Comunicati stampa

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30° anniversario del programma Erasmus, l'intervento della Prorettrice per le Relazioni Internazionali dell'Università, Alessandra Scagliarini, alla sessione europea del Consiglio comunale

Di seguito l'intervento della Prorettrice per le Relazioni Internazionali dell'Università di Bologna, Alessandra Scagliarini, alla sessione europea del Consiglio comunale dedicata 30° anniversario del programma Erasmus."Dopo 60 anni dall'i...

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Di seguito l'intervento della Prorettrice per le Relazioni Internazionali dell'Università di Bologna, Alessandra Scagliarini, alla sessione europea del Consiglio comunale dedicata 30° anniversario del programma Erasmus.

"Dopo 60 anni dall'inizio dei processi di integrazione Europea, l'educazione, in particolare  l'educazione superiore, è ancora di esclusiva competenza degli Stati Membri. D'altra parte educazione è stata sempre nell'agenda dei policy makers che sono stati attivi nel definire il futuro dell'Unione Europea.

Il programma Erasmus che deve il nome ad un acronimo che significa European Region Action Scheme for the Mobility of University Students, richiama  il nome di Erasmo da Rotterdam che fu uno studente Erasmus ante litteram a Bologna.

L'Erasmus compie 30 anni, ma trae le sue basi dieci anni prima quando nel 1976, l'Action Plan mise in campo una serie di attività svolte a livello Europeo, come ad esempio,  la creazione di un database nel quale erano raccolte informazioni sui sistemi educativi nazionali ed una serie di azioni inter-istituzionali finalizzate a facilitare l'integrazione dei sistemi educativi e l'armonizzazione dei programmi.

Dal 1987, il programma Erasmus ha consentito a quasi 4000.000 di studenti, iscritti alle Università Europee, di svolgere un periodo di studio presso Atenei di tutta Europa contribuendo a creare quella che viene oggi definita 'Generazione Erasmus' contribuendo a creare, attraverso l'educazione superiore, una coscienza europea.

Lo stesso  Schuman vedeva l'Europa come una comunità basata sulla cultura e la democrazia ed in questo senso il programma ERASMUS ha contribuito largamente al processo di integrazione attraverso la mobilità di studenti , docenti e personale tecnico amministrativo.

Nel tempo la strategia di Lisbona e il processo di Bologna hanno posto le basi per il nuovo programma Erasmus+ che è partito nel 2014 che ha ampliato la propria azione affiancando le azioni sull'educazione superiore con quelle sulla scuola e l'educazione continua. Perchè l'educazione è un processo che comincia dalla scuola dell'infanzia, passando dall'università per arrivare ad azioni capaci di adeguare i saperi anche di chi è già nel mondo del lavoro,  al mondo che cambia.

Dal punto di vista dell'università il programma Erasmus rappresenta una straordinaria occasione per chi ha potuto beneficiarne per svolgere periodi di studio e tirocinio in Europa, ma anche una opportunità di "internazionalizzazione a casa" per chi non ha avuto l'opportunità di  muoversi.

La sola presenza di studenti internazionali nelle classi porta con sè un enorme valore aggiunto ed un'occasione di crescita personale per tutti.

In una prospettiva di cittadinanza globale, la mobilità svolge quindi un ruolo chiave per promuovere l'inteculturalità e imparare a valorizzare la diversità.

La presenza di ospiti stranieri: studenti, docenti, personale tecnico-amministrativo rappresenta un arricchimento anche per la comunità locale.

È importante che la città sia sempre più partecipe  e sinergica per amplificare l'impatto delle iniziative che l'Ateneo sta mettendo in campo per rendere l'esperienza a Bologna di studenti ed ospiti internazionali indimenticabile.

La firma della dichiarazione di Poitier è stato un momento molto importante per sancire la volontà di una collaborazione fattiva tra la città e l'Ateneo sull'accoglienza di studenti ed ospiti internazionali.

Diverse azioni sono già state messe in campo come il tavolo tecnico per la semplificazione delle procedure di accoglienza per gli studenti extraeuropei e il Welcome day per gli studenti  internazionali che quest'anno, per la prima volta, mostrerà a tutta la comunità la ricchezza culturale e la straordinaria opportunità offerta a tutta la comunità dalla loro presenza. L'Ateneo ha inoltre collaborato fattivamente con Comune e associazioni al progetto UNIBO4refugees.

C'è ancora da fare, mi riferisco in particolare alla messa in campo di azioni e politiche che migliorino ulteriormente l'esperienza in città ed in paricolar modo a politiche abitative a favore di studenti e ospiti stranieri che saranno poi ambasciatori di Bologna nel mondo".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:38
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