Comunicati stampa

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Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Federico Martelloni

Di seguito, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Federico Martelloni (Coalizione civica) sull'educazione alle differenze."Colleghe e colleghi, dopo la conferenza stampa congiunta di Forza Italia e del Comitato Difendiamo i nostri figli-Family...

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Di seguito, l'intervento d'inizio seduta del consigliere Federico Martelloni (Coalizione civica) sull'educazione alle differenze.

"Colleghe e colleghi, dopo la conferenza stampa congiunta di Forza Italia e del Comitato Difendiamo i nostri figli-Family Day, ho visto il servizio di TV-7 in cui cinque maschi, adulti, bianchi – tra i quali si distingueva per eloquio Galeazzo Bignami di FI e David Botti del Comitato Difendiamo i nostri figli – vaneggiando di ideologia gender, parlavano dell’educazione dei nostri figli. Confesso che un brivido gelido mi è corso lungo la schiena.
Per questo, vorrei aggiungere alle osservazioni formulate dalla mia compagna Emily Clancy – che già ha stigmatizzato questa pratica ignobile della “schedatura” delle scuole che ospitano progetti di educazione alle differenze, al genere, all’affettività – soltanto un paio di osservazioni, armandomi di pazienza.

Prima osservazione: nessuno dei progetti accusati di contrabbandare 'l’ideologia del gender' – come la chiama Galeazzo Bignami, in compagnia di novelle sentinelle in piedi, sedute in sala stampa per l’occasione – postula l’inesistenza di differenze di tipo biologico tra i sessi. Semplicemente, come insegnano i più elementari fondamenti dell’antropologia, le differenze biologiche non implicano effetti naturali e necessari sul comportamento, la cultura, i ruoli delle persone.
Al contrario, la funzione – sacrosanta e strategica – dei progetti educativi contro i quali si scagliano Forza Italia e il Comitato è quella di decostruire gli stereotipi di genere, lavorando innanzitutto sul maschile. Un esempio? Ne faccio uno aspro, per rimanere sulla cupa attualità di questi giorni: avrete ascoltato, dopo svariati episodi di violenza sulle donne, i femminicidi, gli stupri dei quali di è avuta notizia in questi ultimi giorni, le dichiarazioni di opinionisti e politici che sostengono che l’appetito (etero)sessuale incontenibile è un istinto naturale del maschio e che le ragazze devono stare attente morigerate per non stuzzicarlo. Vestite a modo. Sobrie.

Ebbene, è proprio questo che gli studi di genere e l’educazione alle differenze mettono in questione: il maschio naturale. Perché, anche se nasci maschio, non sei costretto dalla natura a desiderare più degli altri, ad imporre il tuo desiderio agli altri, ad essere preda delle tue pulsioni e fare altri, o altre, preda di te. È più chiaro, adesso?

Ebbene, esattamente un anno fa, e precisamente il 24-25 settembre 2016 si tenne a Bologna la terza edizione di Educare alle differenze, due giorni di formazione, condivisione di buone pratiche e elaborazione di strategie educative e culturali per la promozione della cultura dei diritti e delle differenze (che raccoglie ad oggi 250 co-promotori tra associazioni, gruppi di ricerca, enti locali e istituzioni educative). L’iniziativa era rivolta a insegnanti di ogni ordine e grado, educatori/educatrici del privato sociale, volontari di associazioni culturali e di promozione sociale, genitori, funzionari di enti locali e chiunque – per ragioni professionali o personali – sia interessato allo scambio di buone pratiche e la condivisione di metodologie e strumenti didattici incentrati sulla valorizzazione delle differenze, l’inclusione e il contrasto agli stereotipi e alle discriminazioni. Eccole ed eccoli: ci sono innanzitutto loro sul banco degli imputati. Del resto, come ci spiegò nel corso dell’udienza conoscitiva richiesta da Coalizione civica la dottoressa Giulia Selmi del Progetto Alice – una delle realtà organizzatrici di Educare alle differenze – quel lavoro era nato in risposta a pratiche diffamatorie e a campagne 'anti gender' che hanno identificato un ambito di intervento educativo come bersaglio da colpire. Ciò con tre preoccupanti caratterizzazioni: a) l’esigenza di riportare ad una presunta “naturalità” i rapporti tra i sessi, in base ad un biologismo di stampo medievale, che ripropone stereotipi legali alla divisione del lavoro tra i sessi, di ruoli nella società ecc…; b) un’aperta ostilità a forme di relazione familiare non eterosessuale; c) un’idea di una scuola didattica che non deve occuparsi degli aspetti legati alla costruzione dell’identità di genere e alla decostruzione dei relativi stereotipi. Non si è, peraltro, trattato soltanto di una narrazione bensì di un vero e proprio sabotaggio dei progetti di contrasto al bullismo, alla violenza ecc., privando i bambini e le bambine del diritto ad una proposta educativa che li accompagnasse nella crescita, in una cornice di rispetto reciproco. A fronte di questa retrocessione,
Educare alle differenze rappresentò un tentativo – assolutamente riuscito – di provare a dar forza ad un contro-discorso, presentando la scuola come un luogo di contrasto alla discriminazione: il primo dei luoghi in cui si lotta contro il bullismo, la violenza e le discriminazioni. Ciò, anche al fine di costruire una rete con gli enti locali, per provare a ragionare sullo sviluppo e l’implementazione di politiche innovative, sistematiche e efficaci.

Siamo ora alla vigilia della 4° edizione di Educare alle differenze, che si terrà a Roma il 24 e 25 settembre. L’edizione di quest’anno sarà dedicata al rapporto tra scuola e famiglie. “Posto sotto i riflettori da una luce distorta – quella della vulgata oscurantista anti-gender – oppure svuotato di spazi reali di confronto e condivisione, il rapporto tra queste due agenzie educative vive da molto tempo una stagione di difficoltà. Il progressivo processo di de-legittimazione del corpo docente si sente anche nel rapporto con le famiglie che spesso non riconoscono l’autonomia e l’autorevolezza degli e delle insegnanti, percepiscono una sensazione di esclusione e rivendicano intromissioni sempre più forti
specie per quanto attiene alle tematiche legate all’identità di genere, alle emozioni, alla sessualità.
Dalla ricostruzione di questo rapporto, oggi destituito di senso anche negli organi collegiali sempre più svuotati, può aprirsi una nuova stagione di rinascita della scuola, della sua democraticità e della sua potenzialità trasformativa.

Occorre partire dalla costruzione sia di strumenti concreti sia di un discorso pubblico che superi la sfiducia attraverso un coinvolgimento fondato prima di tutto sul rispetto delle competenze e dei differenti ruoli educativi di tutti i soggetti”. Tale impianto è già stato condiviso da molti tra i consiglieri e le consigliere di minoranza e maggioranza. Serve, tuttavia, un passo in più: una presa di posizione che mostri la siderale distanza delle istituzioni cittadine dalle pratiche di schedatura messe in campo da alcuni esponenti della destra cittadina e, al contempo, il sostegno dell’amministrazione alle pratiche di educazione alle differenze, al genere, all’affettività. Con questo spirito presentiamo un ordine del giorno che chiede al Sindaco e alla giunta di proseguire l'impegno per il contrasto ad ogni tipo di violenza, discriminazione e bullismo; assicurare il sostegno dell'Amministrazione ad insegnanti, educatori ed educatrici, impegnati su questi temi; fare propria l'adesione all'appello promosso dal network di Educare alle Differenze e di darne notizia nei modi e nelle forme più adeguati".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:38
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