Comunicati stampa

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30° anniversario del programma Erasmus, l'intervento della Presidente Luisa Guidone alla sessione europea del Consiglio comunale

La Presidente del Consiglio comunale di Bologna, Luisa Guidone, ha aperto oggi la sessione europea del Consiglio comunale in occasione del 30° anniversario del programma Erasmus. Di seguito l'intervento integrale."Signor Sindaco, colleghi consigl...

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La Presidente del Consiglio comunale di Bologna, Luisa Guidone, ha aperto oggi la sessione europea del Consiglio comunale in occasione del 30° anniversario del programma Erasmus. Di seguito l'intervento integrale.

"Signor Sindaco, colleghi consiglieri, colleghi della Giunta, autorità civili e militari, cittadini, gentili ospiti, cari studenti, care studentesse,  la sessione europea del Consiglio comunale si riunisce nel 2017 dedicando la seduta di oggi al 30° Anniversario del Programma Erasmus.

Prima di addentrarmi nell'introduzione ai lavori odierni voglio velocemente richiamare l'attenzione di tutti al calendario: domani 11 luglio 2017 sarà trascorso esattamente un anno dall'insediamento di questo Consiglio comunale, un primo anno in cui io e il Vice Presidente abbiamo voluto affrontare istituzionalmente un calendario di attività molto intenso che ha portato la città in quest'aula affrontando anche tematiche nuove e complesse come quella dei fenomeni migratori e avviando una serie di iniziative che hanno portato il Consiglio ad uscire da quest'aula come è avvenuto dedicando un'intera settimana esterna all'8 marzo.
Per questo voglio ringraziare il Consiglio tutto, il Sindaco la Giunta ed in particolare i capigruppo che hanno condiviso e sostenuto questo percorso istituzionale.

Dunque oggi si riunisce la sessione europea, a coronamento di questo primo anno, secondo uno schema un po' insolito, finalizzato a parlare di Europa in modo diverso, più prossimo a noi ed esemplificativo di quanto siano importanti alcuni passi apparentemente molto piccoli eppure, alla prova dei fatti, dimostratisi così forti e dirompenti. Sono quindi onorata di presiedere questa seduta alla quale partecipa il Magnifico Rettore e alla presenza di tutti voi.
Il tema della seduta odierna ci consente di affrontare in modo completo e compiuto una serie di aspetti che, parlando di Europa, di Università, di città e di cultura si intersecano imprescindibilmente tra di loro.

Introdurre il programma Erasmus 30 anni fa fu un atto tanto semplice quanto rivoluzionario : una semplicità basata sulla riscoperta di un antico costume ed una rivoluzione destinata 'a creare, a forgiare' un'intera generazione di studenti che nella partecipazione al programma Erasmus si identificherà al punto da assumere dei contorni tanto forti da superare culturalmente divisioni geografiche, linguistiche, scientifiche e politiche: la cosiddetta generazione Erasmus.
L'importanza di questa generazione è sotto gli occhi di tutti ed assume tanta più rilevanza quanto più il progetto dell'Unione Europea viene attaccato da forze interne ed esterne, che rischiano di comprometterne la stabilità istituzionale e rappresentano un pericolo per tutto ciò che di positivo è stato creato fino ad ora. Ebbene il programma  Erasmus è uno dei più grandi antidoti nei confronti di questa deriva, perché come durante il difficile processo dell'unità d'Italia ci si poneva l'obiettivo di 'fare gli italiani' citando un famosissimo pensiero attribuito al Marchese d'Azeglio, così adesso noi tutti dobbiamo porci l'obiettivo di "fare gli Europei" , e questa generazione è già un passo avanti.
Dunque questo è il taglio che il Consiglio comunale di Bologna ha voluto dare alla Sessione europea del 2017: non un convegno, non un rito stanco e ripetitivo, non una mera celebrazione dell'esistente, ma una scelta critica condivisa attraverso la quale l'organo che rappresento vuole partecipare attivamente ad un processo, in primis culturale, che vede il suo baricentro dialettico focalizzarsi su altri livelli amministrativi ma che, anche attraverso questa sessione si vuole tentare di riportare, per quanto possibile, in questa sede che è la sede rappresentativa per eccellenza dei cittadini bolognesi, partendo dal presupposto che questa città possiede una peculiare vocazione europea che affonda le sue radici nella sua identità istituzionale avversa alla guerra e portatrice di pace.

L'Europa è molto più delle sue istituzioni e molto più dei suoi confini geografici e politici; l'Europa arriva fin dove essa stessa proietta la sua ombra, un'ombra di pace, di cultura e di democrazia: tutto il mondo ci osserva non solo per le potenze economiche che siamo state e che siamo, ma anche per la capacità che abbiamo di elaborare, di studiare, di convivere, per la nostra storia e per la nostra cultura. Quello di cui parlo è ciò che nel Nord America viene definito "fascino della vecchia Europa", un richiamo identitario irresistibile che si tramanda di generazione in generazione non solo tra le famiglie degli emigrati: questa è l'Europa dalla quale noi vogliamo partire ed è in questo quadro si inserisce appieno il programma Erasmus, un progetto che affonda le radici del suo successo sulle colonne portanti della forza, della curiosità e della vitalità giovanile, sulla trasversalità culturale e reddituale e dunque sulla democraticità dell'accesso, ma soprattutto su un concetto basilare: non si tratta di "fuga" di cervelli o di idee ma di "circolazione", di libera proficua e massiccia circolazione di persone e di idee: un successo reso evidente dai numeri enormi che lo compongono, numeri che non crescono casualmente ma che sono frutto di lavoro e di investimento sempre crescente da parte dell'università.
Anche per questo siamo particolarmente onorati della presenza degli ospiti di oggi: il Magnifico Rettore Francesco Ubertini e la Prorettrice per le relazioni internazionali dell'università Alessandra Scagliarini.

Quanto ai motivi che hanno spinto me, i capigruppo ed il Sindaco a formalizzare questi inviti, essi risultano facilmente intuibili: in una città come Bologna l'influenza di un'università del calibro dell'Alma Mater Studiorum, l'università più antica del mondo, l'università che ha inventato, istituzionalmente e storicamente parlando, l'università stessa e i suoi studenti, dicevo, questa influenza rappresenta un valore inestimabile.
L'università e la città sono legate da un destino comune, le loro vite, le vite di chi ne fa parte, si sviluppano contemporaneamente nel medesimo teatro, e questa intersezione quanto più saprà essere coordinata e proficua, tanto più saprà costruire un futuro in grado di rendere onore alle proprie rispettive storie.
Gli studenti universitari chiedono sempre di più di essere coinvolti in un processo di cittadinanza attiva, un percorso di coinvolgimento democratico da attivare perché dal protagonismo dei giovani studenti non potrà che discendere un accresciuto senso di responsabilità degli stessi nei confronti in primis della città che dimostrerà di volerli accogliere non solo come studenti ma anche come cittadini.
Io e tanti altri consiglieri comunali sia di maggioranza che di opposizione, siamo stati attirati in questa città proprio attraverso il richiamo di questa grandissima Università, la nostra presenza in questi banchi dimostra il valore di questo fenomeno fatto per lo più di sacrifici, considerato ormai normale: tanti processi individuali che è giunto il tempo che vengano considerati e coadiuvati per il loro valore collettivo. Oggi la presenza del Magnifico Rettore e di tanti studenti in quest'aula vuole essere un segnale di apertura in questo senso, non so se sia mai avvenuto in passato, ma sicuramente mi auguro che possa essere di buon auspicio per il futuro.

Colgo l'occasione per salutare e ringraziare della partecipazione gli studenti componenti del Consiglio studentesco, con la presidente Fabiana Maraffa e le studentesse Erasmus che oggi interverranno portando in questo consesso la loro esperienza  Annabelle Vivienne Herta Hoffmann e Catherine Keele”.

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:38
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