Question Time, chiarimenti sulle dichiarazioni dell'Arcivescovo Zuppi sull'aumento della povertà in regione
L'assessore al Welfare, Luca Rizzo Nervo, ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda della consigliera Addolorata Palumbo (Movimento 5 Stelle) sull'aumento della povertà in regione.La domanda della consigliera Palumbo"V...
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L'assessore al Welfare, Luca Rizzo Nervo, ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda della consigliera Addolorata Palumbo (Movimento 5 Stelle) sull'aumento della povertà in regione.
La domanda della consigliera Palumbo
"Visti gli articoli apparsi sulla stampa relativi all'aumento delle famiglie in difficoltà nel nostro territorio;
viste anche le dichiarazioni del vescovo Zuppi che affermano l'inadeguatezza della politica nel dare risposte;
pone la seguente domanda di attualità:
per avere dal Sindaco e dalla Giunta una valutazione politica amministrativa sull'argomento;
per conoscere i progetti in materia di welfare che l'Amministrazione intende mettere in atto per coadiuvare le famiglie più deboli con adeguati interventi di sostegno".
La risposta dell'assessore Rizzo Nervo
"La domanda della consigliera ci chiede una valutazione politica suul'aumento delle famiglie in difficoltà, il dato che è stato riportato qualche giorno fa sulle pagine di un quotidiano bolognese circa le 70mila famiglie indigenti assolute e le affermazioni del Vescovo su come la politica debba fare di più. Rispetto a questo ci sono, nel rispetto, quindi anche al rapporto fra l'intervento della politica, delle istituzioni, quello che è la supplenza della società organizzata, mi sento di dire che ci sono molti modi di interpretare la relazione tra servizi istituzionali organizzati e la comunità, che stanno insieme al concetto stesso della comunità che vogliamo costruire e in cui viviamo.
Certamente gli interventi a supporto della povertà e del bisogno di sostegno alle persone e alle famiglie in un momento di particolare difficoltà economica, di invecchiamento della popolazione, di profonda trasformazione lavorativa, di fenomeni migratori di carattere straordinario, che coinvolgono molti nella nostra società, nazionale e locale, interpellano la comunità istituzionale organizzata ad intensificare il livello di risposta al bisogno che certamente assume connotazioni diverse per quantità e per qualità. Su questo, sulla consapevolezza di questo, molto stiamo facendo nella risposta al bisogno degli anziani, perseguendo obiettivi di integrazione socio-sanitaria, che non sono propri di tutte le realtà italiane. Molto stiamo facendo nei processi di supporto al reinserimento lavorativo, legando sempre di più gli interventi di welfare, le azioni sociali e gli interventi più specialistici in materia di lavoro e cercando, anche in questo di integrare le azioni dei diversi servizi, con il focus sulla persona e su un percorso verso l'autonomia, che è un'autonomia non solo lavorativa ma è un'autonomia di vita, usando per tutto quello che è possibile le risorse che l'Europa e la Regione ci mettono a disposizione. Rispetto a questo tema della povertà lo Stato, per la prima volta e in modo così capiente e strutturale, anche su la base di una sperimentazione importane che 12 città italiane, fra cui la città di Bologna, hanno fatto a partire dal 2012, è intervenuto per finanziare e avviare misure di sostegno straordinario alla povertà, attraverso l'azione integrata dei Comuni di presa in carico dei nuclei che accedono alle misure di sostegno all'inclusione attiva e la Regione, anche in questo caso con scelte che non sono affatto proprie di tutte le Regioni, anzi asumono più la caratteristica dell'unicità, sta assumendo una misura ulteriore, complementare, di integrazione al reddito, che completa la misura nazionale e amplia la gamma dei beneficiari. Bologna, capoluogo di regione, nodo ferroviario strategico è certamente una delle mete più frequenti anche delle persone senza fissa dimora, di cui questa città si fa carico dando risposte non solo di emergenza, ma di strutturata inclusione anche attraverso programmi e progettazioni specifiche, prima tra tutte quelle di housing first. Il sistema di accoglienza dei richiedenti asilo, organizzato e strutturato ha fatto si che in questa città siano state accolte oltre 20mila persone in due anni, senza che questo abbia portato a particolari problemi, anzi certamente la percezione della città non è quella di questi numeri così significativi. E forse a volte questo è un problema. Potrei continuare. Possiamo certamente fare di più, dobbiamo fare di più, siamo sollecitati ogni giorno dal morso del divario fra ciò che abbiamo, molto, in questa città e quello di cui ci sarebbe bisogno. Proprio perchè questo bisogno cresce abbiamo bisogno di tutti.
Non in una logica di supplenza, perchè non è questo il modello della nostra città, ma in una logica che invece è sussidiaria. Qui la parola sussidiarietà, a Bologna, ha un valore preciso, che significa che siamo una comunità che sa farsi carico in molti modi, diversi e complementari, con tante realtà, con tanti autonomi interventi, con tanti patti di collaborazione, con tante azioni di singoli, con tante realtà associative, con le Parrocchie, per dare risposta a quante persone più riusciamo, che sono nella fragilità e nel bisogno.
Ho colto nelle parole dell'Arcivescovo non un giudizio, non tanto una critica, ma uno stimolo a fare tutti di più di fronte a sfide che ha dichiarato essere epocali e tali sono. E di più dovrà fare, in questo quadro, anche la sussidiarietà, che non è, ripeto, supplenza, dovrà fare molto di più, molto di più di quanto fino a oggi è riuscita a fare. Penso ad esempio all'ambito dei migranti, dove anche in questa città siamo ancora lontani dall'obiettivo ambizioso che Papa Francesco ha lanciato qualche tempo fa, di una famiglia, di un nucleo familiare accolto in ogni parrocchia della nostra città. Credo davvero che ci sia rispetto a questi dati molto lavoro per tutti, noi ci stiamo attrezzando, stiamo cercando sempre di più, e sempre auspicabilmente meglio, di raccogliere questo bisogno e di strutturare una risposta che non sia una sia una risposta assistenziale, che non sia semplicemente l'idea di un servizio momentaneo ma che sia la possibilità di offrire a queste persone dei percorsi di riscatto, di autonomia verso anche l'indipendenza e, appunto. l'autonomia delle proprie esistenze.
Questo è un obiettivo ambizioso, complesso, al quale però siamo con tenacia e determinazione impegnati".
La domanda della consigliera Palumbo
"Visti gli articoli apparsi sulla stampa relativi all'aumento delle famiglie in difficoltà nel nostro territorio;
viste anche le dichiarazioni del vescovo Zuppi che affermano l'inadeguatezza della politica nel dare risposte;
pone la seguente domanda di attualità:
per avere dal Sindaco e dalla Giunta una valutazione politica amministrativa sull'argomento;
per conoscere i progetti in materia di welfare che l'Amministrazione intende mettere in atto per coadiuvare le famiglie più deboli con adeguati interventi di sostegno".
La risposta dell'assessore Rizzo Nervo
"La domanda della consigliera ci chiede una valutazione politica suul'aumento delle famiglie in difficoltà, il dato che è stato riportato qualche giorno fa sulle pagine di un quotidiano bolognese circa le 70mila famiglie indigenti assolute e le affermazioni del Vescovo su come la politica debba fare di più. Rispetto a questo ci sono, nel rispetto, quindi anche al rapporto fra l'intervento della politica, delle istituzioni, quello che è la supplenza della società organizzata, mi sento di dire che ci sono molti modi di interpretare la relazione tra servizi istituzionali organizzati e la comunità, che stanno insieme al concetto stesso della comunità che vogliamo costruire e in cui viviamo.
Certamente gli interventi a supporto della povertà e del bisogno di sostegno alle persone e alle famiglie in un momento di particolare difficoltà economica, di invecchiamento della popolazione, di profonda trasformazione lavorativa, di fenomeni migratori di carattere straordinario, che coinvolgono molti nella nostra società, nazionale e locale, interpellano la comunità istituzionale organizzata ad intensificare il livello di risposta al bisogno che certamente assume connotazioni diverse per quantità e per qualità. Su questo, sulla consapevolezza di questo, molto stiamo facendo nella risposta al bisogno degli anziani, perseguendo obiettivi di integrazione socio-sanitaria, che non sono propri di tutte le realtà italiane. Molto stiamo facendo nei processi di supporto al reinserimento lavorativo, legando sempre di più gli interventi di welfare, le azioni sociali e gli interventi più specialistici in materia di lavoro e cercando, anche in questo di integrare le azioni dei diversi servizi, con il focus sulla persona e su un percorso verso l'autonomia, che è un'autonomia non solo lavorativa ma è un'autonomia di vita, usando per tutto quello che è possibile le risorse che l'Europa e la Regione ci mettono a disposizione. Rispetto a questo tema della povertà lo Stato, per la prima volta e in modo così capiente e strutturale, anche su la base di una sperimentazione importane che 12 città italiane, fra cui la città di Bologna, hanno fatto a partire dal 2012, è intervenuto per finanziare e avviare misure di sostegno straordinario alla povertà, attraverso l'azione integrata dei Comuni di presa in carico dei nuclei che accedono alle misure di sostegno all'inclusione attiva e la Regione, anche in questo caso con scelte che non sono affatto proprie di tutte le Regioni, anzi asumono più la caratteristica dell'unicità, sta assumendo una misura ulteriore, complementare, di integrazione al reddito, che completa la misura nazionale e amplia la gamma dei beneficiari. Bologna, capoluogo di regione, nodo ferroviario strategico è certamente una delle mete più frequenti anche delle persone senza fissa dimora, di cui questa città si fa carico dando risposte non solo di emergenza, ma di strutturata inclusione anche attraverso programmi e progettazioni specifiche, prima tra tutte quelle di housing first. Il sistema di accoglienza dei richiedenti asilo, organizzato e strutturato ha fatto si che in questa città siano state accolte oltre 20mila persone in due anni, senza che questo abbia portato a particolari problemi, anzi certamente la percezione della città non è quella di questi numeri così significativi. E forse a volte questo è un problema. Potrei continuare. Possiamo certamente fare di più, dobbiamo fare di più, siamo sollecitati ogni giorno dal morso del divario fra ciò che abbiamo, molto, in questa città e quello di cui ci sarebbe bisogno. Proprio perchè questo bisogno cresce abbiamo bisogno di tutti.
Non in una logica di supplenza, perchè non è questo il modello della nostra città, ma in una logica che invece è sussidiaria. Qui la parola sussidiarietà, a Bologna, ha un valore preciso, che significa che siamo una comunità che sa farsi carico in molti modi, diversi e complementari, con tante realtà, con tanti autonomi interventi, con tanti patti di collaborazione, con tante azioni di singoli, con tante realtà associative, con le Parrocchie, per dare risposta a quante persone più riusciamo, che sono nella fragilità e nel bisogno.
Ho colto nelle parole dell'Arcivescovo non un giudizio, non tanto una critica, ma uno stimolo a fare tutti di più di fronte a sfide che ha dichiarato essere epocali e tali sono. E di più dovrà fare, in questo quadro, anche la sussidiarietà, che non è, ripeto, supplenza, dovrà fare molto di più, molto di più di quanto fino a oggi è riuscita a fare. Penso ad esempio all'ambito dei migranti, dove anche in questa città siamo ancora lontani dall'obiettivo ambizioso che Papa Francesco ha lanciato qualche tempo fa, di una famiglia, di un nucleo familiare accolto in ogni parrocchia della nostra città. Credo davvero che ci sia rispetto a questi dati molto lavoro per tutti, noi ci stiamo attrezzando, stiamo cercando sempre di più, e sempre auspicabilmente meglio, di raccogliere questo bisogno e di strutturare una risposta che non sia una sia una risposta assistenziale, che non sia semplicemente l'idea di un servizio momentaneo ma che sia la possibilità di offrire a queste persone dei percorsi di riscatto, di autonomia verso anche l'indipendenza e, appunto. l'autonomia delle proprie esistenze.
Questo è un obiettivo ambizioso, complesso, al quale però siamo con tenacia e determinazione impegnati".