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Consiglio comunale, intervento d'inizio seduta della consigliera Elena Leti

Di seguito l'intervento della consigliera Elena Leti (Partito democratico)“Quando parliamo di Urbanistica, è opinione diffusa pensare che si stanno trattando argomenti rivolti esclusivamente agli addetti ai lavori che quotidianamente ope...

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Di seguito l'intervento della consigliera Elena Leti (Partito democratico)

“Quando parliamo di Urbanistica, è opinione diffusa pensare che si stanno trattando argomenti rivolti esclusivamente agli addetti ai lavori che quotidianamente operano nel settore. Ma l’urbanistica invece - materia che descrive i fenomeni di trasformazione della città e combina il sistema ambientale, il sistema insediativo e il sistema produttivo del territorio - ha precise responsabilità.
Attraverso le nostre scelte, che si traducono in progetti, decidiamo rispetto alla distribuzione fisica delle persone e delle informazioni, permettiamo l’accessibilità ai luoghi, regoliamo l’uso delle risorse dei mezzi di produzione e dei prodotti, modifichiamo il nostro rapporto con lo spazio e con gli altri. Banalmente un muro può proteggere dalle intemperie, racchiudere un giardino o delimitare un area da destinare all’incontro e all’aggregazione, ma può anche servire per separare gli appestati dal resto della città o recingere un ghetto, fino a dividere due paesi.

E così gli importanti e tanti progetti già da tempo pensati da questo Comune, come Fico, il recupero della caserma Sani (con il bando pubblico appena partito), il “cinema Modernissimo” recupero dell’immobile ex cinema Arcobaleno, il complesso immobiliare ex Manifattura dell’architetto Pier Luigi Nervi che diverrà il nuovo Tecnopolo, la realizzazione e rigenerazione Urbana dello Stadio Dall’Ara, oppure recenti progetti infrastrutturali come il Passante di Mezzo, e tanti altri dovrebbero trovare presto una realizzazione. Grandi e piccole opere che hanno come obbiettivo non solo la messa in valore del patrimonio architettonico, inteso semplicemente come testimonianza storica del passato più o meno recente, ma anche come risorsa turistica, culturale e produttiva, da sfruttare come elemento costitutivo dell’identità collettiva, come elemento importante della qualità della vita.
Tra questi progetti, vorrei ricordare ed esprimere soddisfazione per il risultato positivo ottenuto di recente dalla città Metropolitana di Bologna con il “Bando per la riqualificazione e la sicurezza delle periferie”. La presentazione di un unico progetto che ha visto superare la logica dei confini amministrativi, concorrendo verso un'unica visione complessiva, e che ha permesso di ottenere 58 ml di euro, dei quali 18 destinati per le periferie della città di Bologna e 40 ml per i comuni della città metropolitana.

Come in molte città europee ed oltre Oceano, le proposte progettuali presentate con il Bando, mirano ad una concezione dello spazio costruito in grado di contrastare la marginalità, la criminalità ed il disordine urbano. Terminata la fase dell’espansione, la città ha imboccato la strada della crescita attraverso la trasformazione dell’esistente. Valorizzazione delle diversità, recupero delle testimonianze del passato, ricerca della qualità urbana, il legame del bello con la funzionalità. La progettazione dello spazio infatti, è in misura crescente, riconosciuta come uno strumento importante per rispondere alla forte domanda di sicurezza, rientrando appieno all’interno delle nuove strategie di sicurezza urbana. Investire sulle periferie della città, i luoghi dove maggiormente si manifestano i conflitti e le differenze, e dove spesso si sono ridotti gli spazi della democrazia, significa investire sugli aspetti sociali e culturali di un luogo e delle persone, e sul ruolo della dimensione pubblica del contesto urbano. La progettazione dello spazio infatti, è in misura crescente, riconosciuta come uno strumento importante per rispondere alla forte domanda di sicurezza, rientrando appieno all’interno delle nuove strategie di sicurezza urbana. Investire sulle periferie della città, i luoghi dove maggiormente si manifestano i conflitti e le differenze, e dove spesso si sono ridotti gli spazi della democrazia, significa investire sugli aspetti sociali e culturali di un luogo e delle persone, e sul ruolo della dimensione pubblica del contesto urbano.
In questi giorni si parla spesso di CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione), il dibattito si concentra se riaprirli o no, come, grandi o piccoli... sicuramente un tema delicato e complesso che ci impone un grande senso di responsabilità, ma non vorrei che si sottovalutasse tutto quello che rimane fuori dai CIE e dai centri di accoglienza. La necessità di creare luoghi di aggregazione sicuri vivibili, dove costruire una vera integrazione, dove la progettazione urbana può dare un ottimo contributo. Nel precedente mandato si è parlato spesso di “nuove centralità” ubicate nella prima e seconda periferia cittadina, nelle linee programmatiche 2016-2021 si parla di rigenerare la nostra dimensione sociale ed urbanistica attraverso il recupero sul patrimonio edilizio esistente, questo bando che a Bologna, investe su due importanti aree periferiche, area Pilastro (Quartiere San Donato/San Vitale) e area Arcoveggio (Quartiere Navile) rappresentano una prima importante risposta al degrado edilizio, alla marginalità economica e sociale, alla carenza di servizi e al miglioramento della qualità urbana.
L’importanza di questi progetti non risiede solo nel recupero dei singoli immobili, seppur prestigiosi e utili, o nel completamento della viabilità ciclopedonale e dell’illuminazione, ma nella rigenerazione complessiva del comparto, che vede una piena integrazione tra la promozione di politiche per la riqualificazione urbana, per il lavoro, quelle per l’inclusione sociale e per la mobilità sostenibile".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:36
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