti ci sono passati a vent'anni, altri a trenta, molti ci rimangono per sempre e sono la maggior parte. Fantozzi è uno di questi'.

Grazie, dunque, a Paolo Villaggio per la sua storia di un impiegato ragioniere, per le risate amare attorno alle nostre miserie, per la critica serrata alla fantozziana Italietta di cui ha voluto che ridessimo perché potessimo capire e cambiare

Non ho titolo, né autorità né autorevolezza sufficiente a chiederlo, ma lasciatemi sperare di poter rivedere un giorno o l’altro in piazza maggiore i primi due film del 75 e 76, in modo che, dopo la corazzata Potemkin, si possano tributare 92 minuti di applausi ad un grande maestro del cinema italiano”.

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:38
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