Consiglio comunale, l'intervento d'inizio di seduta del consigliere Andrea Colombo
Si trasmette l'intervento d'inizio seduta del consigliere Andrea Colombo (Partito Democratico) sui parcheggi in città.
“Si è parlato molto, negli scorsi giorni in città, di parcheggi. A partire da un caso emblematico, si...
Si trasmette l'intervento d'inizio seduta del consigliere Andrea Colombo (Partito Democratico) sui parcheggi in città.
“Si è parlato molto, negli scorsi giorni in città, di parcheggi. A partire da un caso emblematico, simbolico: la decisione dell'Istituto Comprensivo n. 6 di adibire il cortile delle scuole elementari Zamboni e medie Guido Reni, da sempre spazio di gioco e attività all'aperto per i bambini e ragazzi che frequentano il plesso, a parcheggio riservato alle auto di insegnanti e dipendenti della scuola.
I genitori, in una petizione rivolta anche al Comune e al Quartiere, si sono chiesti: 'Per realizzare 6 posti auto si è dunque tolto a 224 bambini il cortile scolastico, in cui godere di un’ora d’aria durante il tempo scuola. E questo in una zona, come via San Vitale, servitissima da mezzi pubblici, raggiungibile a piedi, in bicicletta, in motorino, e dove esistono parcheggi pubblici per chi ha necessità di usare la macchina (a porta San Vitale, in via Zaccherini Alvisi). Ebbene, valgono di più il gioco, il benessere, il momento di riposo e di svago di 224 bambini, oppure 6 posti auto in più?'. È una domanda che interroga tutti noi e che ho portato in quest'Aula di Consiglio perché non può restare senza risposta. Il senso della petizione dei genitori è molto chiaro e mi associo: vale di più un presunto diritto al parcheggio fino al punto di togliere il diritto al gioco ai nostri bambini, ma dove siamo arrivati in questa città? Sono d'accordo con i genitori, e mi auguro che ci sia un ripensamento da parte della scuola e che quello spazio venga restituito ai più piccoli soprattutto ora con la bella stagione ormai alle porte.
Spero sia anche l'occasione per capire quali sono le ragioni, senz'altro eccezionali, per cui ad alcuni dipendenti è stato concesso dalla scuola di andare al lavoro con la propria macchina in centro, quando mi risulta che dallo scorso mandato nemmeno il Sindaco ha il pass per entrare in Ztl con la sua auto privata e visto che i disabili hanno già il pass handicap, mentre qui stiamo parlando di pass 'PA - posto auto'. Lo vorremmo capire anche per rispetto verso quelle migliaia di lavoratori anche pendolari che ogni giorno dalla città e dalla area metropolitana vanno normalmente al lavoro nel centro di Bologna senza godere di questa possibilità.
Ma questa vicenda specifica fa riflettere anche su un'altra notizia di attualità, i '600 posti auto persi' in città. In quattro anni, dunque, ci sarebbe stata una diminuzione di circa 600 stalli di sosta su strada a causa di provvedimenti di mobilità decisi nello scorso mandato. A guardare bene, una parte significativa sarebbe in realtà dovuta alle nuove isole ecologiche dei rifiuti, che ovviamente nulla c’entrano con pedonalizzazioni e piste ciclabili.
Ma il punto è comunque un altro. Stiamo parlando di 600 posti auto in meno: bene, vedremo a cosa sono dovuti esattamente e realmente. Ma sul tema dei parcheggi vogliamo dirla tutta la verità giustamente invocata? Vogliamo raccontare anche che a Bologna esistono 35.000 stalli auto regolamentati su strada, almeno altrettanti posti disponibili nelle vie dei quartieri dove il piano sosta non c'è, 17.000 posti in parcheggi pubblici? Vogliamo ricordare anche che la maggior parte dei parcheggi interrati è sottoutilizzato al 30% della capienza potenziale? E vogliamo rivelare anche che negli ultimi dieci anni a Bologna sono stati costruiti o ampliati parcheggi pubblici per circa 6.000 posti auto in più, sei volte tanto quelli persi, per andare incontro alle esigenze di abitanti, negozianti, lavoratori, sia in centro che in periferia?
E il punto vero è un altro ancora, se parliamo non solo di quantità ma anche di qualità. Ebbene, se quei 600 posti auto in meno, da parcheggi sono diventati – esattamente come il Crescentone di piazza Maggiore cinquant’anni fa – luoghi pubblici dove finalmente adesso gli abitanti possono incontrarsi, gli anziani sedersi, i bambini giocare, i turisti passeggiare in pace, i commercianti e gli artigiani offrire servizi, i disabili muoversi in sicurezza, i mezzi pubblici andare più veloce, allora mi chiedo se siano davvero spazi 'persi', come sono stati definiti, o magari invece 'guadagnati', perché restituiti alla vita quotidiana di migliaia di persone.
Mi domando dunque infine: nella qualità di vita di una comunità contano di più, sempre e comunque, le corsie di traffico e i parcheggi, o abbiamo il coraggio di dire che esiste anche un diritto dei cittadini a godere di strade e piazze della città di nuovo per come erano nate, cioè come luoghi di incontro, passeggio, gioco, cultura, commercio, bellezza, respiro?
Altrimenti è come la storia del cortile delle scuole Zamboni, che in nome della facilità e comodità di parcheggio di pochi (in quel caso 6 auto) si sacrifica qualunque altro uso possibile dello spazio pubblico da parte di molti (224 bimbi)”.